Chiedo la diffusione, se condiviso, di
questo appello.
E' innegabile che la libertà
d'informazione, come attuata e vigente in Italia, sia una libertà
relativa.
Relativa perché ogni quotidiano ha un
proprio editore che risponde all'interesse di una data lobby
economica e di potere e si arroga il diritto di informare.
Diritto concesso dalla società.
Relativa perché la notizia viene
governata per fini di potere.
Relativa perché la stampa che
condiziona l'opinione pubblica governando la notizia è piegata al
volere predeterminato non rispettoso di quella oggettività che
dovrebbe fondare il tempio dell'informazione.
Libertà di informare, di essere
informati.
Una libertà legata al concetto del
profitto, una libertà schiavizzata dal sistema.
Chi pretende di informare i cittadini,
si assume una enorme responsabilità sociale, etica e morale.
Chi può farlo è colui che ha mezzi e
strumenti economici.
Ed ovviamente indirizza l'opinione
pubblica verso la via del proprio giardino dell'ignoranza.
Il caso dello sciopero del 26 novembre,
rinviato per motivi effimeri, ha dimostrato come la casta di chi
consapevolmente o meno regge il trono della non informazione,
spacciata per tale, sia piegata al potere.
Una lettera invocata del Presidente del
Senato sollecita un rinvio dello sciopero, ma il reale motivo era ed
altro non poteva essere che le note e tristi primarie del PD.
Dovevano dare enfasi mediatica alle primarie del Pd, facendo credere
alla gente comune che in Italia è ritornata la voglia di partecipare
alla loro politica partitica.
Falso.
Chi ha votato non rappresenta il
partito del non voto, che ad oggi è pari al 40% dell'elettorato.
Come premio per aver chinato la testa,
inscenando il tetro teatro del bavaglio, ecco il Parlamento bocciare
la norma della controversia.
Questa è una vergogna colossale.
Ed allora dobbiamo essere noi cittadini
a dire basta.
Dobbiamo essere noi a scioperare.
Scioperiamo contro l'informazione
dirottata, contro la non libertà dell'informazione, per la dignità
di essere informati correttamente.
Da oggi e per una settimana non
acquistiamo i quotidiani.
Diamo un segnale chiaro, preciso e
conciso.
Basta con le prese in giro, basta alla
casta della stampa, basta alle lobby economiche che governano la non
libertà d'informazione.
La rete è destinata a regnare sovrana
in questo campo, ed allora facciamo rete per noi, per la nostra
indipendenza, per la nostra consapevolezza.
Difendiamo la libertà d'informazione,
non come slogan elettorale, ma come sostanza e bene comune reale.
Scioperiamo, subito.
Cordialmente,
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