Di
rosso all'alabarda di San Sergio d'argento.
La
bandiera di Trieste, rossa, con l'alabarda bianca, che sventola
presso i principali palazzi istituzionali locali, è oggetto di
rivendicazioni di parte.
A
Trieste la tensione sociale incrementa.
Come
risposta al movimento Trieste Libera, che su facebook ha oltre 7000
mi piace e migliaia di iscritti reali, è nato ora il gruppo Trieste
pro patria, che vede tra i sostenitori realtà ben note patriottiche
e di destra come le associazioni Novecento e Pertan, la Federazione
degli arditi e il Comitato 10 febbraio.
A
pochi giorni dalla sua nascita, per ora solo su facebook, conta poco
più di 300 iscritti, ma destinati a crescere.
Insomma
è in itinere, come previsto, uno scontro tra nazionalismi, quello
strettamente territoriale che vuole il Territorio Libero di Trieste e
quello più universale che si richiama al patriottismo nato
dall'irredentismo "eroico" che ha svolto un ruolo determinate, con
l'ausilio ovviamente della massoneria italiana, per il conseguimento
dell'unità d'Italia.
Tutti
dicono di non essere né di destra né di sinistra, appunto, perché
sono nazionalisti.
Il
16 settembre 2013 sarà presente a Trieste sia la parlamentare del
Partito Popolare Cristiano Sociale Viviane
Reding, vicepresidente della Commissione, che
Enzo
Moavero Milanesi discendente della famiglia Bocconi che ha fondato
l'università ben nota, è stato tra le varie cose vice segretario
generale della Commissione
europea
e Ministro per gli Affari Europei nel precedente Governo
Monti, ruolo che viene
riconfermato nello stesso ministero anche nel nuovo governo
Alfano/Letta.
Presenzieranno
all'iniziativa che ha visto diversi incontri sparsi per l'Italia,
come Napoli, Pisa, Roma, Ventotene e Milano, nell'ambito dei
“dialoghi con i Cittadini” ed il Movimento Trieste Libera il
giorno prima, il 15 settembre organizza una importante manifestazione
che coincide con l'entrata in vigore del Trattato di Pace del 1947. Ma il 15 settembre scenderanno in piazza anche quelli del gruppo Trieste pro patria, così scrivono sul loro profilo facebook: "anniversario dell'odioso diktat del 1947 che in spregio al tanto decantato principio di autodeterminazione dei popoli ha decretato l'olocausto delle genti di Istria, Fiume e Zara e l'accerchiamento di Trieste da confini iniqui, assurdi e antistorici".
Insomma sarà una giornata dove due nazionalismi si "affronteranno" e la tensione sarà a dir poco alta.
Ognuno
rivendica, nel suo essere cittadino di Trieste, la bandiera di
Trieste.
Ma
la bandiera di Trieste deve rimanere libera ed essere immune da ogni
ingerenza e tentativo di strumentalizzazione politica. E'
una bandiera che accomuna tutti, italiani e triestini e non italiani
e non triestini che vivono Trieste che amano Trieste che vogliono una
Trieste libera da ogni opportunismo, da ogni malaffare, da ogni utilitarismo. Chi diffonderà la bandiera di Trieste non è
automaticamente un simpatizzante od un aderente del Movimento Trieste
Libera, che questa cosa sia ben chiara, così come deve essere chiaro
che Trieste è di tutti, che non necessita di nuovi confini e
limitazioni territoriali, che non necessità di essere amministrata
da soggetti terzi come l'Onu, dagli austriaci o dal capitalismo
anglo-americano, che già grandi mali ha causato all'Italia tutta,
che Trieste necessita di essere governata solo da
chi vive ed ama questa città.
Trieste
è di tutti.
Nel
non avere una sua certa e definita identità ha mille ed infinite
identità.
Trasformiamo
l'esistente nel nome dell'anticapitalismo, armonizzando il carattere
di specialità che è della Regione Friuli Venezia Giulia con la
particolarità che caratterizza Trieste, ma non per questo dobbiamo
invocare nuovi nazionalismi e populismi identitari.
L'identità
di Trieste è il non suo essere nazionalista, l'identità di Trieste
è il suo essere ponte verso l'Est ma anche l'Ovest, verso il Nord ma
anche il Sud, l'identità di Trieste deve essere l'integrazione
sociale e culturale. Trieste non è italiana così come non è
austriaca, non è slovena così come non è serbo o croata, Trieste è
di tutti.
E'
sotto la sovranità italiana?
Sta
a noi rendere tale pseudo-sovranità più consona e rispettosa di
quella particolarità che necessita Trieste nel rispetto di quei
principi fondamentali fondanti la nostra e ripeto nostra
Costituzione, certamente non perfetta, ma nata anche dalla resistenza
e dall'antifascismo e per questo va difesa e non demonizzata, per
questo va eventualmente migliorata e non demolita.
E'
vero che Trieste oggi svolge un ruolo periferico e marginale, è vero
che Trieste vive mille ed infiniti problemi, negarlo sarebbe
ignobile, ma la soluzione non è la creazione di un nuovo Stato né
l'identificazione assoluta con il suo essere esclusivamente italiana né la realizzazione di un territorio da sfruttare per gli interessi particolari di qualche definita economia capitalista.
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