La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Suicidarsi per la paura di invecchiare



Cosa vuol dire invecchiare? Molti hanno timore della vecchiaia, un fattore naturale, una delle tappe che caratterizzano la nostra vita, eppure la vecchiaia la si teme, forse anche più della morte.
Penso alla sensazione comune che emerge quando si parla, volgarmente quasi come una sorta di insulto che ha lo scopo di allontanare ciò che un giorno anche noi vivremo, di vecchiaia.
Vecchio rimbambito, sei un vecchio rincitrullito, sei semplicemente vecchio, frasi tipiche di questa società. Si dedica poca attenzione alle problematiche della vecchiaia, ai disagi che le persone si trovano a vivere per le condizioni naturali di età spesso relegate nel labirinto della burocrazia.
Tale rifiuto, tale disinteressamento, tale volgarità altro non è che il rifiuto di un qualcosa che un giorno anche tu comune mortale dovrai vivere.
Questo tempo ha drogato sia l'individuo che la società con l'estremizzazione della competizione, della bellezza fisica, dell'apparenza, tutti fattori che inevitabilmente si scontrano con l'inevitabile divenir vecchi.
Un tempo la vecchiaia era sinonimo di saggezza, vita vissuta, insegnamenti, riflessioni, oggi è un malanno da evitare.
Penso al caso, di cui poco si è parlato, di Vittorio Colò. Ha sfidato l'età con varie competizioni sportive, record contro record nella categoria over 90.
Poi un giorno, un colpo secco ha infranto il silenzio avvolto dal profumo dell'incenso nella chiesa ove Vittorio si è privato della vita.
Ha scelto.
Un gesto violento.
Una violenza che rifiuta la vecchiaia a 101 anni.
E' stato ucciso dalla società.
Da quella società che induce all'apparenza, che omologa gli individui, che ha mutato la vecchiaia in una bestia da evitare o uccidere.
Abbiamo smarrito il senso del limite, forse qualcuno dovrà ricordarsi che non siamo certamente immortali, che la vita inizia con un respiro e finirà con un sospiro.
Siamo mortali, la vecchiaia è un fattore naturale che non deve essere ripudiato.
Un giorno anche io, come tutti, vivremo la vecchiaia, ma sarà la consapevolezza di questo naturale passaggio a rendere meno pesante ciò che sarà inevitabilmente pesante,dunque lo ribadisco, non dimentichiamolo, un giorno vivremo anche noi la vecchiaia.

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