Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Anche un triestino tra gli arrestati ad Hebron.

  
Dal sito Forum Palestina si apprende che in data 11 aprile 2012, sono stati arrestati Marco e Giorgio Catalan , cittadini italiani, (Giorgio da Trieste), dalle forze di occupazione israeliane nella città di Hebron.  L'accusa maturata nei loro confronti sarebbe quella  di manifestazione non autorizzata, anche se dal sito del Forum Palestina emerge che non era in atto alcuna manifestazione.

Si denuncia che gli arresti sono avvenuti durante la pausa pranzo. Nella stessa operazione militare sono stati arrestati Issa Amro, noto attivista nonviolento del gruppo “youth against the settlements” di Hebron, e Abdellah Abu Rahma, coordinatore della conferenza, e che gli arresti hanno avuto luogo nella zona H2 della città, dove la schiacciante maggioranza di palestinesi vive sotto completo controllo israeliano, in balia delle angherie dei coloni ultrasionisti.

Da quello che si è compreso Giorgio Catalan,  rientrerà presto in Italia con un volo da Tel Aviv per Roma. Marco, l'altro arrestato,  che ha rifiutato l'espulsione, subirà un processo.

Quello che mi lascia perplesso in tutta questa vicenda è come sia possibile che questa notizia non sia stata divulgata dagli organi di informazione di Trieste, come sia possibile che non vi sia stata una mobilitazione collettiva, anche con un semplice presidio, per manifestare attivamente solidarietà a Marco e Giorgio, Giorgio che conosco anche personalmente, attivo in varie lotte anche per la difesa della scuola pubblica.
Quando ho appreso la notizia, ieri sera ( 16 aprile ndr) non credevo a ciò che sentivo.
Ripetevo ma no dai non sarà lui, nessuno ha detto nulla, non ho letto nulla in tal senso, in Città non si è detto niente di niente.
Eppure su facebook sembra che la notizia abbia preso sempre più consistenza.
Ma si deve dipendere da Facebook per avere una informazione?
Tanto detto e sentito ho dovuto rilevare che mi son sbagliato, perchè era Giorgio da Trieste.
Non che la provenienza territoriale voglia dire qualcosa, però penso sia grave il silenzio come espresso in tale vicenda per tutti gli aspetti che la connotano.

Aspettando l'immediato rientro di Giorgio e confidando che Marco non venga abbandonato e lasciato solo, in questa vicenda, invito tutte e tutti alla riflessione. 
Riflettere su ciò che accade in Palestina, riflettere sul come si viene informati, riflettere sulla libertà mancata nella terra di Palestina.

Marco Barone

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