Il noto documento dei dieci saggi e la
voce scuola non doveva essere un
programma di governo, organico e sviluppato in un’ottica di lungo
termine. Non doveva essere un manifesto politico e neanche una mera
nota descrittiva dei problemi. Ma
la realtà che a breve vivremo tutti noi muterà il senso di quelle
parole come scritte nella premessa del documento.
I
punti che riguardavano la scuola, su cui già avevo scritto, sono
diversi e sinteticamente possono così essere riassunti :
performance
, contrasto all'abbandono scolastico con il
prolungamento della scuola al pomeriggio
, ovvero scuole aperte, merito, tecnologia e digitale. Nulla
di straordinario, perché chi segue e studia i processi in itinere
nel settore della scuola, ben poteva prevedere una realizzazione
programmatica di tal misura.
Invalsi,
Indire, che da quasi dieci anni operano nella scuola, sono sistemi
che si pongono in continuità con quel processo di autonomia che
favorirà il sistema della scuola lavoro, della scuola in
competizione, della scuola che deve addestrare lo studente non tanto
alla semplice ed opinabile obbedienza, ma al rispetto senza alcuna valutazione critica di
specifici vincoli e parametri e tempi che determineranno quelle scelte post-scolastiche
intraprese dallo stesso nel corso della sua vita.
Test
invalsi che sono strettamente connessi all'Università, serviranno,
nell'imminente futuro, per selezionare le matricole e per
indirizzarle verso certi e definiti percorsi di studio o lavorativi,
serviranno per la selezione delle eccellenze che con la fondazione
per il merito avranno la possibilità di percepire borse di studio e
di vivere esperienze lavorative nelle migliori realtà aziendali
italiane, serviranno per abituare lo studente all'adattamento ai
ritmi e tempi imposti dalla società capitalistica, serviranno per
rompere il meccanismo della solidarietà e favorire quello della
competizione individuale. Concetto che è estendibile anche tra il
personale scolastico, penso al
famigerato accordo
sindacale del 12 dicembre 2012 alle disposizioni previste dalla
riforma c.d Brunetta, non ancora applicate nella scuola, ove è
prevista anche la fattispecie del licenziamento nel caso di
rendimento non sufficiente nell'arco del biennio considerato.
Scuole
migliori, in base alle risultanze dei test Invalsi, che attireranno
contributi di fondazioni e banche, e di altre realtà private, scuole
peggiori, in base ai risultati di questi test, che favoriranno
processi di ghettizzazione scolastica. Questa è la performance,
questa è la scuola dell'autonomia, che non è autonomia sulla
didattica e sull'insegnamento, ma sul mero processo valutativo ed
organizzativo della macchina scolastica. Aprire le scuole tutto il
giorno, intenzione già anticipata dal Ministro Profumo nel 2012, che
guarda a quel tipo di scuola, ben diffusa nel Nord Europa e molto
cara all'Indire. Scuole aperte fino alle 21, ad alta tecnologia, con
architetture moderne, ove sarà lo spazio a condizionare
l'insegnamento e non l'idea od il pensiero critico.
Quando nelle nuove linee guida sul come dovranno essere edificate le
nuove scuole si scrive che “oggi
emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico
integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività
diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di
abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento
persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di
funzionalità, confort e benessere” come non pensare alla scuola di
Hellerup? Nata
dal progetto The
School of the Future (SKUB),
un programma che ha portato,appunto, alla costruzione dell’Hellerup
School
nel 2002, a pianta quasi totalmente aperta dove gli spazi sono
flessibili e una grande scala attraversa in verticale i piani della
scuola, dove le scale possono diventare gradinate ove anche studiare. O
come non pensare per esempio all'Orestad
Gymnasium ? Dove
i libri sono stati integralmente sostituiti dal tablet? Le
indicazioni vi erano tutte, ma è emersa una sottovalutazione , è
emersa una non giusta attenzione.
E'
una strategia a lungo termine, anno dopo anno si introducono atti e
norme che ben disegnano il modello di scuola che il sistema vuole ed
il tutto senza alcun processo democratico di consultazione preventiva
diretta e partecipata non solo da parte del personale interessato, ma
da parte della cittadinanza tutta, poiché rivoluzionare gli spazi, i
luoghi, le architetture, i processi di insegnamento della scuola, non
è un qualcosa che riguarda solo chi vive la scuola per ovvie
ragioni, ma la società nella sua complessità.
Sarà
solo l'intendere con consapevolezza la scuola come bene comune il
fattore determinante che potrà fermare i processi rivoluzionari in
atto nel campo della scuola, atti e processi imposti dall'alto, senza
alcun processo di condivisione e partecipazione.
Condivisione
e partecipazione che non deve essere successiva alla predisposizione
di leggi, circolari, atti burocratici e volontà politiche e
sistemiche, ma necessariamente preventiva, altrimenti sarà
semplicemente una formalità inconsistente volta a legittimare ciò
che è stato già deciso e voluto dall'alto, alto sempre meno
rappresentativo e sempre più autoreferenziale.
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