Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

600 mila euro per il Centro di ricerche storiche di Rovigno e l'IRCI di Trieste



E' stata pubblicata la proposta di Legge, datata 6 maggio 2013, d'iniziativa dei deputati ROSATO, BLAZINA, COPPOLA, GARAVINI, GIGLI, MALPEZZI, MURER, n° 879 che prevede il Riconoscimento del Centro di ricerche storiche di Rovigno e dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI) di Trieste e concessione di contributi per le spese di funzionamento che ammontano, in totale per gli anni 2013/14/15, a 600 mila euro.
Si legge , nel citata proposta, che il riconoscimento, con la legge 30 marzo 2004, n. 92, della data del 10 febbraio quale « Giorno del ricordo », volto a conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati avvenuto nel secondo dopoguerra, deve contribuire a favorire la conoscenza storica in vista di un comune futuro europeo fondato sui valori della tolleranza e della convivenza.

Il Centro di ricerche storiche di Rovigno, fondato nel 1968 dall’Unione italiana, l’organizzazione di rappresentanza della minoranza nazionale italiana che vive in Slovenia e in Croazia, è una delle istituzioni della comunità nazionale italiana che da oltre trenta anni opera nel campo della ricerca storiografica, linguistica e sociologica.
Si ricorda che in quasi quaranta anni di attività, il Centro ha pubblicato 268 volumi, che corrispondono a circa 78.000 pagine stampate, tutte in italiano e in maggior parte distribuite, per un totale di circa 300.000 copie. Gli abbonati alle edizioni sono oltre 400, mentre 300 sono i titoli di scambio. Sono impiegati in pianta fissa quattordici tra ricercatori e personale ausiliario; settanta sono i collaboratori esteri

L’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI), con sede a Trieste, che vede tra i suoi fondatori i Comuni di Trieste e Muggia, l’Università popolare di Trieste, l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, l’Associazione delle comunità istriane viene presentato come un “complesso, poi, unico ed insostituibile, non solo per l’Istituto ma per tutte le genti istriane, fiumane e dalmate e per chiunque voglia conoscere e toccare nel vivo la vicenda istriana, è il grosso nucleo di masserizie degli esuli conservate in un magazzino del porto di Trieste, del volume di circa 2.000 metri cubi custodito dall’IRCI, a cui era stato affidato per decreto prefettizio già nel 1988. Si tratta di un unicum nella storia delle tragedie del secondo dopoguerra e dei conseguenti trasferimenti forzati di popolazione: il mobilio, le suppellettili, gli oggetti della vita quotidiana, i documenti offrono la testimonianza di una società nel momento esatto in cui viene spazzata via”.

Si segnala inoltre la decennale attività nel campo della tutela e della cura dei beni cimiteriali italiani nel territorio sloveno e croato. Tale attività ha comportato la mappatura e la documentazione fotografica dei cimiteri e delle circa 23.000 tombe italiane in Istria.
Dunque il testo della proposta di Legge prevede il riconoscimento da parte della Repubblica italiana del Centro di ricerche storiche, con sede a Rovigno, nonché dell'Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano dalmata (IRCI), con sede a Trieste. I finanziamenti per il funzionamento ammontano a 200.000 euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell’ambito del programma « Fondi di riserva e speciali » della missione « Fondi da ripartire » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

Dall'altro lato, la Sezione storia della Biblioteca nazionale slovena,, l’unica istituzione archivistica degli sloveni in Italia, vive un grave momento di oblio stante il licenziamento del suo unico dipendente e la carenza assoluta di fondi.




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