Il suono delle campane mi perseguita, ovunque,dovunque.
Anche ora.
Già, in questo momento ove voglio scrivere poche parole, che
forse in questo tempo non verranno comprese, forse non verranno mai
comprese, forse nel forse esistenziale vi sarà l'attimo di
quell'anamnesi che permetterà all'individuo di andare oltre ogni
muro dell'apparenza.
Oggi ci sei, domani è un mistero.
E' tutto un divenire continuo.
Ma in tale continuità percepisco un sentimento che giorno
dopo giorno prende sempre più forma, più consistenza.
Un sentimento che fugge dall'idea, fugge dall'astratto.
Un sentimento che potrai toccare con mano.
Una cornice marcia.
Una tela ammuffita.
E' questo che vedo.
E' questo che un giorno forse sfiorerò.
Piangerò, non piangerò, ora non posso dirlo.
Dipende da quel senso di umanità che ancora saprò coltivare.
Ma quando il tempo della pioggia del sentimento umano viene meno,
il terreno ove giace il mio essere umano è destinato a divenire
arido, e duro,
semplicemente disumano.
Ed allora scrivo ciò che ho da tempo manifestato ed espresso ed
esternato.
Questo non è il tempo delle concessioni, ma il tempo delle
pretese.
Il tempo delle concessioni è finito.
Diritti e libertà, celate dal velo della conquista sociale, ma in
triste verità, solo concessione del potere apicale.
Figlia del compromesso.
E fin quando vi sarà compromesso, nessuna libertà potrà dirsi
compiuta.
Nessun diritto sarà mai veramente diritto.
Ed allora, quando il potere urla, che non è più il momento delle
concessioni, una grande verità è stata profetizzata.
Nessun diritto è mai stato tale, nessuna libertà è mai stata
tale, la democrazia è solo quella veste moderna, dai colori opachi
ma indefiniti, con cui il sistema ha coperto il proprio corpo nudo e
grezzo.
Arriveranno tempi non conosciuti dalle nostre generazioni.
Tempi amari, aspri, acerbi come una mela che non vuol maturare per
la paura di saziare la fame di quel popolo che mai la propria fame
deve aver sazia.
Il popolo deve rincorrere ogni giorno la fame della giustizia
sociale, la sete della libertà, per comprendere cosa è la giustizia
sociale, per comprendere cosa è la libertà.
Accomodarsi nella concessione, adattarsi al compromesso, saziarsi
con un morso alla mela del potere, è la fine di ogni libera
esistenza.
Queste parole si perderanno in qualche computer, in qualche mente
che continuerà a mentire a se stessa, forse verranno accolte, forse
verranno cestinate come carta ruvida e pallida inutile per scrivere,
inutile per comunicare.
Siamo in presenza di un regime autoritario che presto spoglierà
se stesso da quel velo della democrazia con cui ha celato il suo vero
corpo nudo e grezzo.
Mostrerà la sua nudità, la sua forza,la sua potenza, la sua
essenza.
E tu uomo o donna verrai travolto e travolta dal timore di elevar
la testa, per rivendicare quella dignità calpestata giorno dopo
giorno, dall'egoismo, dal danaro, dal consumismo, da quel tempo avaro
che è il secolo oggi da noi tutti e tutte vissuto.
Con questo testamento voglio scrivere alle generazioni che
verranno, all'epoca che verrà, al secolo che verrà, che io non
conoscerò, che l'amore per la libertà, per la solidarietà, per
l'equità sociale non deve trovare compromesso alcuno.
Nessuna maggioranza, nessuna minoranza.
Uomini e donne uniti ed unite da quel senso di reciproco rispetto,
per una vita che ti sfuggirà di mano, per una vita che altro non
dovrai fare se non amare.
Questo è un tempo arduo.
Giorno dopo giorno nascono privazioni, periscono concessioni.
Nessuna conquista.
Solo resa.
Ma se il tempo della pretesa non maturerà, questo popolo sarà
destinato a vivere una dittatura dura e maledetta come il fascismo,
dura e maledetta come lo stalinismo, dura e maledetta come il
nazismo, dura e maledetta come ogni dittatura sistemica e capitale,
che sa ben mutare veste, che sa ben celare la propria nefasta
essenza, per esplodere nell'attimo inevitabile ove ogni fuga sarà
inutile.
In quel giorno probabilmente mi sarò ricongiunto al mare, perché
io figlio del mare, guardo ed osservo quella foce divenuta mare e
follemente libera nell'oceano senza nome e senza identità.
Il mare era prima di noi.
Il mare è con noi.
Il mare sarà anche dopo di noi.
Marco Barone
Commenti
Posta un commento