Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Via libera a Bologna all'aumento sul bus.

Dopo varie città italiane come Carrara, ora anche a Bologna la corsa singola sul bus, passera’ a 1,20 euro mentre ancora per poco in quasi tutte le citta’ emiliano-romagnole si paga un euro. Gli abbonamenti lieviteranno del 3% circa.

Tale provvedimento varato in questi giorni dalla Provincia di Bologna in piena intesa con  il Comune di Bologna, Atc e Agenzia della mobilità si è reso necessario a causa del taglio annuo di 70 milioni del Governo sul trasporto pubblico regionale, che la Regione riuscirà ad  arginare all’80%.
Mancheranno dunque all’appello circa 20 milioni ogni anno 
Quindi, anche utilizzare il mezzo pubblico per spostarsi da un punto all'altro della città diverrà a breve strumento di mobilità garantito per pochi, perchè 20 cent. di aumento peseranno e non poco per i cittadini bolognesi.
Come si può  parlare di volontà da parte dei governanti di sostenere l'utilizzo del mezzo pubblico per la tutela ambientale?
Certo esiste per esempio la figura del  Mobility Manager di azienda  che ha l'incarico di ottimizzare gli spostamenti sistematici dei dipendenti, con l'obiettivo di ridurre l'uso dell'auto privata adottando, tra l'altro, strumenti come il Piano spostamenti casa-lavoro (PSCL), con cui si favoriscono soluzioni di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale (car pooling, car sharing, bike sharing, trasporto a chiamata, navette, ecc.). Ogni azienda deve comunicare la nomina del Mobility Manager aziendale al Mobility Manager di area del Comune.

E' anche vero che a Bologna è stata disposta una proroga della validità degli abbonamenti annuali a tariffa agevolata, per anziani e per persone con disabilità, con scadenza 31 dicembre 2010, sino al 28 febbraio 2011.

Ma è altresì vero che al Ministero dell'Ambiente per lungo tempo hanno sostenuto la necessità di incentivare l’Educazione Ambientale (EA)  che è reputata come uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini a una maggiore responsabilità verso i problemi ambientali, e alla consapevolezza della necessità di essere coinvolti nelle politiche di governo del territorio.Quindi un compito imprescindibile a cui l’EA deve tendere, è un’educazione attenta a quello che avviene nel contesto territoriale di prossimità. Ed ecco che trovano diffusione vari bandi e concorsi come quello “Scuola, Ambiente e Legalità” e “Le cose cambiano se...”, volti a promuovere tra i giovani l'educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile.
Certamente interessanti iniziative, ma se poi nella sostanza dall'alto si decide di tagliare i fondi per la mobilità pubblica, se incrementa il costo del biglietto del mezzo pubblico di trasporto urbano, se l'utilizzo del bus verrà garantito solo a chi potrà permettersi di sborsare 1,20 per una corsa, non credo che in realtà questa grande attenzione per l'ambiente sia poi così effettiva e viva.
A cosa serve produrre tanti discorsi, retorica, e tante belle parole, se poi nella realtà si compromette la tutela ambientale?
Per non parlare del fatto che è posto a rischio anche il diritto alla mobilità dei cittadini socialmente più deboli.
Perchè insistere in progettualità folli, costose, per il cittadino come i cantieri CIVIS a Bologna e non destinare quei fondi, e si parla di milioni di euro alla vera sostenibilità della mobilità urbana? Incentivando l'utilizzo del mezzo pubblico?
Anche perchè la realtà è un dato di fatto inopinabile.
La risposta è ovvia, appalti, consulenze che devon soddisfare il noto Nessuno.
Ed allora, si inizia con i servizi pubblici essenziali, poi sarà il turno dei servizi funzionali alla meccanicità della società, i parcheggi ad esempio, per arrivare lentamente a quel processo che comporterà il fatto di dover passeggiare innanzi ad una vetrina per assaporar con lo sguardo la mollica calda e profumata del pane.
Perchè presto anche il pane diverrà bene di lusso, come quei gioielli che a titolo di incredibile disprezzo per la collettivià sociale, decoravano l'albero di natale di Abu Dhabi.
Ed intanto, per dirla con una frase storica del grande Totò,  e io pago...

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Marco Barone



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