La
proposta di Legge , di matrice leghista, 1428 assegnata alla
VII Commissione (Cultura) della Camera, continua
il suo cammino. Una proposta del luglio del 2008 che dopo vari iter
nella commissione cultura si appresta a conseguire a breve il
trasferimento in sede legislativa .
Nella
relazione di accompagnamento si legge che la
presente proposta di legge intende salvaguardare il patrimonio
geografico storico, linguistico e culturale territoriale e regionale,
inserendolo nel curriculum
scolastico
obbligatorio dello studente, accuratamente armonizzato, come già
avviene con successo in molte scuole del Piemonte, del Friuli Venezia
Giulia, del Trentino-Alto Adige e della Valle d’Aosta.
Si
vuole in sostanza recuperare la valenza educativa e formativa,
rendendola obbligatoria, delle tradizioni etniche, folcloriche,
artistiche e artigianali diversissime da regione a regione, che,
secondo la relatrice della proposta di legge, devono trovare libera
espressione in scuole i cui curricula sono sensibili e aperti
alle esigenze locali.
Conseguentemente
vi saranno nuovi nuovi testi di studio, nuovi curricula,
nuove iniziative dettati dalle « specificità locali e regionali ».
Lo studio di « geografia e storia » dovrà essere sempre più
specializzato e più dettagliato relativamente alle realtà
regionali. La relazione si sofferma in particolar modo sul
Risorgimento stesso rilevando che deve essere ri-studiato su basi «
anche » regionali, entro cui il contributo assai diverso delle varie
regioni deve essere debitamente illustrato.
Ma
cosa accadrà nella sostanza?
Nell’ambito
dell’autonomia dell’offerta formativa, le istituzioni
scolastiche, in conformità a quanto previsto dalla detta proposta di
legge attueranno piani di studio personalizzati, singolarmente o
in forma associata, provvedendo all’integrazione dei testi
scolastici, con specifiche unità didattiche dedicate alla storia,
alla geografia, alla lingua e alla cultura di ciascun territorio
regionale, per uno studio comparato, specializzato e dettagliato
delle tradizioni storiche, etniche, folcloriche, artistiche
e artigianali delle singole comunità territoriali di appartenenza,
nonché prevedendo l’assegnazione di tecnologie software e
di archivi elettronici.
Per
attuare tutto ciò sarà possibile per le istituzioni scolastiche
stipulare convenzioni, ai sensi dell’articolo 21, comma 12, della
legge 15 marzo 1997, n. 59, con le università statali o private
per l’istituzione di corsi di storia, geografia, lingua e cultura
delle comunità territoriali e regionali, finalizzati ad agevolare la
ricerca e le attività formative dei docenti.
Insomma
il federalismo culturale ed educativo è alle porte.
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