Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trasformiamo l'albero di natale di Trieste nell'albero della protesta



Questa volta non è stato necessario cambiare l'albero.
Ma in compenso, nella monumentale Piazza dell'Unità d'Italia di Trieste, sotto l'albero ecco apparire il presepio.
Una tradizione medievale che esiste, resiste e persiste.
Una Piazza avvolta, al calar del sole, da luci colorate, da faretti che proiettano sulla fredda pavimentazione di quell'immenso spazio urbano, alberi virtuali.
Passato, presente e futuro uniti dalla tradizione.
Eppure quell'albero solitario, in questo tempo dalle grandi speculazioni finanziarie, dalle grandi crisi sociali, depressioni e repressioni, oggi dovrebbe avere un senso diverso.
Ai lati dell'albero si nota una piccola cassetta in legno.
Riempiamola di contenuti con una lettera.
Una busta da lettera vuota, con scritto, nella parte riservata al mittente, solo il nome di chi il lavoro oggi ha perso, di chi il lavoro non ha, di chi non ha visto, nel proprio piccolo mondo, applicata la Costituzione italiana, in particolar modo il decantato articolo 1.
Un gesto simbolico di protesta manifesta.
Un gesto per rendere visibile, anche con una lettera vuota al suo interno, come vuota è la Costituzione se non applicata e rispettata, e piena di contenuti all'esterno con l'indicazione del nome, il lavoro che non c'è.
Quel nome è una persona.
Quel nome è una individualità che vive nella collettività, nella tua città.
Quel nome ora è visibile.

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