Le
Invalsioni barbariche.
Quella
che ora racconterò è una storia che presto molto presto rischierà
di essere reale.
Una
storia che deve invitare tutte e tutti alla riflessione.
Giorno
9 maggio. Giorno di svolgimento della prova di
preliminare Invalsi di lettura (decodifica strumentale) della durata di due
minuti per la II primaria e prova di Italiano per la II e V primaria.
Buongiorno
maestra Alice.
Buongiorno
Preside.
Bene,
vedo che è arrivata in anticipo...
Ho
studiato il manuale del somministratore diceva di venire in anticipo
quindi...
Si
è munita di cronometro, penne blu o nere?
Sì,
sì.
Senta
maestra Alice, per il bambino Andrea avrei pensato una soluzione.
Andrea,
si riferisce al bambino con DSA?
Sì,
Alice a lui.
Non
possiamo fare brutta figura, ho pensato che potrebbe fare altra
attività con la maestra di sostegno, andare nella sala insegnanti e
disegnare magari...
Mah...
come lo spiego a lui? Alla classe?
Alice,
Alice, vuole forse dire che non è favorevole? Vuole forse...
No,no
è che...
Vada
in classe è ora.
I
passi della maestra Alice sono più pesanti del solito. Nel corridoio
si intravedono gli ultimi bambini sorridenti e felici, pronti per
entrare in classe.
Alice
non è felice.
Alice
deve aprire la porta.
Deve
essere serena e determinata.
Alice
deve somministrare le prove.
Buongiorno
Maestra.
Buongiorno
bambini.
Oggi
cambieremo la disposizione dei banchi, oggi faremo delle prove
importanti, oggi non sono ammessi errori.
Maestra,
maestra che prove?
Bambini
silenzio.
All'improvviso
ecco un tocco secco e puntuale sulla porta.
Sì?
Sono
Matilde.
Ah,
ciao, sei venuta per Andrea?
Sì,
sì, oggi dovete fare le prove no?
Sì,
le prove...
Andrea
oggi andrai via con la maestra Matilde.
Già,
perché l'Invalsi prevede che pur ribadendo nella sua
retorica, l' auspicio che gli allievi con DSA partecipino alle prove
SNV nel numero più elevato possibile, se a giudizio del Dirigente
scolastico le prove standardizzate non sono ritenute adatte a un
allievo con DSA in ragione della natura e della specificità del
disturbo stesso, è possibile dispensare lo studente dal sostenimento
delle prove, avendo cura di impegnarlo nei giorni delle prove in
un’altra attività ritenuta più idonea.
Ed
è quello che ora accadrà ad Andrea.
Lontano
dai suoi compagni di classe, lontano dalla sua classe, lontano dalle
statistiche che uccidono la scuola pubblica italiana.
Allora
bambini, ora qualche minuto di silenzio.
Prima
di somministrarvi le prove devo leggere nuovamente il manuale, non
voglio sbagliare.
Un
silenzio surreale dominava la quiete ribelle della classe.
La
voce della Maestra mutava tono.
Sempre
più ferma, sempre più decisa, sempre più robotizzata.
Fase
uno: prendere conoscenza in modo approfondito delle procedure
descritte nel presente
manuale
almeno una settimana prima della data prevista per la
somministrazione;
Fatto,
ma un ripasso è sempre utile,
ripeteva nella sua mente Alice.
Fase
due :assicurarsi che ciascun allievo riceva in modo corretto i
materiali appositamente
predisposti;
Fase
tre:
somministrare le prove nel modo indicato nel presente manuale
Fase
quattro:
assicurare che la somministrazione avvenga nei tempi stabiliti;
Fase
cinque:
raccogliere, alla fine della somministrazione, tutti i fascicoli (sia
quelli compilati che
quelli
eventualmente inutilizzati);
Fase
sei: registrare sulla scheda-risposta
studente2di
ciascun alunno le risposte date alle domande
delle
prove cognitive (Italiano e Matematica) e del Questionario studente.
In questa fase,
che
può avvenire in un momento separato rispetto alla somministrazione
delle prove
secondo
le disposizioni date dal Dirigente scolastico, è possibile farsi
aiutare da altri
insegnanti
o dal personale di segreteria.
Bene.
Rivediamo
le note:
NON
risponda alle eventuali richieste di aiuto
degli alunni sulle domande delle prove cognitive.
NON
dia alcuna informazione aggiuntiva,
indicazione o suggerimento relativamente al contenuto
di alcuna delle domande della Prova.
LA
MIGLIORE RISPOSTA da dare a qualunque
richiesta di aiuto è: “Mi
dispiace ma non posso rispondere a nessuna domanda. Se ti può essere
utile, rileggi le
istruzioni e scegli la risposta che ti sembra migliore”.
Sudava.
Alice sudava.
Perché comprendeva
che la sua libertà d'insegnamento, in quel preciso momento giungeva
alla fine.
Perché tutto ciò
che ha insegnato nel corso del tempo ai suoi bambini, in quel preciso
giorno, andava in frantumi. Un frutto maturo per la vita, diveniva
acerbo per la libertà di educare e formare menti critiche e
pensanti, libere da ogni imposizione, libere da ogni omologazione,
libere da ogni standardizzazione.
Le prove si
svolgevano secondo i criteri previsti nel manuale del
somministratore.
La maestra Alice
faceva avanti ed indietro per i banchi.
Controllava ,
sorvegliava.
La classe in quel
preciso momento diveniva una caserma.
Una caserma.
Maestra,
maestra devo fare la pipì.
La
pipi?
Aspetta
Giuseppe, devo vedere cosa dice il manuale del somministratore:
Gli
allievi che chiedono di uscire dal locale della somministrazione al
di fuori della/e pausa/e
prevista/e possono farlo solo in situazioni di emergenza (ad esempio,
nel caso si sentano
male).
Giuseppe,
ma hai dolori?
No,
maestra ma la pipì...
Mi
spiace Giuseppe, ora non puoi...
Intanto, nella mente
della maestra Alice, scorrevano come un fiume in piena le frasi che
doveva ripetere nel caso in cui i suoi bambini, le ponessero qualche
domanda...
«Mi
dispiace, non posso risponderti. Cerca di fare del tuo meglio».
Ora
verranno distribuiti i fascicoli per la prova. Non dovete aprirli
finché non ve lo dirò. Se
avete
cellulari, libri, quaderni o altre cose del genere sul banco,
mettetele via. I cellulari
devono
essere spenti e riposti nella borsa e non possono rimanere né sul
banco né sotto al
banco.
Quando
vi darò il via, dovete cominciare la prova vera e propria e cercare
di fare più in
fretta
che potete ma non vi preoccupate se non riuscite a finire.
Ricordatevi di non fermarvi
quando
arrivate in fondo ad una pagina e di passare subito a quella dopo.
Quando vi dirò di
smettere,
dovete posare immediatamente la penna e chiudere il fascicolo.
“Ora
girate la pagina e cominciate”...
Si,
girare la pagina e cominciare
E'
cominciata la fine della libertà d'insegnamento, è cominciata la
fine di una cultura degna di tal nome, è cominciata la fine del
vivere e studiare senza frenesia, con quella lentezza che permette il
rispetto dei ritmi di apprendimento dei bambini, che permette e
favorisce l'integrazione.
Questo
pensava Alice nella sua mente.
Giuseppe
continuava a dire, Maestra
Maestra devo fare la pipì.
I suoi
occhi erano lucidi.
Un
senso di rabbia e calore scorreva nel corpo di Alice.
Un
gesto funesto e violento.
Passò
velocemente in rassegna tutti i banchi, raccolse i fogli che i
bambini stavano compilando, uno dietro l'altro.
Alice
era una furia.
Prese
quelle prove e le gettò via dalla finestra.
Via.
Carte
che volavano.
Carte
rapite dal vento ribelle.
Bambini,
disse Alice,
lo vedete questo cronometro?
Ora
lo butto via, sì, anche lui, nel cestino.
Io
sono la vostra Maestra, voi siete i miei bambini.
Siete
qui per imparare, siete qui per studiare, siete qui non per diventare
soldati.
I
bambini non capivano, ma sorridevano.
Quella
tensione che regnava sovrana in classe venne sovrastata dalla voglia
di andare oltre l'oltre.
Giuseppe,
vai in bagno .
Maestra
,Maestra, dissero i Bambini, ma
Andrea perché è ancora fuori?
Ora
Andrea ritornerà in classe, bambini, con noi e per noi.
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