Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Gran Maestro Monti impone il suo ordine



Viviamo in uno Stato ove pacificamente è stato ammesso da tutte le componenti sociali e politiche che la democrazia è sospesa.
Certo, l'elezione istituzionale dell'attuale Presidente del Consiglio è avvenuta in conformità alla Costituzione, ma nello stesso tempo nella violazione sostanziale della sovranità popolare.
Democrazia sospesa ove tutto è possibile.
E così è.
Ogni giorno, frasi, attacchi, e norme di ogni natura, corrono nella direzione dell'antidemocrazia reale e sostanziale, però comoda alle principali forze politiche complici di questo governo, che presto verranno chiamate a giudizio dall'elettorato e verranno sanzionate, una sanzione che renderà inevitabile la scelta già scritta, un nuovo mandato per il governo Monti.
Insomma siamo finiti in una bella rete.
Al meeting di Rimini, il premier ha svelato il suo ruolo di Gran Maestro, citando una metafora chiara ed inequivocabile.
Al tempo stesso è giusto ricordare, ed è un punto molto importante, che nel percorso che avete intrapreso non siete soli. Come per gli allievi del film, che hanno la fortuna di incontrare un professore che li guida attraverso le difficoltà, anche per voi c'è una guida, ed è una guida presente.”

Una guida presente e visibile, espressione di quell'ordine nuovo emergente, per affrontare quel caos esistente e voluto e predeterminato che dovrà giungere ad una soluzione.
Anzi alla soluzione.
Ed ecco che Monti parla di uscita dalla crisi, che questa è vicina.
Crisi, ovvero dal greco κρίσις, scelta, già nel senso di scelta, ovvero che la realizzazione della scelta finale è vicina.
Ed infatti lo stesso Monti esprime chiaramente il concetto che nel mondo esistono problemi di varia natura, correlati anche ai mutamenti climatici e pertanto sarebbe auspicabile una legislazione univoca omogenea espressa da vari paesi del mondo, che ovviamente non riguardi solo la questione clima.
Questo pensiero lo ha espresso verso le battute finali del suo discorso, un pensiero chiaro, preciso e conciso.
Una legislazione univoca, ovvero omogenea, altro non è che la realizzazione di una sola regola, applicata in tutto il sistema.
Un solo ordine per affrontare il caos.
Quell'ordine di cui Monti è la più alta espressione in Italia ed in Europa.
Certamente gli illuminati avranno individuato lo stesso vitriol, ovvero quella pietra nascosta che consentirà loro, nello spirito dell'indissolubile fratellanza, di governare l'esistente.

Esistente senza democrazia e concessioni, ove anche il diritto di espressione dovrà essere regolamentato.
Monti ha ricordato, a tal proposito, prima sostenendo che avrebbe detto, poi che avrebbe suggerito ai vertici della RAI di evitare di usare nei notiziari la parola "furbi" per parlare degli evasori, in quanto "non si possono dare messaggi, neanche subliminali, positivi verso modelli che distruggono la società italiana".

Ora non voglio entrare nel merito furbi o non furbi, ma un capo del governo che diffida i giornalisti dall'usare una certa e data terminologia mi sembra un qualcosa di allarmante, che dovrebbe far sollevare dalla sedia ogni persona che vuole difendere il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Ma non ho percepito alcuna reazione, anzi mi è sembrato di capire che lo schiaffo del Gran Maestro Monti ha indirizzato i soggetti che governano la non libera informazione, verso quella giusta strada illuminata dalla volontà di chi oggi e domani governerà il nuovo sistema di potere nascente.
La cosa che mi preoccupa più di ogni altra concezione, è che questi soggetti non si nascondono più in qualche salotto buio e non visibile ai comuni mortali, ma che ora si muovono alla luce del sole, mostrandosi ed imponendo la loro via come la cosa più naturale di questo povero mondo.

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