C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Cercare la verità, ma non trovare la verità.




Non riesco più a scrivere poesie.
La vita è un dramma quotidiano.
Non ho fiato,non ho respiro per la poesia.
Quale poesia oggi, nella perenne eresia 
che uccide ogni sogno ed utopia?


Non bisogna mai stancarsi di cercare la verità sulla morte di Giovanni Falcone come su quella di Paolo Borsellino”.  Queste parole sono state pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Monti a Palermo al Memorial dedicato alle Vittime di mafia.

Ogni anno, quando giunge il 23 maggio, si assiste alla solita ritualità che unisce la strage di Capaci a quella di via d'Amelio.
Giovanni Falcone  Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Paolo Borsellino, Agostino Catalano , Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, sono stati uccisi da quello Stato che ha tradito la lotta alla mafia di Stato.
Uomini e donne fatti a pezzi, massacrati, prima e durante e dopo l'evento deciso e manovrato dalla politica di Stato.
Non voglio ricordare solo Giovanni e Paolo, ma voglio ricordare tutte e tutti quelli che hanno condiviso la sorte di Stato.
La mafia è stato uno strumento manovale.
La Germania, la Svizzera, i paesi dell'Europa dell'Est, ma anche l'America, l'Argentina, la Colombia, il Canada, sono paesi ove le mafie, tutte, riciclano da anni quel danaro sporco di sangue passato anche per Capaci e via d'Amelio.
La morte degli uomini e delle donne che non cercavano più la verità ma stavano per trovare la verità, non è stata decisa nelle stanze del potere siciliano, ma altrove.
La mafia è stata manovalanza infiltrata dal potere, usata dal potere, che ha condizionato lo Stato perché sia stato.
Chi ha usato la mafia, chi ha trattato con lo strumento della mafia, con una parte di Stato, oggi è libero.
E lo sarà anche domani.
Dice bene Monti si deve cercare la verità.
La cerchiamo da una vita la verità per tutte quelle stragi che mai avranno verità.
Perché la verità la puoi anche cercare, ma non trovare.


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