Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

La COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI ed il FVG


Il settore dei rifiuti nonché quello delle bonifiche ambientali è un vero e proprio business che ovviamente attira in modo consistente l'attenzione delle varie organizzazioni criminali non solo italiane ma anche straniere. La Commissione  Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha, i primi di marzo 2013, pubblicato la sua relazione e si è recata ripetutamente in diverse regioni quali Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Per quanto riguarda il FVG l'attenzione è stata focalizzata in particolar modo sul sito di interesse nazionale di Trieste ex Ferriera Depuratore Servola e la laguna di Grado e Marano. Sulla la laguna di Grado e Marano in relazione al quale era stata dichiarata l’emergenza ambientale con la creazione di una struttura commissariale, prorogata di anno in anno per ben dieci anni quello che si sottolinea è che l’apertura di un’indagine penale da parte della procura di Udine, che ha, in sostanza, messo fortemente in discussione non solo la struttura commissariale, ma anche la stessa perimetrazione del sito di interesse nazionale (ritenuta in ampia parte ingiustificata), è stata seguita da una serie di eventi che, non è un caso, hanno portato alla revoca della struttura commissariale ed alla riperimetrazione del sito di interesse nazionale, alla luce delle modifiche di recente introdotte all’articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006.

I siti di interesse nazionale in Italia sono ben 57 e coprono una superficie corrispondente a circa il 3 per cento del territorio italiano . E l'attività di perimetrazione è determinante in tale settore poiché questa costituisce, a detta della Commissione, quanto di più definitivo nel procedimento finalizzato alla bonifica.
La perimetrazione viene infatti effettuata dal Ministero dell’ambiente, sentiti comuni, province, regioni ed altri enti locali, e i territori vengono individuati sulla base di criteri generali fissati dall’articolo
252 decreto legislativo n. 152 del 2006, mentre non è richiesta un’approfondita istruttoria da parte degli enti locali che devono esprimere il loro parere, né da parte dello stesso Ministero.

La Commissione parlamentare d'inchiesta, per il sito di interesse nazionale, della Laguna di Grado e Marano, rileva che vi è un’area a terra riconducibile a circa 300 proprietari, e non si tratta di un caso isolato. La nuova perimetrazione è stata oggetto di un decreto del ministro dell’ambiente del 12 dicembre 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2013, che, prendendo atto della nuova proposta di perimetrazione trasmessa dalla regione Friuli Venezia Giulia e deliberata dalla conferenza di servizi del 31 ottobre 2012, di fatto limita l’ambito del sito di interesse nazionale agli impianti Caffaro (chimica di base), a una discarica che vi è collegata, al canale Banduzzi che consente il collegamento del polo chimico con la laguna e il mare.

L'attenzione dunque sussiste anche vero il Friuli Venezia Giulia, ricordando, per usare le parole della Commissione, che i reati che vengono consumati nell’ambito dei procedimenti di bonifica sono i più disparati, dai reati contemplati nel testo unico ambientale, ai reati contro la pubblica amministrazione, ai reati a base fraudolenta (per esempio, nell’indagine della procura di Udine sono stati contestati i reati di peculato e truffa ai danni dello Stato), dunque l'attività di monitoraggio deve assolutamente continuare.

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