Scrivo da persona che nel proprio
piccolo ha sempre contrastato il fenomeno umano reale e sociale quale
quello mafioso con tutte le sue articolazioni, siano esse
'ndranghetiste, camorriste e così via dicendo, nell'infinità delle
mafie territoriali.
Parto da un presupposto che ho già
enunciato in passato più volte.
Le mafie che oggi conosciamo, così
come evolute, avranno vita fin quando avrà vita il capitalismo,
poiché le mafie sono una costola essenziale dello stesso
capitalismo.
Il Giudice Giovanni Falcone le relegava
anche nel fenomeno umano.
Giusto, ma fenomeno umano è anche il
capitalismo, dunque o sparisce il genere umano o sparisce il
capitalismo, altrimenti le mafie, queste mafie, saranno destinate a
perdurare per lungo tempo ancora.
La società di oggi giorno è mafiosa.
Il senso di appartenenza,denunciato
anche dall'attuale Sindaco di Palermo, non è a parer mio solo una
questione mafiosa, ma sistemica.
Se vuoi essere qualcuno devi
appartenere ad un gruppo, ad un partito, ad un sindacato, ad una
società nella società.
D'altronde la 'ndrangheta è definita
dagli stessi 'ndranghetisti come società, ed un motivo vi sarà.
Verrai identificato, rispettato, nel
sistema presente, come Tizio che è del gruppo x,y,z, e non come
semplicemente Tizio, perché quel Tizio sarà semplicemente nessuno.
Ma non il Nessuno dell'Odissea, ma
semplicemente un nessuno qualunque che vivrà la propria odissea
sociale.
Così è anche per colui che è emerso
senza appartenere alla società. Se è emerso non è per il proprio
merito, ma semplicemente perché utile a qualche causa sponsorizzata
direttamente o meno, nel nome del solito maledetto profitto, dalla
realtà sociale interessata.
Dunque la nostra società è mafiosa
dentro, siamo in prevalenza mafiosi.
Cambiano i modi, cambiano le regole,
cambiano i metodi, ma l'obiettivo è sempre lo stesso, il profitto e
l'essere qualcuno.
Non dimenticherò mai le parole espresse da un presunto compagno di lotta e partito in
un paese della Calabria,quando mi venne
mostrato un quadretto del Che... “questo mi è stato regalato da una
persona appartenente ad una nota famiglia 'ndranghetista, loro
aiutano la povera gente”.
In effetti i mafiosi, con i loro
metodi, garantiscono da un lato un lavoro a persone con tanto di
puntualità nel pagamento delle buste paga, anche se pretendono il
pagamento del pizzo, una sorta di tassa di garanzia dello Stato mafioso nello
Stato italiano.
L'Italia ora è unita.
Unita dalle mafie, nelle mafie, con le mafie.
L'unico modo per sconfiggere la mafia è
fare in modo che la mafia sia costretta a legalizzarsi.
Che scenda direttamente e formalmente
in campo, visto che di fatto lo è già.
Che presenti un proprio programma
politico e sociale, che faccia un proprio partito, il partito della
'ndrangheta, della mafia, della camorra, della Sacra corona Unita.
Ovviamente molti si potrebbero
domandare ma perché le mafie dovrebbero compromettersi con quel
sistema da cui traggono solo benefici?
Se si legalizzasse la mafia,
costringendola a tale passaggio, rendendola anche formalmente, visto
che sostanzialmente lo è già, parte attiva della democrazia
imperfetta esistente, forse qualcosa, anche a livello di
consapevolezza, muterebbe.
La mafia, come oggi esistente, esisterà
fino a quando esisterà il capitalismo.
Le battaglie repressive
continueranno,ma il fiume della società mafiosa è inarrestabile.
Dunque o si realizzerà un processo rivoluzionario inevitabilmente violento destinato a spazzare via il capitalismo con tutte le sue costole, oppure si deve accettare l'idea che l'unico modo per annientare la mafia, qualsiasi mafia, è solo quello di renderla partecipe formalmente nei processi elettivi democratici oggi esistenti.
Marco Barone
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