Spread, cheating, scouting, troll,
inglesismi che si impongono nel bel mezzo della ricca lingua
italiana. Termini associati ad eventi, fatti, notizie, che nella
frenesia della informazione mediatica riescono ad ancorare nel porto
del pregiudizio l'elemento chiave che condizionerà il libero
pensiero di una massa sempre meno critica e sempre più vincolata ai
dogmi decisi dal sistema.
Ed allora sarò eretico nel dire che
l'operazione troll è pericolosa.
Il Troll, come ora usato in internet,
trae ispirazione dalla creatura umanoide diffusa nel Nord Europa, che
si pietrificava quando veniva colpita dalla luce del sole, e per
questo motivo si muoveva solo di notte, era malvagia anche se
birichina, aveva un aspetto orripilante, era violento e puzzava.
Associato ad internet il troll è colui
o colei che abusa dello strumento della critica inondando di messaggi
blog, siti internet, social , la rete, con fini dubbi.
E' difficile riuscire a provare che
dietro il troll vi possa essere una società, una persona o più
persone pagate per criticare anche in modo aspro certi e dati
articoli od interventi, così come è difficile provare che una critica sia un troll, ma è facile,appunto, nel pregiudizio diffuso, una
volta denunciato, senza prove, l'esistenza del fenomeno, associare la
critica dura ed aspra al troll.
Il passaggio è breve.
Se la critica viene identificata come
troll, quale libertà di pensiero?
Ed infine i tanti commenti positivi, a
favore dei vari interventi od articoli, come devono essere chiamati?
Elfi?
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