Questa volta il Garante non bacchetta
solamente la stampa, ma anche le forze di polizia e gli operatori
sanitari.
Ciò è una novità, ma che ovviamente
non è stata ripresa come notizia da buona parte della solita stampa dai soliti
media, per ovvio conflitto di interessi.
Il Garante il 29 maggio 2013 scrive:
“In riferimento al caso del tentato suicidio del minore a Roma,
fortunatamente sopravvissuto al terribile gesto, il Garante per la
privacy rivolge un appello ai media, alle forze di polizia e agli
operatori sanitari affinché si astengano dal fornire informazioni e
dal riportare dettagli eccessivi, raccolti anche on line, che possano
rendere identificabile il ragazzo e ledere la sua riservatezza. Pur
nel legittimo esercizio del diritto di cronaca, riguardo a fatti che
destano allarme sociale e richiamano giustamente l'attenzione
dell'opinione pubblica, è necessario tenere sempre presente che il
libero sviluppo della personalità e la salvaguardia della dignità
del minore devono considerarsi sempre come prioritari. La
pubblicazione di dettagli eccessivi contrasta con i principi fissati
dal Codice deontologico dei giornalisti e dalla normativa italiana e
dalle Convenzioni internazionali che riconoscono al minore una tutela
rafforzata.”
Ciò, salvo la novità del rimprovero
sollevato verso le forze di polizia ed operatori sanitari, si pone in
linea con altri comunicati.
Ottobre 2012: Il Garante per la
protezione dei dati personali, di fronte al diffondersi in rete e nei
media del video con le immagini del bambino prelevato a scuola dalle
forze di polizia e di dati personali riguardanti anche la sua salute,
pur se forniti dai familiari, richiama i media e i siti web al più
rigoroso rispetto della riservatezza del minore e raccomanda loro di
astenersi dal pubblicare e diffondere immagini del bambino e dettagli
eccessivi che possano lederne la dignità.
Agosto
2012:
Con riferimento alla vicenda della
bambina deceduta in un tragico incidente su una spiaggia francese, il
Garante per la protezione dei dati personali, anche su richiesta dei
familiari della vittima, motivata in particolare dalla necessità di
tutelare gli altri minori presenti nel nucleo familiare, invita gli
organi di informazione al rispetto delle garanzie poste a tutela dei
minori dal Codice deontologico dei giornalisti e dalla Carta di
Treviso.
Luglio
2011: Il Garante per la
protezione dei dati personali ha aperto un'istruttoria sulla vicenda
delle due gemelline siamesi, dopo aver ricevuto la segnalazione dei
genitori che hanno lamentato la diffusione da parte di organi di
informazione dei nomi delle due piccole. L'Autorità, sottolineando
con forza la necessità di aderire alla richiesta di riservatezza
espressa dalla famiglia delle due bambine, raccomanda a tutti i media
il rigoroso rispetto delle garanzie poste a tutela dei minori dal
Codice deontologico dei giornalisti e dalla Carta di Treviso. Tali
disposizioni prevedono espressamente che, ai fini di tutelare la loro
personalità, i giornalisti non pubblichino i nomi dei minori
coinvolti in fatti di cronaca e che il diritto del minore alla
riservatezza deve sempre essere considerato come primario rispetto al
diritto di cronaca. L'Autorità raccomanda inoltre ai media di
astenersi dall'ulteriore pubblicazione di dati identificativi delle
due bambine e dal riportare dettagli eccedenti che possono ledere la
dignità delle due piccole, anche rimuovendoli dai siti on line.
Dicembre
2010: In
riferimento al caso della giovane Yara Gambirasio, il Garante per la
protezione dei dati personali invita i media, nell'esercitare il
legittimo diritto di cronaca riguardo ad un fatto di sicuro interesse
pubblico, a usare sempre la necessaria responsabilità e sensibilità
e a rispettare la richiesta di riservatezza che proviene dalla
famiglia e dalla comunità cittadina.
La vicenda di Yara, infatti, va
purtroppo profilandosi come un fatto di cronaca particolarmente
doloroso, le cui circostanze e implicazioni potrebbero ledere
gravemente la dignità della minore, colpire la famiglia nei suoi
affetti più intimi e provocare ulteriore dolore e lacerazione nella
comunità nella quale Yara è cresciuta.
Il Garante chiede, dunque, ai media di
evitare accanimenti informativi sul caso e di limitarsi a profili di
stretta essenzialità, astenendosi dal riportare dettagli e
particolari che rendano la ragazzina e la sua famiglia vittime di
inutili morbosità.
Nonostante
tutto si persevera ancora nella violazione di norme e principi che
vengono raggirati per interessi mediatici.Deve essere solo la sanzione penale e risarcitoria ad indurre verso il rispetto dell'etica? Della privacy?
Marco Barone
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