C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

A Trieste continua la "guerra" ai senzatetto tra panchine negate e voci di ronde notturne.


 A volte basta poco.
Basta poco per sollevar il problema, basta poco per vedere ciò che non si vuole vedere, vuoi per la frenesia, vuoi per apatia, vuoi per mera indifferenza.
La denuncia che avevo sollevato giorni addietro sul caso Stazione Ts Centrale ed attacco ai senza tetto, è stata successivamente approfondita dalla stampa locale e nel complesso, dalla rete virtuale ma reale.
Perché vere e vive sono le persone che si celano dietro il monitor di un pc e cercano di capire come funziona o non funziona il nostro tempo.
E' emerso in sostanza che la questione sedute sottratte per ipotetici lavori di manutenzione straordinaria, non è altro che l'ennesimo attacco sferrato contro gli invisibili.
Una linea che ha una strategia attuata nel corso del tempo, come il caso anche mediatico delle panchine segate di Piazza Venezia, come l'aver chiuso durante l' estate 2011 le fontanelle dell'acqua della Stazione di Ts Centrale, dalla quale i senzatetto, chiamati volgarmente barboni, si dissetavano o rinfrescavano per continuare con l'ennesimo attacco ora attuato nella vicina autostazione dove come per strana borghese magia anche in quel luogo le panchine sono scomparse.
Certamente non è la soluzione umana ed accogliente quella di battersi perché le stazioni o le autostazioni o le piazze delle città divengano luoghi ove la povera gente possa in via permanente in tal posto stazionare, occorre altro, case, luoghi di accoglienza umana e reale. Però deve essere attaccato e criticato senza giustificazione alcuna il modo con cui, vuoi per questioni di mera apparenza, vuoi per questioni di varia natura, alcuni soggetti, hanno deciso, nella veste del loro potere autoritario, di sgomberare i senzatetto con la scusa di ipotetici lavori, eliminando fisicamente le panchine/sedute.
E' un gesto vile e disumano.
Ed in ogni caso tale gesto ha creato anche problemi all'utenza di questi luoghi che devono aspettare il treno in piedi, ma ciò è cosa da poco o da nulla rispetto al disagio vero che vivono i senzatetto.
In Città sembra che vi siano circa 50 posti letto da offrire ai senzatetto.
Tutti pieni con richieste in continuo aumento.
D'altronde bastava recarsi nell'atrio della stazione di Ts centrale in orario notturno per vedere e toccare il problema. Vedere una distesa umana dormire sul pavimento.
Erano tanti.
Ed ora dove son finiti?
Questa è una domanda che continuo a pormi.
Occorre sottolineare che nei prossimi giorni è previsto l'arrivo del grande freddo e con bora sostenuta.
Ricordate la triste vicenda di Alexander Jonas? Era l'autunno del 2007 trovato morto assiderato a Trieste  nell'area abbandonata del Silos, nei pressi della Stazione Centrale.
Quella notizia ha creato vivo clamore.
Poi tutto come prima.
Si deve ripetere l'ennesima tragedia evitabile e prevedibile?
Ora l'Amministrazione Comunale, la società civile, o forse meglio dire incivile, è a conoscenza del problema.
Se ciò accadrà nuovamente saranno responsabili non solo moralmente ma anche attivamente della tragedia che probabilmente rischierà di ripetersi.
Eppure a Trieste esiste il problema case sfitte. Una mare indomabile di appartamenti abbandonati a se stessi.
E' normale tutto ciò? E' normale lasciare case sfitte e vedere la gente dormire per strada? Ed attenzione perché con la crisi  perdurante e destinata a peggiorare, questo problema diverrà il problema principale con cui molte città dovranno fare i conti. 
E Trieste anche.
Perché non intervenire anche temporaneamente obbligando chi per speculazioni di mercato ha deciso di lasciare gli immobili vuoti a collocarli in disponibilità a queste persone, a chi è senza un tetto?
Le Istituzioni dovrebbero attivarsi come garanti, anziché fantasticare e sperperare danaro pubblico per eventuali ed ipotetiche nuove edificazioni immobiliari magari proprio in Porto Vecchio.
Ed a proposito del Porto Vecchio e zone adiacenti voglio segnalare un fatto, che se troverà conferma, deve essere contrastato con fermezza nell'immediatezza più assoluta.
Ebbene, mi è stato riferito, che due giorni addietro, una signora ha sentito due persone discutere su una linea bus in Trieste, con una tranquillità disarmante, di cacciata di persone di colore e barboni dal porto vecchio o vicinanze, che dovevano andare in porto vecchio di notte a  controllare se vi erano barboni o persone che dormivano per poi buttarle fuori...
Esiste il fenomeno ronde solitarie notturne?
E' stata solo captata una chiacchierata tra due folli o quella chiacchierata nasconde altro?


Marco Barone

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