Settembre è vicino, le scuole
riprendono il loro ordinario cammino, pur nel caos burocratico e
normativo esistente, ma nonostante tutto si continua.
Alcuni collegi docenti sono già stati
realizzati, altri verranno, in alcune scuole si conoscerà l'ennesimo
nuovo dirigente scolastico, tra chi sarà semplicemente reggente tra
chi avrà l'incarico di presidenza o sarà titolare, si conosceranno
i nuovi colleghi, altri si saluteranno.
Molti lavoratori precari hanno perso il
lavoro, le ore assegnate, grazie al dimensionamento, alle revisioni
delle scuole, ai tagli, erano poche, alcuni si chiederanno ma il
Salva Precari uscirà? Certamente nell'anno scolastico 2012/2013 la
platea dei potenziali destinatari sarà a dir poco corposa.
Intanto si sopravvive con la
disoccupazione ordinaria.
Ordinaria come la disoccupazione in
questo Paese, ordinaria come quella depressione che si abbatte su
migliaia di lavoratori che hanno perso l'entusiasmo di insegnare.
Arrivano le prime telefonate dei
colleghi, si riscaldano i motori, si ripeterà nella propria mente,
le vacanze son finite, si saluta il mare, e non appena si
giungerà innanzi alla porta della scuola ecco il secondo sacro di
silenzio.
Uno sguardo fugace alla porta, uno
sguardo fugace alla strada, poi incontrerai un tuo collega, ed il
pensiero di fuggire verrà catturato dal senso del dovere e dal senso
costrizione, per campare si deve lavorare, d'altronde devi reputarti
fortunato o fortunata, migliaia di persone sono senza lavoro.
Ma il problema è che si inizierà a
lavorare già stanchi. Una stanchezza precoce mentale che verrà
alimentata dalle problematiche reali che affossano ogni giorno la
scuola nel burrone del si salvi chi può.
E si gioca anche con la scacchiera
delle illusioni.
L'annuncio del concorso.
Ma come, molti si chiederanno, non
hanno ancora immesso in ruolo tutti quelli che hanno superato il
concorso del 1999 e ne indicono uno nuovo? Per non parlare delle
guerre tra precari...insomma uno stato di precarietà vigente che
potrà essere superato solo, e lo ribadisco ancora una volta, quando
i problemi diventeranno il problema, quando tutti i fronti
diventeranno il fronte, quando tutte le sotto-categorie del personale
scolastico si uniranno per la difesa del diritto al lavoro,
all'istruzione pubblica, ad una scuola degna di tal nome.
Scuola.
Una scuola dove non potrai neanche
infortunarti od ammalarti in via professionale, perché non hai
tutele. Hanno abolito la causa di servizio, l'Inail assicura solo una
parte limitata del personale scolastico, ma questa problematica non
interessa. Eppure sono stato uno dei primi, se non il primo, in
Italia, a denunciare questa nefandezza, ho sollevato tale questione
anche al Ministero dell'Istruzione, ma il silenzio prevale,
l'indifferenza anche. D'altronde devono essere incentivate le
assicurazioni private.
Certo uno potrebbe anche rilevare che sono due anni che fanno vivere l'inferno al personale docente idoneo ad altri compiti e che questo non è niente rispetto al vile attacco, sia umano che professionale, che subisce una persona che ha avuto nella vita la sfortuna di incontrare e conoscere la sofferenza fisica e psicofisica.
E lo stress avanza.
Sì, lo stress a scuola è elevato.
Classi affollate, conflitto perdurante, lavoro che continua anche a
casa, ma non avrai tutele, niente.
Ancora lui, il niente.
Insomma le vacanze sono finite.
Si ricomincia, ma suggerisco a tutte e
tutti di ricominciare con lentezza, con quella lentezza che deve
salvaguardare la propria dignità professionale, ed umana, ed il
diritto alla salute, che lo Stato ignora. Non ne vale la pena far
mutare il proprio sangue in acqua salata per un sistema che è
fallito.
Lavoriamo con lentezza, il tempo ti
ripagherà.
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