Le scuole italiane sono in movimento.
Da giorni, sia le assemblee dei lavoratori che i collegi docenti,
da Trieste a Palermo, producono centinaia di documenti che hanno come
scopo quello di mettere nero su bianco il no a tutte quelle attività
che non sono obbligatorie per i docenti, ma semplicemente
facoltative. Il tutto per dire no al PDL Aprea/Ghizzoni, all'Invalsi,
alle violazione delle prerogative contrattuali.
Arrivano però voci, come sollevate da alcune realtà sindacali
che più che tutelare i lavoratori sembrano voler tutelare i ruoli
gerarchici nella scuola, che non si può rifiutare l'attività di
coordinatore di classe.
Questo è un falso clamoroso.
Come prima cosa deve essere ricordato che quella del coordinatore
di classe è una figura sui generis non prevista nell'ordinamento
giuridico che caratterizza la vita scolastica del personale docente.
E' prerogativa del Dirigente scolastico quella di coordinare ma
è pur vero che con atto scritto avente valore di delega, dopo aver
previsto la scuola tale figura all'interno del POF, può conferire la
detta funzione ad un docente che ha manifestato la disponibilità in
tal senso.
Dunque può e disponibilità.
Non si deve e né è obbligatorio.
Il Coordinatore di classe di norma si occupa di varie attività
come mantenere la collaborazione con gli altri docenti, verificare la
regolare frequenza degli studenti, segnala i problemi che si possono
verificare in una data classe . Spesso che si assume questa delega
vive personalmente un ruolo di gerarchia improprio esplicando la
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e
organizzativa.
Ma essendo una figura non obbligatoria, fondata sul principio
della libera disponibilità, il docente in qualsiasi momento può
produrre le dimissioni. La motivazione non è richiesta e non è
neanche obbligatoria.
Il Dirigente scolastico se vuole imporre questa attività altra
possibilità non ha che quella di emettere ordine di servizio, ma che
rischia di essere palesemente illegittimo, per i motivi appena
citati, incrementando dunque l'inevitabile contenzioso che verrà.
Ma se l'ordine di servizio verrà emanato probabilmente si
verificherà anche una risposta collettiva all'intero della scuola
medesima, poiché queste battaglie non sono più individuali ma
collettive, finalizzate a ripristinare il carattere pubblico ad una
scuola di stampo aziendalista.
Nessuna colpa potrà essere addebitata ai docenti se le scuole cammineranno con lentezza.
D'altronde una sana lentezza può essere utile per riflettere meglio sul ruolo dell'istruzione pubblica che vive una involuzione a dir poco preoccupante.
Marco Barone
xcolpevolex
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