Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Riflessione sulla Violenza, partendo dal “caos “del CCF/Olga/FAI/FRI



So che questo scritto verrà letto da chi deve essere letto. Ed è specialmente a queste persone che mi rivolgo, persone che nella loro inconsapevolezza o forse consapevolezza, si sono rese complici del sistema che dicono di combattere.
Parto dall'attentato del 7 maggio avvenuto a Genova.
Attentato dove avrei tanti perché da rilevare. Perché l'intimidazione si verifica nel giorno delle elezioni amministrative e nessuno ha collegato le due cose? Perché arrivano cinque volantini BR di rivendicazione a Legnano che è comune soggetto ad elezioni amministrative ed ora al ballottaggio come Genova e dove la Franco Tosi, che in passato ha fatto parte del gruppo Finmeccanica, dopo essere stata acquisita proprio dall'Ansaldo riceve volantino BR? Perchè De Gennaro, viene nominato sottosegretario ai Servizi segreti, passando dal settore operativo a quello dirigenziale? Perchè proprio De Gennaro, che già a partire dalla fine del 2011 era uno dei nomi papabili destinati a dirigere Finmeccanica, di cui Adinolfi è uno dei massimi rappresentanti, visto che l'Ansaldo nucleare è del gruppo Finmeccanica?
Tante altre cose potrei rilevare, come ad esempio che l'inizio della dichiarazione “ di guerra” era stato anticipato, indicando, con il recapito proprio a Genova, anche la Città ove il fatto sarebbe accaduto, con il famoso e delirante comunicato dei nove italiani sconosciuti, giunta nella data del 5 aprile alla Rai di Genova. Probabilmente sarà stato un comunicato con cui si è voluto,appunto, comunicare che l'operazione poteva avere inizio.
Voglio anche riportare una citazione di Stirner, ben nota ad alcune realtà, «Nella concorrenza certamente ciascuno è solo. Ma quando forse un giorno la concorrenza scomparirà, perché si riconoscerà che l'azione comune è più profittevole dell'isolamento, non accadrà allora che ognuno sarà ugualmente egoista e alla ricerca del proprio utile?»
Certo, il CCF, afferma che “Per noi, il soggetto rivoluzionario è quello che si libera dagli obblighi del presente, mette in discussione lo stato di cose, e prende parte alla ricerca criminale della libertà.”v(Cospirazione delle Cellule di Fuoco da “Il sole sorge ancora”) , ma si rendono conto che con quell'azione ,si sono resi complici del sistema che dicono di voler combattere e contrastare? Da tempo mi chiedevo e scrivevo che in questa fase storica e sociale, dove sono attaccati su tutti i fronti i diritti dei lavoratori ed i diritti sociali, mancava solo l'inasprimento della repressione e delle misure del codice penale volte a tutelare il sistema esistente. Mancava la scusa.
Ed è arrivata. Puntuale come non mai. I compagni che militano in certi ambienti sono perennemente sotto controllo. Si controllano i siti internet, si controlla la comunicazione, si controlla tutto, ed a parer mio, è il sistema che ha permesso che quell'operazione giungesse a compimento. E' impensabile che nella società moderna, dove ogni cosa è soggetta a controllo possa essere sfuggita quell'operazione. Nel documento del 5 aprile si diceva che lo Stato arriverà sempre secondo. Ma ne siamo certi? Lo Stato non arriva mai secondo, lo Stato con i suoi apparati conosce, lo Stato con i suoi apparati non poteva non sapere. Arriva fittiziamente secondo, perchè deve trarne utilità. Ed anche in questo caso, nell'apparente caos, utilità è tratta.
Quell'azione ha permesso la realizzazione di ciò che a breve vedremo. E se arriverà la seconda intimidazione materiale il dado sarà totalmente tratto. Ed allora, forse nella vostra inconsapevolezza, riflettete. Riflettete sul fatto che forse pur non volendolo siete complici di questo sistema. Colpiranno la rete, colpiranno la stampa indipendente, colpiranno ambienti di conflitto sociale , colpiranno chi dice no. Qualsiasi azione che deve trovare affermazione non può e non deve minare la collettività, la lotta, esiste una forma di responsabilità individuale che deve necessariamente guardare la collettività. E poi non comprendo il perché dell'utilizzo della pistola. La CCF greca, a cui dite di ispirarvi, mai hanno utilizzato quell'arma, mai hanno colpito le singole persone, ma solo ed esclusivamente le cose, recando danni materiali alle cose per contrastare il sistema. L'anarchia che voi attaccate è altra cosa, è altra cosa perché è responsabile, perché tutela la collettività, e certamente non diviene complice di quel sistema che vuole contrastare così come ora accaduto.
E la conferma di ciò è data anche dai media. Si è dedicato un grandissimo spazio a quel gesto, proprio come pretesto per creare terrore, paura e legittimare l'azione repressiva ex toto. Eppure non accade la stessa cosa quando è la violenza del sistema ad uccidere. In quel caso si vive una sorta di normalizzazione, come se fosse cosa ordinaria. L'ordinarietà è volta ad abituare la collettività, a normalizzare ciò che non dovrebbe essere normalizzato, ad adattare l'individuo ad un qualcosa a cui si deve essere adattati. Penso alle morti sul lavoro, alle povere persone immigrate morte in quel mare in cui vedevano la speranza della libertà divenire cosa concreta, penso alle mafie che giorno dopo giorno minano ogni fondamento della democrazia, penso alle morti nelle galere. Galere che dovrebbero, follemente avere lo scopo rieducativo, dovrebbero favorire il reinserimento sociale dell'individuo nella società. Un sistema fallimentare che dura da secoli a cui non si vuole rilevare nessuna alternativa possibile. Eppure le alternative ci sarebbero. Nelle galere, persone, esseri umani, si uccidono. Si uccidono. Ma ciò è normale. Ciò è ordinario. Questa differenza di trattamento, da un gesto che torna utile al sistema, quale quello di Genova, ad un gesto che è parte integrante del sistema, morti sul lavoro, morti nelle galere, morti immigrati, morti di mafia, bombe di mafia, intimidazioni di mafia, deve essere evidenziata. Perchè lo Stato non reagisce con la stessa fermezza per tutte queste altre vicende? Perchè i media non si sconvolgono per tutte queste altre vicende? Non è anche in quel caso realizzato l'attacco alla democrazia? L'attacco allo Stato nello Stato?
La democrazia è labile. Esistono beni primari, interessi primari che devono essere tutelati prima di ogni cosa. Concludo con una recentissima sentenza della Corte dei diritti Umani, Causa: Appleby ed altri c. Regno Unito Numero ricorso: 44306/98 , la quale rileva che: Non costituisce violazione degli artt. 10 e 11 della Convenzione il comportamento di uno Stato che, non adempiendo agli obblighi positivi prescritti da tali articoli, permetta ad un privato di limitare l’accesso alla sua proprietà a coloro i quali vogliano accedervi al mero fine di manifestare la loro libertà di espressione e di riunione.
Evidenziando in particolar modo che: La libertà di espressione e la libertà di riunione, pur costituendo i presupposti essenziali per la realizzazione di una effettiva democrazia, non hanno una portata assoluta ed illimitata, ma possono subire limitazioni in virtù di esigenze preminenti, quale, ad esempio, il rispetto della proprietà altrui.
Chi decide quale è il bene primario da tutelare? Questa è una riflessione dovuta, la risposta potrebbe essere ovvia, specialmente in tal tempo, ove la sovranità popolare è divenuta asovrana e non popolare.
La vicenda della CCF/FAI/FRI evidenzia pienamente il caos esistente, quale ordine? Quale disordine?
Ricordiamoci di una massima, sempre viva ed attuale, "cui prodest scelus, is fecit". 
Quell'azione non gioverà certamente alla collettività, non gioverà certamente alla causa rivoluzionaria, non gioverà certamente all'anarchia, non gioverà certamente al conflitto sociale, ma gioverà unicamente alla repressione di quel sistema che si dice di voler contrastare.
Marco Barone

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