La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Monfalcone: l'importanza del mediatore culturale, una funzione da potenziare



Il Decreto del Ministero dell'Interno del 23 aprile 2007 recepisce pienamente la Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione. Tra alcuni principi importanti emergono quelli che vorrebbero l'Italia come impegnata sul rispetto della dignita' umana , ispirata ai principi di liberta' ed eguaglianza validi per chiunque si trovi a vivere sul territorio italiano. Partendo dalla Costituzione, l'Italia ha partecipato alla costruzione dell'Europa unita, almeno sulla carta, e delle sue istituzioni. I Trattati e le Convenzioni europee contribuiscono a realizzare, sempre sulla carta, i diritti umani e l' eguaglianza e solidarieta' tra i popoli. Con quella carta l'Italia si impegna perchè  qualsiasi persona sin dal primo momento in cui si trova sul territorio italiano possa fruire dei diritti fondamentali, senza distinzione di sesso, etnia, religione, condizioni sociali. Il Comune di Monfalcone, come tanti altri Comuni italiani, tramite una convenzione con la Provincia di Gorizia e tramite finanziamenti regionali garantisce il Servizio di Mediazione che si rivolge a tutti i cittadini stranieri – con una particolare attenzione alle nazionalità maggiormente presenti in questo momento in città (bengalesi e area balcanica) – e agli operatori dei diversi uffici comunali che lavorano a diretto contatto con il pubblico.


Gli obiettivi principali di tale servizio sono vari, come l' accompagnamento ed orientamento dei cittadini stranieri nel rapporto con gli uffici comunali e pubblici in generale, fornire informazioni, affiancare, su richiesta, gli assistenti sociali ed eventuali altri figure tecniche nei colloqui con adulti e minori stranieri in situazioni di bisogno; operare all’interno di specifici progetti che mirino a migliorare la comunicazione e a favorire l’inserimento e l’inclusione sociale delle famiglie e dei minori nell’ambito dei diversi percorsi formativi scolastici e culturali. Purroppo, la Giunta Tondo, dopo soli tre mesi dal suo insediamento, la prima cosa che ha fatto è stata quella di abrogare la  La l.r. 5/2005 del FVG sull'immigrazione che tra le altre cose  prevedeva anche l'istituzione di un albo regionale dei mediatori culturali, reputato da tanti, come un valido strumento di controllo a garanzia della professionalità delle persone che operavano in quel settore. Purtroppo la demagogia ed i pregiudizi sempre più diffusi ma infondati hanno avuto la meglio, ed  è importante che si provveda quanto prima  al suo ripristino.
Quello del mediatore culturale è un ruolo difficile, che spesso è affiancato anche dall'associazionismo, però se andiamo a vedere l'Albo dell'Associazionismo aggiornato a dicembre 2013 del Comune di Monfalcone, su 292 associazioni sono pochissime quelle che operano nell'ambito dell'integrazione sociale ed immigrazione, ed un motivo vi sarà. Eppure la Legge n. 383 del 7.12.2000 riconosce il valore sociale dell’ associazionismo liberamente costituito e delle sue molteplici attività come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo; ne promuove lo sviluppo in tutte le sue articolazioni territoriali, nella salvaguardia della sua autonomia; favorisce il suo apporto originale al conseguimento di finalità di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale. Sarebbe importante a tal proposito incentivare l'associazionismo a favore degli immigrati, proprio per migliorare le politiche reali di integrazione sociale.
E' importante da un lato ampliare le funzioni del mediatore culturale, che a parer mio, visti gli ultimi casi eclatanti di intolleranza ed anche qualcuno di razzismo, manifestati nei confronti della comunità bengalese di Monfalcone, dovrebbero coinvolgere anche gli autoctoni, specialmente per quanto concerne i problemi di mancata comunicazione tra le diverse comunità ma anche per demolire quei pregiudizi che spesso nuotano nella mente di molti italiani.
Ed in questo tempo di crisi, di austerità, dove da un lato vedi gli attacchi del grande capitalismo che risucchia la piccola economia e dall'altro l'ignoranza dilagare ed alimentare pregiudizi che sfociano in intolleranza, è fondamentale potenziare il servizio della mediazione culturale, perché gli immigrati sono i primi ad essere attaccati e presi di mira da soggettività variegate che disconoscono con i loro pregiudizi e modi di fare i principi fondamentali fondanti non solo la nostra costituzione ma anche quelli della solidarietà tra popoli e comunità, principi che dovrebbero essere difesi e rivendicati da tutti, specialmente in questa piccola ma delicata fetta di terra, senza dimenticare che l'immigrazione non è un problema, e non deve esserlo, ma è una risorsa .



Marco Barone  

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