Dopo il racconto, le invalsioni barbariche, che enorme diffusione ha avuto, e ciò deve indurre alla riflessione, ecco un nuovo racconto, che meglio di ogni regola formale, legale, e burocratica, può spiegare cosa è l'Invalsi, il sistema Invalsi.
Suona la campanella, tra urla e sorrisi, tra
un finalmente è finita, o
un
si va a casa, ecco che i bambini nella fuga con lentezza verso l'uscita dalla propria Scuola, si apprestano a raggiungere le famiglie.
Abbracci e sorrisi, manine strette nelle mani grandi e ferme degli adulti, ed in poco tempo dal caos della fuga ecco la quiete surreale circondare la scuola.
Ma non tutti i bambini erano sorridenti.
Non tutti i bambini erano felici.
Giulia, perchè questo musetto? Non sei contenta di vedermi?
La mamma di Giulia, cercava lo sguardo fuggente della propria bambina, sentiva la sua manina sudare e mentre sollevava lo zaino per caricarlo sulle proprie spalle le chiese... è successo qualcosa a Scuola?
Parole che si smarrirono nel silenzio di quel cammino che avvicinava Giulia al mondo degli adulti.
La bambina non rispondeva, poi all'improvviso, si soffermò a guardare un gabbiano, che giocava con le nuvole, che volava senza alcun tipo di ordine comprensibile allo sguardo di qualsiasi essere umano freddo e razionale, ma comprensibile allo sguardo di Giulia.
Sai perchè vola in quel modo il gabbiano? Perchè vuole giocare, vuole divertirsi, posso essere un gabbiano io mamma?
Con la fantasia sì, ma tu Giulia sei una bambina, non un gabbiano.
Perchè mamma mi hanno chiesto a Scuola se sono femmina o maschio? Non lo sanno cosa sono io?
Che dici Giulia?
Sì, mamma oggi ci hanno fatto rispondere a tante domande...
Che domande?
Mi hanno chiesto per esempio se sono una femmina o un maschio.
Veramente?
Sì.
Ma che domande erano?
Ah, ne avevo sentito parlare, le avete fatte oggi
le prove ?
Sì, sì.
Ma perchè quella domanda?
Boh... Ma io non sapevo cosa rispondere a tante
domande. Sai che mi hanno chiesto se mi hanno rubato qualcosa
di valore?
E tu cosa hai risposto?
Sì, mi hanno rubato la penna che mi aveva
regalato il nonno... Ma gli altri bambini invece mi dicevano
che dovevo rispondere cose di valore, tipo telefono, cose che
costano...
Parlavate durante il questionario?
No, no, non si poteva parlare, abbiamo parlato
dopo.
Sai che un bambino si è messo a piangere?
Perchè?
Perchè quando gli hanno chiesto se aveva un
fratello o una sorella, non sapeva cosa rispondere, perchè Cinzia,
la sua sorellina è andata via..., ma non sapeva come rispondere.
Dio mio, ma chi, chi ...
In quel momento la mamma strinse forte la sua
bambina ed insieme guardavano il gabbiano.
Lo sguardo di una vita da donna e di una vita da
bambina , di mamma e figlia si univano nella condivisione di
quell'armonia che solo il volo libero del gabbiano poteva offrire.
Quel volo era una sinfonia, una sinfonia
silenziosamente musicale.
Giulia avrebbe voluto dire alla mamma, che le
avevano chiesto anche se i compagni l'avevano fatta sentire
esclusa,quanti libri possedeva a casa, se a casa parlava il dialetto
o meno, se aveva una cameretta tutta sua, cosa che aveva sempre
desiderato ma che non poteva permettersi, se viveva con i suoi
genitori, o meno.
Giulia avrebbe voluto parlare.
Ma decise che il silenzio era la miglior risposta a
quelle domande che invasero il suo mondo, che invasero la sua
comprensione del mondo.
In tale silenzio il suo sguardo si perse nella
profondità di quel cielo sempre meno colorato, sempre più cupo, ed
una domanda continuava a ruotare nella sua testa, perché mi hanno
chiesto se sono maschio o femmina?
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