Trieste è stata schiaffeggiata da una bora così lunga, così
intensa, che ha sconvolto buona parte della cittadinanza. Infatti, la
sera noti che le strade del centro cittadino tendono a svuotarsi
prima del solito ma specialmente che non vi è quel via vai e vai via
tipico di tal Città. Molti pensano che questi sono i primi effetti
della crisi, mancano i soldi non ci sono soldi da spendere ,
diranno molti triestini, altri invece sostengono che devono
riprendersi dalla violenza innaturale e continua di una bora
che forse non sarà più bora.
Forse diverrà altro.
Ma la bora, ha evidenziato ancor di più i problemi di Trieste,
dalla questione manutenzione mancata di edifici storici, alla
manutenzione ordinaria di palazzi privati e decadenti, con tanto di
tegole vaganti nel bel mezzo della Città.
Il Canal Grande è altra vittima della bora.
Un Canale che divide la Città per unirla in quel Ponte Rosso, ove
James Joyce nella sua staticità osserva il degrado e l'incuria
umana.
Probabilmente maturerà, nel vedere carte, carrelli della spesa,
rifiuti di ogni genere che da molto tempo giacciono adagiati sul
fondo del Canale quel sentimento di rabbia che lo ha spinto ad
affermare e scrivere nella Veglia di Finnegan "E Trieste,
ah Trieste, mi ci sono mangiato il fegato".
Osservi le barche piccole dondolare, ora accarezzate dalla
corrente sobria del mare,ora trascinate dalla furia della bora
imperiale.
Tra bitte isolate, e velieri impressi nella mente di chi ricordava
una Trieste come cartolina da vivere oltre che da osservare, amare e
coccolare, ora Trieste, vige in uno stato di degrado che
probabilmente incrementerà.
Incrementerà sia perchè i fondi, il danaro non è sufficiente,
salvo per realizzare il business dei parcheggi, o violentare i beni
di natura archeologica, sia perchè il senso di inciviltà trova
sempre maggiore affermazione.
Perchè gettare carrelli, bottiglie, gomme, buste, immondizia, nel
Canale?
Osservare lo stato in cui verte il Canale Grande è un triste
colpo alla bellezza semplice e profonda di Trieste.
Ma non è solo colpa della bora, quell'incuria quel degrado esiste
da tempo, la bora altro non ha fatto che esasperarlo, trascinando via
per la città rifiuti destinati a dormire chissà per quanto tempo
nella profondità visibile del Canale, che rende noto il noto.
Un Canale che presto vedrà la propria essenza essere snaturata
anche dal futuro ponte.
Un ponte che dovrebbe unire Trieste.
Ma in realtà sarà un ponte, inutile e costoso, che dividerà il
senso e l'essenza della bellezza dalla frenesia, che dividerà il
buon senso dalla follia del profitto.
D'altronde profitto e buon senso, bellezza e buon senso, frenesia e lentezza, non
sempre sono conciliabili ed il Canal Grande tra ponti che verranno e
rifiuti che sprofonderanno sempre di più nell'oblio di tal società, è destinato a divenire la rappresentazione viva e reale della
Trieste che non è .
Aggiornamento:
Il Sindaco della Città di Trieste, Roberto Cosolini, ha così commentato quanto ora denunciato, sulla sua pagina facebook, ove avevo inviato l'intervento: Assieme all'assessore all'ambiente Laureni, stiamo
programmando una serie di inziative per pulire il Canal Grande, non
appena le condizioni climatiche saranno più clementi.
Voglio aggiungere, ad integrazione del mio intervento, che è importante, questa interazione, tramite facebook, perchè senza ovviamente abusare di tale strumento, si può, nel rispetto della partecipazione, dell'informazione,di quella democrazia che è sempre più malata, essere soggetti attivi per la vita ed il bene comune. Sarebbe auspicabile che anche nelle altre Città si attivassero processi di comunicazione o interazione similari, come avviati a Trieste da Cosolini.
mb
Marco Barone
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