La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il saluto romano,i simboli del fascismo, sono un reato



Come è noto in Italia crescono le realtà neonazifasciste. Incrementano i raduni, incrementano i simpatizzanti verso quell'ideologia che ha partorito solo male.
Ma crescono anche realtà politiche che si mascherano con nomi e simboli nuovi ma che in verità nascondono, poi in modo neanche tanto velato, il richiamo forte e conciso al fascismo o nazismo.
Invocano l'articolo 21 della Costituzione.
Ma l'articolo 21 della Costituzione non è pensato per i fascisti né per i nazisti né per i razzisti, loro non hanno alcun diritto di diffondere idee ed ideologie anticostituzionali, antidemocratiche contro ogni senso vivo di umanità.
E' il caso di ricordare alcune sentenze.

La sesta sezione penale della Cassazione con la sentenza n.35549 /2012 ,conferma una condanna inflitta dalla Corte d'Appello di Firenze ad una persona che nel corso di una riunione pubblica ha effettuato il classico saluto fascista romano con "slogan inneggianti al razzismo e al regime fascista".

Vi è anche la sentenza 25184/2009 che ricorda, sempre in merito al saluto fascista, che non può essere questo considerato come una mera espressione della possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero poiché si tratta di un gesto "che istiga all'odio razziale, cioè che sconfina nell'istigazione alla violenza, e - quindi - come tale va punito ex art. 2 legge 205/93 ".

L'ultima sentenza è la
39860/2013 "indossare una maglietta o altro capo di abbigliamento con scritte e simbologie del partito fascista non può integrare reato,(...) l'essersi presentato esibendo la maglietta con scritte e simboli inneggianti al regime fascista e ai valori dell'ideologia fascista integra la condotta di comportamenti vietati".

Certamente non basterà la repressione penale a risolvere questo problema, che a dire il vero è minima perché si parla di sanzioni spesso irrisorie, la soluzione potrà venire solo dalla condivisione reale e quotidiana dell'antinazifascismo e di tutte le sue evoluzioni.


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