Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'intensa lettera di una Signora a difesa del Carso.

Questo è un periodo di gran cambiamento. Egitto, Tunisia, Algeria, ora Libia, poi Iran, poi Inghilterra,poi Francia e poi Spagna e finalmente Italia.
Effetto domino di politiche e storie umane scellerate, di politiche che hanno comportato l'affermazione del loro diritto alla mera ingiustizia sociale, alla sempre maggior  povertà.
Tra preoccupazioni per eventuali nuovi periodi stragisti di mafia o similari, tra tentativi di salvaguardia delle poltrone del vile potere, ed attese di eventuali condanne destinate a divenir definitive quando il tempo non sarà più nel loro tempo, ecco che l'Italia continua nelle sua quotidianità ordinaria.
Per esempio dalla città di confine, Trieste, giunge voce della possibilità di modificare la vigente legge elettorale per consentir all'attuale sindaco l'ebbrezza di un terzo mandato. Già si dirà solite voci di corridoio.
Ma queste voci non nascon mica dal nulla. Hanno sempre uno scopo. Verificare la reazione della pubblica opinione. Pubblica opinione, un tempo voce del popolo, presa in considerazione solo raramente ovvero, ossia, quando si deve votare.
Ed io non voto.
Ma a pochi passi, saranno cento, forse mille, ma poco or importa, ecco che giunge la voce di una cittadina.
Una Signora, Signora con la S maiuscola, che scrive al Sindaco di una cittadina  ordunque al Comune di Duino Aurisina, per manifestare il suo libero pensiero e la massima indignazione per quell'opera che forse non troverà mai vita, intanto le consulenze ed i progetti preliminari hanno trovato gran liquidità, dunque, la TAV.
Sempre lei.
Lettera libera, spontanea, intensa, breve e carica e ricca di storia.
Il tutto in poche righe, in poche battute.

Ecco a tutte e tutti voi il testo della lettera, di cui ometto il nome, dell'autrice, per tutela della privacy della Signora, lettera inviata al gruppo Notav Trieste.

Egregio Sindaco,

sono un'abitante di Malchina ed ho 71 anni.  Ho sempre avuto un vivo interesse per la cosa pubblica, ma nella mia vita ho dovuto affrontare difficoltà tali da costringermi ad impiegare le mie non considerevoli risorse nel privato.
Ora sento che il Comune di Duino-Aurisina è coinvolto nella valutazione del percorso della TAV.  L'amore per la natura mi aveva già fatto considerare con dispiacere i lavori nella baia di Sistiana con relativa cementificazione; con il progetto della TAV si sta passando il segno, dopo aver dato per vario tempo informazioni ambigue.
Trieste e la sua provincia hanno sofferto gravemente nella Prima Guerra Mondiale, nella Seconda e dopo, quando il confine correva a due passi da casa nostra.  Il padre di mio padre è morto a seguito dei campi di concentramento austriaci (deportato politico), tutta la popolazione porta addosso i segni dei conflitti.
Il territorio è stato sventrato per gasdotti, oleodotto, autostrada a distanze non di chilometri, ma di metri. Ora si vuole distruggere il Carso, sistema idrogeologico delicatissimo. Con esso si distruggerà l'anima stessa delle popolazioni per un fine assolutamente non prevedibile e incerto, anche economicamente.
L'obbedienza non è una virtù se annienta l'individuo.
La saluto cordialmente e spero che quanto sopra orienti la valutazione delle scelte sulle quali sarete chiamati ad esprimervi.

Che altro dire? 
Che altro aggiungere a tal missiva?
Grazie Signora per il suo  libero dissenso.
Questa è la vera libera voce del popolo.

Marco Barone

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