Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste, ora è il turno dei senegalesi?



Trieste è una città che vive mille problemi.
Dalla mancanza di lavoro, al patto di stabilità che ha stabilizzato il degrado  ed il disastro per l'economica locale, dalle rive dissestate dove non inciampare o prendersi una storta è quasi un miracolo, al molo audace che perde pezzi, al problema casa, al porto che non decolla e così via discorrendo.
Ma ogni  tanto capita di introdurre discussioni e polemiche, che per forza di cose vanno ad attaccare i non italiani, per ora.
Vi è stato il turno dei cinesi e delle loro attività commerciali, questione che a parer mio riesploderà nel momento in cui giungerà a termine la riqualificazione di via Trento, poi vi è stato il turno dei rom, ora è il turno dei “presunti senegalesi”, a quando gli albanesi, serbi o meridionali?
Da anni a Trieste esiste un fenomeno ben noto, dei ragazzi, durante il periodo estivo o nei fine settimana, si collocano nei parcheggi presso l'Acquario, la Stazione Marittima o innanzi all'Hotel Savoia, per aiutare le persone a parcheggiare.
Chi frequenta quella zona ben è consapevole di quanti giri a vuoto si devono fare prima di trovare il parcheggio, inquinamento e stress gratuito per la città.
Non mi pare di aver letto lamentele su questo punto e neanche sul costo elevato del parcheggio e neanche sul fatto che non vi sono parcheggiatori “ufficiali”.
Quei ragazzi ti indirizzano lì ove il posto libero sussiste.
Non sei obbligato né a dare loro un centesimo né a comprare gli oggetti che di norma vendono nel centro città e né gli euro ti vengono richiesti, a me per esempio non è successo anzi quando ho parcheggiato in quella zona, nessuna imprecazione mi è stata rivolta, nessun danno alla macchina ho trovato, ma il tutto si è concluso con un semplice grazie.
Si è detto che quei ragazzi sarebbero a quanto pare di origine senegalese.
E' stato chiesto forse loro un documento d'identità?
E se fossero di qualche altro Paese visto che l'Africa è enorme?
Certo, si dirà, a Trieste esiste una piccola comunità senegalese.
E quindi?
Pensiamo ad un caso inverso.
Un Paese straniero ove tirano in ballo gli italiani, che poi italiani magari non sono, per un caso similare, come la prenderebbero gli italiani?
Ragionamenti forse troppo sofisticati per un Paese colonialista come l'Italia.
Si invoca l'intervento della Polizia Municipale.
Ed ecco che, come per magia, spariscono i ragazzi che aiutano gratuitamente le persone a trovare parcheggio ed apparire una pattuglia della polizia municipale e si crea il pregiudizio verso i senegalesi.
Il potere della stampa, si dirà.
Chi sono i parcheggiatori abusivi?
Per la legge 1 agosto 2003 n° 114 che introduce il comma 15-bis dell'articolo 7 de codice della strada « Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l'attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 726 ad euro 2.918. Se nell'attività sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.»
Non mi pare proprio che sia il caso dei ragazzi di Trieste, poiché non sono né parcheggiatori né guardiamacchine, ma persone che ti indicano se il parcheggio libero sussiste o meno, e non mi pare che ciò sia vietato, e poi, dopo aver parcheggiato, se lo vorrai, potrai comprare un braccialetto od una collanina, od un libro, così come accade in centro città da sempre.
D'altronde spesso ci si dimentica che il caso del parcheggiatore abusivo è strettamente connesso alla criminalità organizzata, dove tra ricatto e forme di schiavitù, esiste una situazione ben lontana da quella conosciuta sino ad oggi, per il caso di cui si scrive, qui a Trieste. Sarebbe invece stato interessante approfondire questo aspetto, ma probabilmente non è stato approfondito perchè non esiste questo fenomeno e perchè non si è in presenza di parcheggiatori abusivi.
Insomma questo nuovo “ caso” è spuntato fuori come un fungo velenoso per distrarre l'attenzione dai veri problemi di Trieste, e forse perchè qualche tutore dell'alta borghesia è rimasto disturbato dalla vista di quei ragazzi, prendersela con i più deboli d'altronde è facile e comodo.
Quando si affrontano argomenti come questi, quando si toccano diverse sensibilità, si deve stare molto attenti, specialmente in questi tempi, dalla crisi sociale ed economica che sembra non aver mai fine, anzi, perchè gli effetti che ne possono derivare, anche indirettamente, rischiano di colpire una comunità che vive a Trieste da lungo tempo e che non ha alcuna colpa e nessuna colpa può avere.




Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot