C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

In Calabria l'acqua è emergenza "ordinaria"


 
Quando si parla di emergenza, ecco le orecchie umane divenire più sensibili a problematiche figlie della peggiore incuria, figlie del peggior lassismo, figlie del peggior menefreghismo e complicità ed adattamento che favorisce anche quello che non è un fenomeno ma la semplice e dura realtà chiamata 'ndrangheta.
Omertà, egoismo, il pensare unicamente al proprio orticello senza curarsi di ciò che accade intorno al recinto dell'ordinario vivere, è un modo di operare che indirettamente o meno rende complice l'individuo del pessimo funzionamento della cosa pubblica.
Nel vibonese vige una doppia emergenza ordinaria, divenuta quindi normalità.
L'acqua potabile divenuta inquinata ed il mare sporco.
Problemi che non hanno più tempo, né origine certa né fine certa. 
Problemi reali e non regali, problemi che senza soluzione di continuità vengono affrontati con il canonico e rituale senso dell'emergenza, per cercare di salvare la stagione turistica, i profitti dei soliti noti, gli indotti delle 'ndrine, per poi, nel corso del resto dell'anno, far vivere i calabresi nella zozzeria più totale.
La Procura della Repubblica vibonese ha avviato da tempo una inchiesta, chiamata " acqua sporca" che ha portato al sequestro dell'invalso artificiale dell'Alaco ed a diversi avvisi di garanzia verso amministratori, dirigenti e politici locali, di gran rilievo.
Il Sindaco di Vibo sulle pagine del sito del locale comune dichiara: .

Nel corso del tempo, sono state emesse varie ordinanze che vietavano l'utilizzo dell'acqua pubblica nella Città di Vibo Valentia.
Per chissà quanto tempo i cittadini vibonesi, prima di arrivare a tale provvedimento, hanno utilizzato acqua inquinata, non potabile, sporca, contaminata. Infatti, lo stesso Procuratore Capo di Vibo, lascia intendere, sulla stampa locale,che in sostanza non è esclusa l'eventualità  che si sia utilizzata acqua inquinata, e che non è detto che oggi sia ancora pienamente potabile.
Danno è fatto.
Ora la giustizia formale proseguirà il suo lungo decennale cammino.
Ma il caso acqua in Calabria rappresenta anche lo schiaffo conferito alla democrazia popolare.
Nel giugno dello scorso anno il popolo italiano ha detto chiaramente che acqua e profitto non devono più essere sullo stesso binario. In Calabria circa oltre 800.000 calabresi hanno affermato con il referendum tale concetto, perché l'acqua sia bene comune e pubblico e gestito integralmente dal pubblico.  
Ma la Regione Calabria corre in altra direzione.
La SORICAL, che rientra anche nell'inchiesta della Procura vibonese,  è la Società a capitale misto, pubblico-privato per la gestione dell’approvvigionamento e la fornitura all’ingrosso dell’acqua ad uso potabile sul territorio della Regione Calabria.
La Regione ha fatto intendere che verrà a breve predisposto un nuovo bando per la scelta di un nuovo socio privato nella gestione della detta società. Detto in parole povere il referendum non è servito a nulla, visto e rilevato che nulla esclude la possibilità che a questo nuovo socio privato possa essere conferita la maggioranza assoluta delle quote societarie. Ad oggi ne conferme né smentite. 
Ma d'altronde quale democrazia potrà mai esservi nella terra dove la 'ndrangheta regna sovrana?

Il fattore acqua in Calabria può rappresentare e rappresenta un grande centro di investimento e di profitto.
Nello stesso sito della Sorical si legge che in Calabria emerge una grande disponibilità di acqua. 
 "La grande disponibilità di tale risorsa è documentata nello studio organico delle risorse idriche della Calabria, programma speciale 26, grazie al quale vengono individuate e descritte 19.342 sorgenti con portata di 43.243 litri al secondo di acqua ed altre 10.442 sorgenti con portata d’acqua minore."


L'altro problema correlato alla questione acqua è quello dei depuratori.
L'emergenza ordinaria ha comportato, sempre nel vibonese, l'intasamento dei depuratori per il mancato smaltimento dei fanghi. Ora sembra che questo problema, per salvare la stagione estiva, verrà affrontato.
Ma l'emergenza ordinaria vuole che nella provincia di Vibo vi siano 25 comuni della provincia su 50 senza  depuratori  con scarichi  letteralmente fuori controllo.
Questo è uno dei tanti problemi tipici della nostra terra.
Si salva il salvabile solo per ragioni di apparenza e profitto.
E poi potrai continuare a vivere nell'indecenza più ignobile e totale.
Ingiustizia è fatta.

Marco Barone

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