Il
settore dei rifiuti nonché quello delle bonifiche ambientali è un
vero e proprio business che ovviamente attira in modo consistente
l'attenzione delle varie organizzazioni criminali non solo italiane
ma anche straniere. La
Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha, i primi di marzo 2013, pubblicato la sua relazione e si è recata ripetutamente in diverse regioni quali
Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Lombardia, Emilia
Romagna, Lazio, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Per
quanto riguarda il FVG l'attenzione è stata focalizzata in
particolar modo sul sito di interesse nazionale di Trieste ex
Ferriera Depuratore Servola e la laguna di Grado e Marano. Sulla
la laguna di Grado e Marano in relazione al quale era stata
dichiarata l’emergenza ambientale con la creazione di una struttura
commissariale, prorogata di anno in anno per ben dieci anni quello
che si sottolinea è che l’apertura di un’indagine penale da
parte della procura di Udine, che ha, in sostanza, messo fortemente
in discussione non solo la struttura commissariale, ma anche la
stessa perimetrazione del sito di interesse nazionale (ritenuta in
ampia parte ingiustificata), è stata seguita da una serie di eventi
che, non è un caso, hanno portato alla revoca della struttura
commissariale ed alla riperimetrazione del sito di interesse
nazionale, alla luce delle modifiche di recente introdotte
all’articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
I
siti di interesse nazionale in Italia sono ben 57 e coprono una
superficie corrispondente a circa il 3 per cento del territorio
italiano . E l'attività di perimetrazione è determinante in tale
settore poiché questa costituisce, a detta della Commissione, quanto
di più definitivo nel procedimento finalizzato alla bonifica.
La
perimetrazione viene infatti effettuata dal Ministero dell’ambiente,
sentiti comuni, province, regioni ed altri enti locali, e i territori
vengono individuati sulla base di criteri generali fissati
dall’articolo
252
decreto legislativo n. 152 del 2006, mentre non è richiesta
un’approfondita istruttoria da parte degli enti locali che devono
esprimere il loro parere, né da parte dello stesso Ministero.
La
Commissione parlamentare d'inchiesta, per il sito di interesse
nazionale, della Laguna di Grado e Marano, rileva che vi è un’area
a terra riconducibile a circa 300 proprietari, e non si tratta di un
caso isolato. La nuova perimetrazione è stata oggetto di un decreto
del ministro dell’ambiente del 12 dicembre 2012, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2013, che, prendendo atto della
nuova proposta di perimetrazione trasmessa dalla regione Friuli
Venezia Giulia e deliberata dalla conferenza di servizi del 31
ottobre 2012, di fatto limita l’ambito del sito di interesse
nazionale agli impianti Caffaro (chimica di base), a una discarica
che vi è collegata, al canale Banduzzi che consente il collegamento
del polo chimico con la laguna e il mare.
L'attenzione
dunque sussiste anche vero il Friuli Venezia Giulia, ricordando, per
usare le parole della Commissione, che i reati che vengono consumati
nell’ambito dei procedimenti di bonifica sono i più disparati, dai
reati contemplati nel testo unico ambientale, ai reati contro la
pubblica amministrazione, ai reati a base fraudolenta (per esempio,
nell’indagine della procura di Udine sono stati contestati i reati
di peculato e truffa ai danni dello Stato), dunque l'attività di
monitoraggio deve assolutamente continuare.
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