Quando si parla di emergenza, ecco le orecchie umane
divenire più sensibili a problematiche figlie della peggiore
incuria, figlie del peggior lassismo, figlie del peggior
menefreghismo e complicità ed adattamento che favorisce anche quello
che non è un fenomeno ma la semplice e dura realtà chiamata
'ndrangheta.
Omertà, egoismo, il pensare unicamente al proprio
orticello senza curarsi di ciò che accade intorno al recinto
dell'ordinario vivere, è un modo di operare che indirettamente o
meno rende complice l'individuo del pessimo funzionamento della cosa
pubblica.
Nel vibonese vige una doppia emergenza ordinaria,
divenuta quindi normalità.
L'acqua potabile divenuta inquinata ed il mare
sporco.
Problemi che non hanno più tempo, né origine certa
né fine certa.
Problemi reali e non regali, problemi che senza
soluzione di continuità vengono affrontati con il canonico e rituale
senso dell'emergenza, per cercare di salvare la stagione turistica, i
profitti dei soliti noti, gli indotti delle 'ndrine, per poi, nel corso del resto dell'anno,
far vivere i calabresi nella zozzeria più totale.
La Procura della Repubblica vibonese ha avviato da
tempo una inchiesta, chiamata " acqua sporca" che ha
portato al sequestro dell'invalso artificiale dell'Alaco ed a
diversi avvisi di garanzia verso amministratori, dirigenti e politici
locali, di gran rilievo.
Il Sindaco di Vibo sulle pagine del sito del locale
comune dichiara: .
Nel corso del tempo, sono state emesse varie ordinanze che vietavano
l'utilizzo dell'acqua pubblica nella Città di Vibo Valentia.
Per chissà quanto tempo i cittadini vibonesi, prima
di arrivare a tale provvedimento, hanno utilizzato acqua inquinata,
non potabile, sporca, contaminata. Infatti, lo stesso Procuratore
Capo di Vibo, lascia intendere, sulla stampa locale,che in sostanza
non è esclusa l'eventualità che si sia utilizzata acqua
inquinata, e che non è detto che oggi sia ancora pienamente
potabile.
Danno è fatto.
Ora la giustizia formale proseguirà il suo lungo decennale
cammino.
Ma il caso acqua in Calabria rappresenta anche lo
schiaffo conferito alla democrazia popolare.
Nel giugno dello scorso anno il popolo italiano ha
detto chiaramente che acqua e profitto non devono più essere sullo
stesso binario. In Calabria circa oltre 800.000 calabresi hanno
affermato con il referendum tale concetto, perché l'acqua sia bene
comune e pubblico e gestito integralmente dal pubblico.
Ma la Regione Calabria corre in altra direzione.
La SORICAL, che rientra anche nell'inchiesta della
Procura vibonese, è la Società a capitale misto,
pubblico-privato per la gestione dell’approvvigionamento e la
fornitura all’ingrosso dell’acqua ad uso potabile sul territorio
della Regione Calabria.
La Regione ha fatto intendere che verrà a breve
predisposto un nuovo bando per la scelta di un nuovo socio privato
nella gestione della detta società. Detto in parole povere il
referendum non è servito a nulla, visto e rilevato che nulla esclude
la possibilità che a questo nuovo socio privato possa essere
conferita la maggioranza assoluta delle quote societarie. Ad oggi ne
conferme né smentite.
Ma d'altronde quale democrazia potrà mai esservi nella terra dove la 'ndrangheta regna sovrana?
Il fattore acqua in Calabria può rappresentare e
rappresenta un grande centro di investimento e di profitto.
Nello stesso sito della Sorical si legge che in
Calabria emerge una grande disponibilità di acqua.
"La grande disponibilità di tale risorsa
è documentata nello studio organico delle risorse idriche della
Calabria, programma speciale 26, grazie al quale vengono individuate
e descritte 19.342 sorgenti con portata di 43.243 litri al secondo di
acqua ed altre 10.442 sorgenti con portata d’acqua minore."
L'altro problema correlato alla questione acqua è
quello dei depuratori.
L'emergenza ordinaria ha comportato, sempre nel
vibonese, l'intasamento dei depuratori per il mancato smaltimento dei
fanghi. Ora sembra che questo problema, per salvare la stagione
estiva, verrà affrontato.
Ma l'emergenza ordinaria vuole che nella provincia
di Vibo vi siano 25 comuni della provincia su 50 senza
depuratori con scarichi letteralmente fuori controllo.
Questo è uno dei tanti problemi tipici della nostra
terra.
Si salva il salvabile solo per ragioni di apparenza
e profitto.
E poi potrai continuare a vivere nell'indecenza più
ignobile e totale.
Ingiustizia è fatta.
Marco Barone
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