C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Legalizzare le mafie



Scrivo da persona che nel proprio piccolo ha sempre contrastato il fenomeno umano reale e sociale quale quello mafioso con tutte le sue articolazioni, siano esse 'ndranghetiste, camorriste e così via dicendo, nell'infinità delle mafie territoriali.
Parto da un presupposto che ho già enunciato in passato più volte.
Le mafie che oggi conosciamo, così come evolute, avranno vita fin quando avrà vita il capitalismo, poiché le mafie sono una costola essenziale dello stesso capitalismo.
Il Giudice Giovanni Falcone le relegava anche nel fenomeno umano.
Giusto, ma fenomeno umano è anche il capitalismo, dunque o sparisce il genere umano o sparisce il capitalismo, altrimenti le mafie, queste mafie, saranno destinate a perdurare per lungo tempo ancora.
La società di oggi giorno è mafiosa.
Il senso di appartenenza,denunciato anche dall'attuale Sindaco di Palermo, non è a parer mio solo una questione mafiosa, ma sistemica.
Se vuoi essere qualcuno devi appartenere ad un gruppo, ad un partito, ad un sindacato, ad una società nella società.
D'altronde la 'ndrangheta è definita dagli stessi 'ndranghetisti come società, ed un motivo vi sarà.
Verrai identificato, rispettato, nel sistema presente, come Tizio che è del gruppo x,y,z, e non come semplicemente Tizio, perché quel Tizio sarà semplicemente nessuno.
Ma non il Nessuno dell'Odissea, ma semplicemente un nessuno qualunque che vivrà la propria odissea sociale.
Così è anche per colui che è emerso senza appartenere alla società. Se è emerso non è per il proprio merito, ma semplicemente perché utile a qualche causa sponsorizzata direttamente o meno, nel nome del solito maledetto profitto, dalla realtà sociale interessata.
Dunque la nostra società è mafiosa dentro, siamo in prevalenza mafiosi.
Cambiano i modi, cambiano le regole, cambiano i metodi, ma l'obiettivo è sempre lo stesso, il profitto e l'essere qualcuno.
Non dimenticherò mai le parole espresse da un presunto compagno di lotta e partito  in un paese della Calabria,quando mi venne mostrato un quadretto del Che... “questo mi è stato regalato da una persona appartenente ad una nota famiglia 'ndranghetista, loro aiutano la povera gente”.
In effetti i mafiosi, con i loro metodi, garantiscono da un lato un lavoro a persone con tanto di puntualità nel pagamento delle buste paga, anche se pretendono il pagamento del pizzo, una sorta di tassa di garanzia dello Stato mafioso nello Stato italiano.
L'Italia ora è unita.
Unita dalle mafie, nelle mafie, con le mafie.
L'unico modo per sconfiggere la mafia è fare in modo che la mafia sia costretta a legalizzarsi.
Che scenda direttamente e formalmente in campo, visto che di fatto lo è già.
Che presenti un proprio programma politico e sociale, che faccia un proprio partito, il partito della 'ndrangheta, della mafia, della camorra, della Sacra corona Unita.
Ovviamente molti si potrebbero domandare ma perché le mafie dovrebbero compromettersi con quel sistema da cui traggono solo benefici?
Se si legalizzasse la mafia, costringendola a tale passaggio, rendendola anche formalmente, visto che sostanzialmente lo è già, parte attiva della democrazia imperfetta esistente, forse qualcosa, anche a livello di consapevolezza, muterebbe.
La mafia, come oggi esistente, esisterà fino a quando esisterà il capitalismo.
Le battaglie repressive continueranno,ma il fiume della società mafiosa è inarrestabile.
Dunque o si realizzerà un processo rivoluzionario inevitabilmente violento destinato a spazzare via il capitalismo con tutte le sue costole, oppure si deve accettare l'idea che l'unico modo per annientare la mafia, qualsiasi mafia, è solo quello di renderla partecipe formalmente nei processi  elettivi democratici oggi esistenti.


Marco Barone

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