Prima le Regionali per la Sicilia, poi le politiche
nazionali, poi le Regionali per il Friuli Venezia Giulia, ora le
amministrative di Roma dove ben il 52,8% degli aventi diritto al voto
non ha votato ed infine il referendum di Bologna dove solo il 28,7%
degli aventi diritto ha votato.
Certamente il referendum di Bologna ed il voto
elettorale sono due situazioni politiche diverse, ma nella sostanza,
a parer mio, non tanto e questo non tanto riguarda il fattore
astensione.
Come prima cosa deve essere riconosciuto che il
comitato promotore ha vinto.
Ha vinto la lettera A che contrassegnava il voto a
favore della revoca del contributo comunale alle materne , ha vinto
la laicità per la scuola pubblica, ha vinto nonostante i sostenitori
della lettera B, che volevano la conferma della situazione attuale,
hanno posizionato in campo corazzate di ogni tipo, dalla stampa, alla
Chiesa ai ministri alla politica istituzionale al Pd.
Pd che ancora una volta perde e questa volta a casa
sua.
Sì, perché il PD non ha invocato l'astensione ma
ha invitato a votare e votare B.
Ma è andata male al PD, ennesimo segnale di morte
per un partito che vive un mero accanimento terapeutico, il PD è
finito politicamente e socialmente e la grande alleanza con il PDL
sancirà l'ennesima Bolognina.
Ma la gente non ha votato. Perché?
Penso che da un lato vi è stata indifferenza,
perché non si sono sentiti chiamati in causa direttamente, perché
non coinvolti direttamente dalla vicenda, ma ciò è segno di grande
miopia ma in piena linea con l'egoismo dominate il sistema Italia,
dall'altro perché la gente è sfiduciata.
E' sfiduciata dal referendum, dal fatto che non si
riescono più a difendere neanche le conquiste ottenute con il
referendum, il caso sull'acqua è certamente emblematico e forse
anche esaustivo come esempio.
Ma una parte della gente non ha votato anche perché
non ha voluto “regalare” una vittoria politica al PD, che a Bologna regna sovrano, probabilmente per le sbagliate scelte politiche nazionali, e
dall'altro non ha votato per non andare contro quel compromesso
storico che proprio a Bologna, subito dopo la conquista della
liberazione, ha sancito la fine di ogni idea reale e concreta di
rivoluzione.
Ma probabilmente vi sarà anche chi non ha condiviso il No sostenuto dal Pd oltre che dalla Chiesa e PDL, ed ha deciso semplicemente la via dell'astensione, una sorta di disobbedienza a metà verso la propria area politica di riferimento.
Insomma il dato politico che esce fuori dal
referendum corre oltre il tema specifico del referendum, è una
battaglia che si giocherà all'interno della sinistra una sinistra
che deve ritrovare la propria essenza di sinistra, che dovrà essere
laica e guidata da laici per una scuola pubblica che sia pubblica per
uno Stato italiano che sia laico sulla carta e nei fatti.
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