“Da oggi con la sigaretta elettronica
puoi fumare in qualsiasi luogo( in treno richiamato successivamente)
,poiché il fumo in uscita è caratterizzato esclusivamente da vapore
acqueo!”
Questo quanto si legge per esempio in
uno dei maggiori
siti che pubblicizzano il prodotto dell'anno.
La sigaretta elettronica.
Vaporizzatore o cartomizzatore,
batteria elettrica e la sigaretta, del futuro è tua.
Certo sono partite alcune inchieste in
merito per esempio con riferimento al caso di una batteria esplosa, altre valutazioni
sono in itinere sulla pericolosità presunta del prodotto.
Ma viaggiando sulla linea Trieste
Venezia ecco ascoltare all'improvviso il messaggio automatico che in
sostanza dice che sul treno è vietato fumare la sigaretta
elettronica, messaggio che verrà ribadito anche in lingua inglese.
Ed ecco anche i commenti “stupiti”
di molti passeggeri, che erano convinti di poter fumare la sigaretta
elettronica anche sul treno.
E' in corso una battaglia immensa tra
le classiche aziende che fatturano miliardi con le sigarette
tradizionali e quelle della sigaretta elettronica.
Chi vincerà?
Entrambe, perché forse diminuirà il
profitto elevato, ma vi sarà sempre profitto per le due tipologie di
mercato.
Il così detto fumo tecnologico, nel
dubbio della interpretazione, è stato vietato inizialmente sui treni
della rete lombarda (Trenord) e poi anche Trenitalia, NTV e
Alitalia hanno intrapreso la via del divieto delle sigarette
elettroniche richiamando in sostanza in via estensiva il divieto della
legge Sirchia che si muove attorno al principio del "fumo
passivo".
Vapore passivo?
Beh vapore passivo nocivo, forse e nel
dubbio è vietato anche sui treni, come già ricordato per esempio
dal Piccolo di TS in un precedente articolo del 14 marzo 2013. Ma è
bene rimarcarlo questo concetto, rilevato lo stupore ed i vari
commenti non certamente positivi che ho ascoltato da parte di molti
viaggiatori triestini dopo l'annuncio del divieto del fumo
elettronico.
Intanto eticamente rimarrà sempre
vigente il dubbio ruotante sul principio esistente in molte
legislazioni, come quella italiana, ove, riferendomi alle vecchie
sigarette, anche se nocive,lo Stato in sostanza lucra sulla non
salute con le tasse ivi applicate.
Certamente bandire ex toto le
sigarette altro effetto non avrebbe oggi che quello di favorire il mercato
delle mafie, del contrabbando.
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