Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il lavoro dei dirigenti comunali è “valutato” dalla politica o dai cittadini?




E' stata recentemente resa nota una comunicazione, considerata come circolare, che il Sindaco di Trieste, ha inviato ai dirigenti comunali e per conoscenza agli assessori della sua giunta, per delle problematiche varie figlie di quelle lamentele, spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche, che certamente hanno creato allarme “rosso” nel palazzo “sipario” cittadino.
Il Piccolo di Trieste nella giornata del 30 luglio rendeva noto l' articolato inciso che seguirà, tratto certamente dalla circolare inviata dal Sindaco, ad alcuni dipendenti comunali.
«Visto che ormai è evidente che dobbiamo fare i conti con un’opposizione piuttosto agguerrita su questi aspetti, e talora munita di lente degna del miglior Sherlock Holmes, e tenuto conto soprattutto dell’attenzione che tutti noi dobbiamo al raggiungimento della maggior correttezza amministrativa possibile, colgo l’occasione per raccomandare a tutti la massima attenzione anche a questi aspetti in modo da ridurre, e se possibile eliminare, il rischio di contestazioni, certo eccessive ma comunque spiacevoli soprattutto se talora non del tutto motivate»

Tono morbido, certamente particolare per il carattere che quella comunicazione doveva avere, poco formale, e forse anche romanzesco.
Non capita tutti i giorni di leggere una circolare o comunicazione del sindaco con il richiamo a Sherlock Holmes, direi che probabilmente, essendo personalmente un cultore del non formalismo e della non burocrazia che spesso compromette ogni senso reale di libertà, ho apprezzato il cercare di ricondurre il tutto in una sorta di atmosfera da giallo deduttivo, sono invece rimasto perplesso in merito al fatto che il lavoro dei dirigenti comunali venga valutato dalla politica e non dal reale datore di lavoro quale i cittadini.
Premesso che sono sempre stato critico in merito al concetto di valutazione, chi valuta il soggetto valutante? Quali sono i criteri? Quale etica? rilevo che non può essere la politica a condizionare l'operato del dipendente comunale.
I dirigenti del comune di Trieste, hanno guadagni elevati. Nel sito del Comune di Trieste, si legge nei dati aggiornati al 31 dicembre 2010, che lo stipendio massimo è quello del segretario generale pari ad euro 247.713,68 lorde, per arrivare ad un minimo stipendiale dirigenziale pari ad euro 88 mila circa, sempre lorde.
Gli stipendi dei dirigenti comunali vengono pagati anche grazie alle tasse imposte ai cittadini.
Ed allora l'operato dei dirigenti del comune di Trieste non deve sottostare  esclusivamente alla valutazione e strumentalizzazione della politica, anche se le nomine spesso sono espressione di indirizzi specifici politici e forse questo è il vero nodo della questione, ma ai doveri contrattuali ai diritti contrattuali e se devono rispondere a qualcuno, questo qualcuno si chiama in via prevalente cittadinanza e non certamente l'opposizione o maggioranza politica.
La politica di Palazzo invece deve farsi portavoce delle istanze dei cittadini, ma non strumentalizzare il lavoro dei dipendenti per motivi altri che sembrano condurre l'acqua verso il mulino della politica politichese piuttosto che verso il rispetto del principio del buon andamento dell'amministrazione pubblica.

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