Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Trieste: caso Porto vecchio, facciamo un referendum consultivo



E' una storia lunga, che attraversa secoli di passioni e sentimenti, di guerre e tragedie umane e disumane, di interessi economici e di poteri . Quella del porto vecchio di Trieste è una questione di interesse internazionale che parte dal lontano 1719, da quando l'Imperatore Carlo VI dichiarò la città di Trieste porto franco, poi venne lentamente ultimato il porto vecchio ove, con accordi internazionali la cui natura è ancora oggi soggetta a dubbi interpretativi, è stato imprigionato il punto franco.
Franco da ogni intento univoco e condiviso, colmo di interessi di varia natura.
Ma sembra di essere giunti ad un bivio.
A breve il Sindaco della Città sfiderà la legalità internazionale, con una passeggiata che condurrà i cittadini di Trieste all'interno di quel luogo che con i suoi circa settecentomila metri quadrati di mera archeologia industriale, storia, passione ed emozione, rappresenta il che fare? tutto triestino.
Questa sarà l'ennesima conferma del labile confine tra il legale ed il legittimo.
Cosa fare del porto vecchio con il suo punto franco?
Alberghi, negozi, spazi espositivi, porti turistici ?
O semplicemente un porto franco?
Tra ostruzionismi, conflitti, burocrazia, Autorità contro Autorità, politica contro politica, in pieno periodi di crisi speculativa ed economica, forse sarebbe il caso di dare, anche in modo non legalmente vincolante, ma certamente sostanzialmente vincolante, la parola ai cittadini.
Perché non realizzare un referendum comunale consultivo sul Porto Vecchio e Punto Franco di Trieste?
Un referendum che dovrebbe prevedere, tra i suoi quesiti, anche i progetti che si vogliono realizzare nell'una o nell'altra direzione.
Visto che si parla tanto di democrazia partecipativa, questo potrebbe essere un buon passo per la realizzazione di quel processo di democrazia di cui si parla a volte sottovoce a volte ad alta voce.

Commenti

  1. Trieste visita al Porto Vecchio

    Complimenti per l'iniziativa del Sindaco, anche se rimane comunque il rammarico di non aver potuto consentire alla cittadinanza di poter rendersi realmente conto di cosa sia realmente il Porto Vecchio, iniziativa che certamente condivido anche perché avendo trascorso una significativa parte della mia vita lavorativa tra queste mura, posso certamente confermare/assicurare che ormai per giustificate e difficilmente contestabili ragioni, per questo sito non ci potrà più essere un futuro operativo "in termini di portualità propriamente detta".

    Quindi non riesco ad immaginare altre soluzioni che non contemplino lo spostamento del Punto Franco in atre zone poste sul nostro litorale certamente molto più appetibili in termini operativi >>> http://triestesuperporto.jimdo.com <<< e poter quindi nel contempo finalmente consentire alla Città di poter fruire di questo magnifico sito, magnifico sia per il suo inestimabile valore architettonico che per i ritorni economico/occupazionali che sarebbe certamente in grado di generare.

    Brunello Zanitti Giuliano

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  2. Porto vecchio e possibili scenari futuri per la Crocieristica Triestina.
    >>> http://trieste-terminal-passeggeri.jimdo.com


    Forse per guardare serenamente al futuro e rilanciare questo comparto sarebbe il caso che anche a Trieste si meditasse sulla necessità di dover individuare sul nostro frontemare un nuovo sito in cui poter pianificare la realizzazione >>> di un moderno Terminal Passeggeri <<< adeguatamente dimensionato ed attrezzato “ poiché bisogna essere ben coscienti che le nostre datate infrastrutture ” non sono certamente in grado di supportare quelle che sono le notevoli ed ineludibili variegate esigenze operative, relative a questa particolare tipologia di Traffici.
    Le carenze sono da imputare essenzialmente alla particolare collocazione della nostra Stazione Marittima, inserita com’è in un area limitata e gia di per se particolarmente congestionata, condizioni queste che non sono in grado di assicurare un razionale espletamento delle operazioni di sbarco imbarco, le perplessità investono principalmente la logistica in quanto considerata l’esiguità degli spazi a disposizione “peraltro purtroppo non facilmente espandibili” non si potranno acrescere la qualità e la quantità dei servizi a disposizione delle migliaia di turisti che queste navi solitamente trasportano e neppure parcheggiare convenientemente i Pulman o i Tir per le forniture di bordo o sistemare temporaneamente (per la durata della vacanza) le autovetture dei Croceristi, senza andare a compromettere in modo significativo sia il decoro del nostro bellissimo lungomare che la normale fruibilità delle Rive Triestine, credo sia molto facile immaginare quale potrebbe essere il caos che si andrebbe a creare “sulle nostre splendide citate Rive” se le toccate delle motonavi fossero particolarmente ravvicinate. Caos e congestione del traffico e drastica riduzione della disponibilità di parcheggi sulle Rive che rischierebbero chiaramente di danneggiare sia il turismo tradizionale che condizionare lo sviluppo della redditizia attività Congressuale.




    Per sopperire alle citate carenze, bisognava individuare un sito alternativo in cui poter realizzare una nuova Stazione Marittima, ed uno dei Siti potenzialmente in grado di assecondare le particolari esigenze degli Hub Croceristici, ma senza andare ad incidere negativamente sul tessuto urbano cittadino “ penso potrebbe essere il Porto Vecchio ”.
    Non penso comunque che l’opzione Porto Vecchio possa risultare nel complesso più problematica e costosa rispetto all’insieme delle varie opere “ parcheggi sotterranei ed aree di sosta per Pulman e Tir ” che sono assolutamente indispensabili e che bisogna realizzare per poter adeguare almeno parzialmente l’attuale assetto infrastrutturale della Stazione Marittima agli standard minimali normalmente richiesti da questa particolare tipologia di Traffici.
    Sarebbe anche il caso di tenere in debita considerazione che il sito del Porto Vecchio ci consentirebbe di sfruttare anche una nostra straordinaria opportunità >>> poter riunire in un unico ambito logistico funzionale <<< le varie tipologie di trasporto legate alla mobilità delle persone “Stazione Ferroviaria - Stazione Autocorriere – Terminal Crociere” ed il tutto adeguatamente supportato da notevoli aree a disposizione da poter adibire anche a parcheggi d’interscambio.
    Per concludere penso che non si debba neppure sottovalutare il fatto “ che la realizzazione di un moderno Terminal Passeggeri in Porto Vecchio ” sarebbe anche in grado di allentare le tensioni che attualmente aleggiano sul futuro delle Aree soggette al Regime di Porto Franco, situazione questa che di fatto impedisce una razionale riconversione in chiave cittadina di questo nostro magnifico Sito.
    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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