C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ettore Monteleone, ribelle senza patria: Cercando la verità (Video)

Cercando la verità

A volte penso alla mia campagna, al mio mare.
Ora eccomi qui in città.
Respiri profumi di modernità, calpesti praterie cementificate, sei immerso nella natura artificiale di tal società.
Rimpiango la campagna, rimpiango il mare.
Mare libero da moli e porti, voglio la nudità del mare.

Il rientro a Trieste è stato lento.
Una lentezza che non vivevo da decenni.
Forse mai percepita.
Forse mai presa in seria considerazione.
La frenesia della modernità tende ad imprigionare ogni sentimento destinato a divenir emozione.
Tuona.
Tuona in questa notte d'estate.
Anche questa è vita.
Un cielo notturno illuminato da lampi di vita.
La ribellione della natura al lungo dormire dell'uomo.
Basta dormire.
E' il momento di svegliarsi.
Subito.
Ma io ora ho sonno.
Sono stanco.
Domani devo andare a Venezia.
Domani devo...
Domani è oggi.
Questa notte è trascorsa in modo incredibile.
Ho dormito e non ricordo nulla di ciò che ho sognato.
Il mio risveglio è stato a dir poco incredibile.
Ed è tutto vero.
Sento dei rumori di radioline mobili.
Apro gli occhi e mi affaccio dal balconcino.
Vedo i vigili del fuoco.
Boh penso che si tratterà del solito vicino lontano di casa.
Ogni tanto si diletta a chiudersi a chiave in casa e non fa entrare la propria famiglia.
Però questa volta li vedo poggiare una scala dalla parte sbagliata.
Poggiano la scala sulla mia parete.
Ma perchè?
Faccio un passo indietro e vedo colar acqua dal soffitto.
Cazzarola il tetto perde acqua.
E non mi son accorto di nulla.
Li chiamo e gli dico" scusate, scusate cade acqua in stanza"
" In che via abita lei? Qui quell'accanto dai,questa casa ha una entrata diversa"
Non mi ricordavo la via.
Gli dico il cognome " Citofonate a Monteleone e vi apro"
Non sento citofonare.
Però ascolto le loro voci.
In mutande scendo le scale, apro loro la porta ed entrano in stanza.
Grande cortesia umana e gentilezza.
Prima di entrare chiedono permesso.
Per i vigili del fuoco è sempre permesso l'accesso a casa mia.
Osservano il manifesto di Carlo,di Francesco, del Che, una poesia dedicata a Vik e guardano il tetto perdere acqua..." Beh non si era accorto di nulla lei?" 
" bon no, no, sa com'è dormivo no?"
Passano pochi minuti, risolvono il tutto.
Sfondano la porta dell'appartamento che ha devastato il mio sonno.
Si erano dimenticati la lavatrice in funzione...
Tutto allagato.
Li mortacci loro.
E' tardi.
Quasi tardi.
Beh una via di mezzo.
Devo partire, lavarmi, vestirmi.
Devo andare a Venezia.
Solito treno.
Paesaggio meraviglioso.
Lentezza ordinaria.
Leggi il minuscolo.
E in poco tempo eccoti a Venezia Santa Lucia.
Si tratterà di una immensa bugia, solo follia o strana magia?
Venezia, quanto sei bella Venezia.
Sei il mio labirinto.
So come entrare, non so come uscire.
Devo recarmi alla Calle Corte dei Spiriti.
Se non ricordo male dovrebbe essere nei pressi del Campo Santa Margherita.
Su e giù per le strade veneziane.
E quando meno te lo aspetti ecco la Calle da te cercata.

Dove sarà mai il libro?
Ma ci sarà il libro?
Se son arrivato fin qui per nulla, con chi devo prendermela?
Con chi?
Supero il piccolo arco della Calle.
Un corridoio stretto e con variegati riflessi di luce si pone innanzi al mio sempre più stupito sguardo.
Quanto vorrei essere qui per turismo oggi. 
Ma il libro non si vede.
Eppure sono puntuale.
Beh certamente non possono averlo messo in un luogo facilmente visibile.
E se lo ha preso qualcuno?
Quante domande.
Quanti interrogativi.
Quanto tutto.
Questa storia inizia a stancarmi.
Dove cavolo è  il libro?
Provo ad accendermi una sigaretta e la mia attenzione viene rapita da una fessura stretta, vicino alla porta arcuata.

Ecco il libro.
Ho un momento di viva indecisione.
Lo prendo o non lo prendo?

Seguo il mio solito istinto.
Il settimo.
Ecco il fottutissimo libro.
Lo apro e noto che le pagine sono tutte bianche.
Tranne l'ultima.
In quella pagina è immortalato il messaggio.
Recati al Caffè rosso del Campo Santa Margherita. Bussa tre volte. Ti aspettano.
Senza troppo pensare seguo le indicazioni.
Ma quando finirà questa caccia al tesoro?
Mi sento preso per i fondelli.
Ma decido di continuare.

Il Caffè è chiuso.
Peccato.
Ecco perchè mi hanno detto di bussare.
Bon ci provo.
Tre tocchi secchi.
Una voce femminile rompe il silenzio del Campo.
In quel momento è vuoto ma non desolato.
" Ettore sei tu?"
" Sì,sì, sono io"
Dalla porta spunta un fogliettino.
Prendi questo è per te.
Posso sapere se...
No. 
Ciao Ettore.

Minchia che freddezza!


Apro il fogliettino.
Mi sento un po' cretino.

" Come saprai a Trieste,  al Magazzino 26, nel porto Vecchio, vi sarà tra due giorni una convention sui 150 anni dell'Unità d'Italia. Saranno presenti, Minchionne amministratore delegato della Topoliniat, Nanetta ministro alla disfunzione statale, Gelminator ministro alla distruzione pubblica, Diavolchè nota parlamentare di destra fascista e Cattivanni sindacalista di comodo. Due di loro dovranno essere sanzionati. Entro le ore 15 di domani pm inviaci  due nominativi da te scelti. Il gruppo CyberVendetta ti contatterà. L'ora della verità è sempre più vicina "


La vita a volte è come una foto sospesa nel vuoto.

Cosa è apparenza?
Cosa è realtà?
Io cerco la verità.



Al magazzino 26 di Trieste dovrò sanzionare il potere capitale? 
Forse sì, forse no. 
E' tutto uno strano mistero.
In tal laico clero credo di esser entrato in una via senza più ritorno.
Ma io ho sempre detto di volermi ribellare.
Parole.
Scritti.
Questo è il momento dell'azione.
Al magazzino 26 di Trieste, area abbandonata dal progresso umano, area coltivata dal ricordo di un passato ancora vivo.
La voglia di rivoluzionare l'esistente. Un passato senza passato, un passato mai passato, un passato presto presente, domani futuro.






Più ore trascorrono, più mi convinco del fatto che Bunga Bungasi è veramente prigioniero di quelle femministe incazzate. Sono curioso di vedere se questa storia avrà mai una fine. Sono curioso di capire il fine di tutto ciò. Io ho il mio piccolo ribelle scopo. Quello di condurre la bocca della verità nella valle dell'eco di tal società. Tutti devono sapere. Tutti devono capire. Tutti non devono più dormire. 
Questa vita è un perenne inganno. 
Io non mi affanno.
Io sono solo un sognatore.
Vivo nella menzogna.
Vivo nel sistema fogna.
Ora posso.
Ora è il nostro tempo ed io non fuggirò.

Però ora posso anche concedermi una pausa.
Vago per Venezia.
Vago per sentieri calpestati chissà da quante persone nel corso dei secoli.
Storie, guerre, tradimenti, lotte, miserie, amori e sogni.
Tutto abbracciato dalla laguna veneziana.
Uno strano suono danzante nel ciel tempestoso veneziano cattura la mia libertà.
Sono nuovamente prigioniero della mia curiosità apuleiana.
Provo a seguire la via del suono.
Un ritmo coinvolgente, lento e veloce.
Non so come, ma arrivo, superato il Rialto, alla Casa di Corto Maltese.
Un luogo di grande umanità e solidarietà.
Un luogo ove ogni magia è possibile.
Vedo degli indiani ballare in un pomeriggio di estate a Venezia.
Se non fosse tutto reale potrei pensar che in tal tempo sono immerso in qualche strano sogno.
Invece no.
E' tutto vero.
Gli indiani che ballano a Venezia, le femministe incazzate che hanno imprigionato Bunga Bungasi, è tutto vero quello che accade, ma sono immerso nella menzogna collettiva.
La nostra vita è a volte un pessimo palco ove recitare.
Ma io non voglio recitare.
Io sono me stesso.
Non recito.
Cosa dovrei recitare poi?
Cosa?
In tal casa luogo di grande magia, ascolti Guido parlare del maestro Ugo Pratt, osservi Stelio essere rapito dal ballo catartico degli indiani.
Vorresti andar alla ricerca della Città perduta insieme a Corto.
A volte vorresti personificare la sua morale efficientista ed i suoi criteri utilitaristici. Il suo essere  depoliticizzato e lottare solo ed esclusivamente contro i ladri di sogni, contro chi ti priva della capacità di sognare.
Ma la nostra vita è una politica perenne. Politica, ovvero scegliere.
Io ho scelto. 
Ho scelto la ribellione per il bene della collettività.
E combatto chi mi vuol privar di tale sogno. Penso a Corto, penso ai suoi viaggi, penso al suo non mondo, che ora è qui, dentro queste mura, sì forse anche io sono un po' Corto.

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Care amiche, cari amici, ho poco tempo a disposizione. Mi trovo in una situazione a dir poco assurda. Tutto quello che vi circonda è falso. Una falsa rappresentazione della realtà. Forse non mi crederete. Ma è vero. E' tutto vero quello che mi sta accadendo. Ho poco tempo. Devo scegliere due nomi da indicare alle femministe incazzate. Chi scelgo tra  Minchionne amministratore delegato della Topoliniat, Nanetta ministro alla disfunzione statale, Gelminator ministro alla distruzione pubblica, Diavolchè nota parlamentare di destra fascista e Cattivanni sindacalista di comodo? 

Attendo vostri suggerimenti!!! Fate presto!

Ettore Monteleone

Marco Barone

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