Il
19 ottobre è superato ma non finito.
Si
è tenuta la piazza, cosa che per diversi motivi non è stato possibile fare il 15
ottobre del 2011, già si guarda oltre queste prime battute
autunnali con lo scopo di organizzare un secondo grande momento
nazionale di mobilitazione.
Da
un lato vi è stata sì una città blindata, e dall'altro 70 mila
manifestanti che hanno ben comunicato le ragioni di una protesta
necessaria.
Azioni
Due
sono state le azioni più significative e probabilmente poste in
essere da due realtà antagoniste forse anche tra di loro. Quella al
consolato tedesco, e quella più dura, più che essere una
sorta di assedio al Ministero dell'Economia è stata in realtà una sorta di attacco allo " scudo del Ministero che ha
rischiato di ledere il corteo e forse anche altro. Forse si pensava di essere nel 1283 «Consegnatevi a noi e
potrete andare incolumi, se invece non accettate e sarete presi con
la forza sarete tutti impiccati senza misericordia.» queste erano le
parole dell'ultimatum di Guida da Albereto agli uomini di Cavillianum
rinchiusi nella pieve fortificata da San Paolo. Ma
eravamo a Roma e nel 2013 ed il Ministero era probabilmente vuoto.
Certo si dirà il G8 di
Genova, si dirà le cariche in Valsusa, si dirà tanto altro, si
andrà a cercare il minimo particolare che possa giustificare quel
tipo di azione. La cosa significativa è che,ad oggi, non sembrano emergere condanne verso quel tipo specifico di azione, né buoni né cattivi ma uniti, si dirà e scriverà. Ciò deve indurre alla riflessione. Esiste una rabbia sociale, esiste un disagio sociale ma esiste anche la serietà. Non è tanto una questione filosofica od etica di legittimo ed illegale, od illegittimo e legale, pacifismo o non pacifismo, violenza o non violenza, ma di serietà e responsabilità ed io quell'azione non la condivido, non la sostengo e ne prendo le distanze, perché non la considero né seria né responsabile, anzi.
Ditemi che cosa c'è di rivoluzionario, di ribelle, di costruttivo, di edificante, nel gettare bottiglie, pietre e fumogeni oltre ad uova e pane ( cibo) contro una decina di poliziotti e finanzieri bloccati tra i blindati ed un Ministero chiuso ed incentivare le cariche delle forze dell'ordine.
Proprio non riesco a capirlo.
E'
ovviamente da annotare la provocazione di Casapound ed il fatto che è
stato loro permesso di formare un blocco con caschi e bastoni,
situazione deprecabile.
Media
Altro
elemento che è emerso e che merita attenzione è il comportamento
dei media. Se da un lato si è affermata certamente la ricerca
preventiva della solita tensione, dei soliti incidenti, che, salvo
quell'azione deprecabile, non vi sono stati, questa volta, dopo i
tipici tentativi di criminalizzare il conflitto sociale, anche per
ignoranza e non comprensione delle dinamiche conflittuali e di
movimento ma anche con lo scopo di depotenziare la manifestazione,
hanno dato spazio ai contenuti del 19 ottobre e del
18 ottobre, giorno del primo sciopero generale contro l'austerità ed
indetto da Cobas, Usb,Cub, Usi ed altri sindacati di base. Una
forma di tentato assedio democratico che ha dato in qualche modo i suoi
frutti di informazione. Erano anni che non si parlava dei contenuti
di una manifestazione o di uno sciopero del sindacalismo di base,
delle ragioni di una protesta che non si arresta e continua e
continuerà. Certo si deve comprendere il come, si deve evitare di
ricadere nei soliti errori di autoreferenzialità ed
autoprotagonismo del passato, si deve evitare quel centralismo
presuntuoso che si arroga il diritto di rappresentare chiunque
ovunque, quando chiunque ed ovunque non è rappresentato dal
centralismo e non vuole essere rappresentato dal centralismo.
Rapporti
politici e caso M5S
Da
un lato la politica istituzionale ha convocato un tavolo, cosa non
scontata, con i manifestanti, e dagli esiti incerti. Anzi ciò alimenta il tipico dibattito, istituzionalizzare il movimento o non istituzionalizzare il movimento. Chi dirà che quell'apertura del governo è un tentativo di indebolire il movimento, chi una forma di debolezza del governo, chi un riconoscimento del movimento. Ma come è noto le Leggi si approvano in Parlamento e la forza del movimento è quella di far pressione perché certe e date Leggi abbiano o non abbiano luogo. Dall'altro è
da registrare il fatto che sia in corso una rottura di “dialogo”
con il M5S, ciò è dovuto principalmente alla presa di posizione dei
portavoce di questo movimento sulla questione immigrazione . E'
significativo che il sito di questo movimento/partito abbia praticamente
ignorato il 19 ottobre. Non
vi sono partiti di sinistra di massa che riescono a capitalizzare
quanto nato in questo 19 ottobre, perché questo 19 ottobre qualcosa
è nato. Certo arrivano nuove realtà politiche , ma i protagonisti
sembrano essere sempre gli stessi che già hanno avuto un ruolo nella
politica passata. Nuove forme politiche per una sostanza antiquata.
E' necessaria una innovazione in tal senso e ciò potrà arrivare
solo dalle nuove generazioni e da nuove idee che devono armonizzarsi
con il passato ma senza rimanere imprigionate nel passato, nei soliti
schemi. Certo il gioco è sempre lo stesso ma sono cambiate le regole
e queste regole sono nettamente a sfavore di chi sta perdendo la
lotta di classe.
Non
parlo dunque della necessità di rottamazione ma di innovazione.
D'altronde
il nemico da contrastare è sempre lo stesso, il capitalismo. Un
capitalismo che vince la lotta di classe, che ha facilitato divisioni
e frazionamenti di una sinistra che non si è sottratta a tale divisione e che è semplicemente sparita e certamente non è il PD
un partito di sinistra a cui far riferimento e neanche il M5S una realtà omogenea di sinistra.
Questi
movimenti, che sono anche una massa critica ed elettorale, prima o
poi dovranno trovare un canale partitico di riferimento, la
democrazia invocata lo richiede, questo partito innovatore oggi non
esiste. Ed allora muteranno questi movimenti in soggetto elettorale?
Rapporto
periferia e centro e distribuzione delle ricchezze
Le
periferie sono il fulcro vitale dell'Italia.
L'Italia
non è costituita esclusivamente da metropoli ma principalmente ed
essenzialmente da tante piccole città e con le proprie varietà
conflittuali e sociali. Metropoli e provinciopoli devono
armonizzarsi, devono camminare insieme per ribaltare in modo
democratico e radicale l'esistente partendo dal primo dei problemi,
la distribuzione delle ricchezze. Si deve tramite l'assedio
democratico e sociale e condiviso costringere chi governa ad imporre una
patrimoniale a quel 10 % della popolazione italiana, ricca e
straricca, che detiene oltre il 50 % dell'intera ricchezza nazionale.
Partiamo
da questo punto, da dove attingere le risorse che già esistono per
far respirare milioni di famiglie. Partiamo dalla equa e giusta
distribuzione delle ricchezze principio altresì teoricamente ben
protetto nella nostra Costituzione.
Apriamo
le porte del cambiamento ma con intelligenza, con dignità e non con complice
violenza.
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