La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

I giochi olimpici militari


 
La mia non sarà una riflessione polemica, ma una semplice constatazione di fatto.
A pochi giorni dall’avvio delle gare della trentesima edizione dei Giochi Olimpici di Londra, gli atleti delle Forze Armate hanno conquistato cinque medaglie: una d’oro, tre d’argento e una di bronzo.
Cinque medaglie conquistate da atleti militari, alle quali si aggiungono quelle conquistate dal gruppo sportivo della Polizia di Stato, per un totale di circa otto medaglie complessive conquistate sino al momento in cui scrivo questa riflessione, medaglie che probabilmente saranno destinate ad incrementare così come saranno destinate ad incrementare quelle conquistate dai gruppi sportivi militari e della polizia di Stato.
Il Ministro Di Paola nel formulare gli auguri agli atleti di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri per le Olimpiadi di Londra affermava che “Il binomio sport-vita militare – ha aggiunto - si fonda su un’etica condivisa, caratteristica dell’appartenenza ad un corpo militare così come ad un gruppo sportivo”.
Nulla di strano.
Gli atleti italiani che partecipano ai giochi olimpici sono prevalentemente militari, carabinieri, finanzieri, poliziotti e così via dicendo.
Civili pochi, pochissimi.
Perché questo dato ?
Effettuando un salto nel passato, un passato che potrebbe spiegare il perché di questa forte presenza militare nei giochi olimpici, emerge che un barone francese, Pierre de Coubertin, cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella guerra franco-prussiana (1870-1871). Con il tempo giunse alla conclusione che i francesi non avevano ricevuto un'educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. Su wikipedia si legge anche che De Coubertin voleva anche trovare un modo di avvicinare le nazioni, di permettere ai giovani del mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. E questa competizione è rappresentata dai giochi olimpici moderni.
Insomma se nell'antichità i giochi olimpici rappresentavano la tregua olimpica, e servivano alle popolazioni sia per contare i danni che per riprendersi dagli effetti lunghi e nefasti della guerra, i giochi olimpici moderni sono nati per mantenere in allenamento i militari per le guerre che verranno, attraverso i propri vari gruppi sportivi, e nello stesso tempo per avvicinare la popolazione all'ambiente militare medesimo.
Dovrebbero forse chiamarli, almeno per quanto concerne la partecipazione italiana, giochi olimpici militari, piuttosto che semplicemente giochi olimpici, sarebbe certamente una definizione eticamente corretta, per come funzionano i giochi olimpici e per come sono stati concepiti nell'epoca moderna.



Marco Barone

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