Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

A che serve la Laurea o il Diploma? Il caso incentivi decreto lavoro



Il decreto lavoro,che segue quello del fare che ha inaugurato i primi tagli nel settore dell'istruzione, del Governo Letta/Alfano, può essere sintetizzato come il decreto provvisorio che incentiva la precarietà lavorativa dei lavoratori qualificati e la stabilizzazione per i lavoratori non laureati.
Un decreto che a quanto pare sfaterà dei miti, rilevato che quanto normato sin dai primi articoli è destinato proprio all'Italia meridionale. Si legge che “Al fine di promuovere forme di occupazione stabile di giovani fino a 29 anni di età e in attesa dell’adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020, è istituito in via sperimentale, nel limite delle risorse di cui ai commi 12 e 16, un incentivo per i datori di lavoro che assumano, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori aventi i requisiti di cui al comma 2, nel rispetto dell’articolo 40 del Regolamento (CE) n. 800/2008.
2. L’assunzione di cui al comma 1 deve riguardare lavoratori, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni,
che rientrino in una delle seguenti condizioni:
a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; vivano soli con una o più persone a carico”. 

Dunque non è vero che al Sud si studia di più e si lavora di meno, al Sud si studia di meno ed i lavoro è proprio un miraggio, altrimenti perchè fare un decreto come questo?  Ciò perché le risorse previste per il detto tipo di incentivi sono indicate nella misura di 100 milioni di euro per l’anno 2013, 150 milioni di euro per l’anno 2014, 150 milioni di euro per l’anno 2015 e 100 milioni di euro per l’anno 2016, per le regioni del Mezzogiorno, e solo nella misura di 48 milioni di euro per l’anno 2013, 98 milioni di euro per l’anno 2014, 98 milioni di euro per l’anno 2015 e 50 milioni di euro per l’anno 2016, per le restanti regioni. Una disposizione che in fondo è in linea con i dati dell'Eurostat che vede in Italia tra i 27 paesi Ue, nel 2012 solo il 21,7% di chi ha cominciato l’università completare il percorso di studi oppure con quelli dell'Istat ma anche dell'Ocse i quali evidenziano che la partecipazione dei giovani al sistema di formazione al termine del periodo di istruzione obbligatoria è pari all’81,8% e solo il 19,8% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente). Dati, statistiche, cifre e numeri a dir poco inquietanti. Dunque da un lato si deve avviare una seria riflessione sul sistema universitario italiano che è certamente fallimentare ma anche sull'istruzione obbligatoria che probabilmente non funziona ma visti i continui tagli di che stupirsi poi? Perché non incentivare la ripresa degli studi, piuttosto che incentivare l'entrata nel mondo del lavoro per quelle persone che non hanno conseguito il diploma?
Questo decreto è pericoloso, lancia un messaggio a dir poco discutibile.


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