La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Ettore Monteleone ribelle senza patria: Sanzionati



Sanzionati

Le borse mondiali continuano ad essere in negativo.
La Cina ed il Giappone, indirizzano le scelte politiche degli USA e dell'Europa.
Gli Stati Uniti d'America hanno appena inaugurato la seconda storica recessione economica.
A ruota libera son cadute le principali piazze dell'Europa, Francoforte, Milano, Madrid, Londra, Atene ma anche Mosca.
Cina e Giappone, principali creditori dei paesi dell'Occidente, ora hanno in mano l'intero sistema economico mondiale.
Si impone lo studio della lingua cinese e giapponese nelle scuole e nelle Università.
Le indicazioni stradali devono essere obbligatoriamente tradotte in cinese e giapponese.
Scompare l'Euro, scompare il Dollaro, scompare la Sterlina.
L'unica moneta che può circolare è solo quella cinese.
Il renminbi.
Queste sono alcune delle proposte fatte dal Governo di Pechino agli organismi centrali del potere Occidentale.
Si inizia in modo sottile.
La chiamano operazione facciata.
Se ciò non verrà accettato, Cina e Giappone si vedranno costrette a bombardare l'Europa e gli Usa.
Usa ed Europa che non hanno più i soldi neanche per pagar la benzina ai mezzi della repressione di Stato.
Il nuovo capitalismo made in Cina e Giappone conquista il Globo.
Se prima i negozianti cinesi venivano criticati, perchè compravano tutto, perchè dava fastidio il loro sorridere a qualsiasi evenienza, ora vengono rispettati.
Guai a parlar male di un cinese o della loro cucina.
Le esigenze della non umanità ruotano intorno al danaro.
Le paraculate anche.
In tal contesto di gran dibattito a Trieste è in corso la convention sull'Unità d'Italia.
Si vive di gloria glorificata e santificata.
Una casta nella casta.
Mentre il Capo dello Stato ricordava che Trieste era ed è il simbolo dell'Italia unita, Minchionne e Diavolchè, seduti, per strano gioco del principio della concentrazione, vicini, furono avvicinati da un commesso della sala.
" Mi scusi dottore, mi scusi Onorevole, mi hanno trasmesso questo messaggio per voi"
"Chi?" ribattè Minchionne.

Il commesso si allontanò senza proferir alcun verbo.
Via, senza via, nel senso del dubbio di quel messaggio.
" Prendi cara, il commesso mi ha detto che questo è anche per te"
"Ah che palle"

Le dita del capitalista e della fascista scivolarono lentamente su quella carta rigata e non riciclata.
Poche parole.
Poche lettere.
Ma dal significato immenso.

1995, per la Diavolchè.
1943 Istria, per Minchionne.

Il gruppo CyberVendetta, contattato dalle femministe incazzate, è riuscito a penetrare, senza godere, all'interno del sistema informativo privato di Minchionne e Diavolchè. 
Un gruppo di ribelli che devastano gli equilibri del potere, portando alla luce segreti ora non più segreti.

1995 operazione strada.

Nel 1995 la Diavolchè entrò a pieno titolo nella Loggia P.37. Una società segreta nata per riportar il fascismo in Italia. Erano pochi eletti. L'unico modo per entrare, era quello di essere legati o legate tramite un patto di sangue ad un uomo, se si era donna, ad una donna se si era uomini, individuato dal Gran Maestro Venerabile. 
Cerimonia semplice.
Un coltello stretto tra i denti.
Scambio del rispettivo sangue che scorre sulla lama del coltello che poi doveva esser stretto tra i denti e proferir giuramento di fedeltà al fascismo. Amore eterno per il Duce.
Era una delle poche Società segrete che ammettevano al proprio interno donne. La Diavolchè venne scelta per il suo carattere da "uomo" infatti, la stessa in più occasioni dichiarava che aveva più ammiratrici donne che ammiratori, che per la sua forte vocazione fascista. Il mezzo per contattarla era Letami. All'esterno doveva apparire come una coppia di amanti, ma in verità era solo apparenza che celava ben altro. Letami era il protettore della Diavolchè. La Diavolchè ero lo strumento spia della P37. Nessuno doveva conoscere l'esistenza di quella società segreta. La Pirla 37.
Propaganda Italiana per il ritrovato letamaio apicale 37.
Da quel momento la Diavolchè venne inserita, grazie alle potentissime influenze della società segreta nel sistema Italia, nei luoghi di potere, siano essi di rappresentanza, siano essi di sostanza per il capitalismo.
Se qualcuno veniva a conoscenza del nominativo di qualche aderente alla P37 questo, ovvero la persona scoperta, doveva essere eliminata  fisicamente, salvo espiar tal delitto con  grave umiliazione. Esistevano dei codici di riferimento. Il codice 1995 era il grado massimo di umiliazione che poteva e doveva esser patito dall'aderente alla P37. Se quel codice veniva comunicato, l'interessato, in questo caso l'interessata, aveva solo 24 ore di tempo per attuar sulla propria pelle la punizione,  per evitare la morte. 

La Diavolchè dopo aver letto quel messaggio, provò  un piccolo ma intenso stato di malore.
" Acqua, aria, ho bisogno di acqua ed aria" disse a Minchionne.

Minchionne, che condivideva la stessa sensazione disse " sì, fa caldo qui, devo andare anche io"

La Diavolchè e Minchionne uscirono dalla sala, dopo aver velocemente salutato Nanetta, la Gelminator, Cattivanni, il Sindaco di Trieste, il Presidente della Regione e della Provincia, facendo un gesto veloce al Capo dello Stato dove rappresentavano scenicamente il gran rammarico per il loro esser costretti ad andar via dal Magazzino 26 di Trieste.

Giornata di afa a Trieste.
Vedi per le strade artisti di strada catturar un sorriso ai bambini per regalarlo all'umanità.
Vedi persone coltivar la passione per il nero, il caffè di Trieste.
Osservi il mare ondeggiare il suo equilibrio ritovato sulle rive della città.
Piazza dell'Unità è piena di turisti.
Tutti abbagliati dallo splendore della Piazza più grande d'Italia che confina direttamente con il mare, ma nello stesso tempo sorpresi dalla fontana dei Quattro continenti dalla quale non sgorga neanche un goccio d'acqua.
E proprio ai piedi della fontana si notava una donna seduta per terra, con lo sguardo perso nel vuoto, senza trucco, coperta solo da una veste sporca e puzzolente, allungar la mano per chiedere  l'elemosina.
Le persone l' osservavano con meraviglia.
Perchè quella persona ricordava lor qualcuno.
Ma non riuscivano a focalizzare l'immagine di quel viso senza trucco, rugato e stressato, con quella che nuotava nella loro mente.
Si avvicinarono i vigili con i manganelli tonfa.
Quei manganelli che vennero utilizzati dalle forze di polizia alla Diaz di Genova per massacrare donne e uomini la cui unica colpa era quella di sognare altro mondo.
I manganelli della repressione da Genova son arrivati direttamente a Trieste.
Il lungo viaggio della repressione di Stato.
Evviva il loro ordine pubblico.
Quando giunsero  dalla signora le chiesero cortesemente di spostarsi  per evitare la multa.
" Ma come non si può neanche chiedere l'elemosina?"
" No, è vietato da una nostra ordinanza, lei turba la sicurezza dei cittadini e dei turisti. "
"Ma lasciatemi stare, non avete nulla di meglio da fare?"
"Signora l'ordinanza è stata sostenuta anche da alcuni parlamentari di questo paese, Diavolchè, Sbonaiuti, Vitelli e tanti altri ancora, no, deve andare via, lei turba anche l'ordine pubblico."

Momento di silenzio.
Ancora silenzio.
" Io non posso spostarmi, se mi sposto mi uccidono"
"Signora dobbiamo farle forse un TSO?"
" Voi non sapete chi sono io, cazzo"
" Signora non insista"
" Io sono la Diavolchè avete capito? "
" Senta ora basta, contattiamo il 118 e la risolviamo così ..."
"Io sono la Diavolchèèèè"

La Diavolchè si mise ad urlare come una pazza scatenata.
Le persone incuriosite da quella strana scena rimasero in silenzio, tranne qualcuno che disse " la Diavolchè sarà su qualche barca di lusso ora ah ah ah altro che qui a chiedere l'elemosina..." oppure chi " la Diavolchè non uscirebbe mai conciata così e senza trucco, ma ti sei vista allo specchio?"

In quel momento arrivò l'autombulanza. Si avvicinarono alla Diavolchè che insisteva con il ripetere che non poteva andare via da quel posto, che l'avrebbero uccisa, che era la Diavolchè e di lasciarla in pace.
La condussero con gran fatica in ospedale dove sedata venne riconosciuta, nell'imbarazzo più totale, da alcuni medici del locale presidio ospedaliero.
La notizia giunse su tutte le pagine dei giornali...
" Diavolchè impazzita"
"Diavolchè a Trieste a chiedere l'elemosina"
"Dimissioni immediate della Diavolchè"
"Diavolchè offende chi chiede l'elemosina"

Ettore Monteleone

Marco Barone














Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot