Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Manifestazione della Fiom a Bologna: tanti operai, vari studenti, e coro di fischi.

 Il 27 ed il 28 gennaio sono giorni importanti per il movimento operaio, per i lavoratori che non si piegano ai voleri, alle decisioni padronali consistenti nell'atto univoco di  annientare quei pochi diritti esistenti  nel mondo lavoro.
L'accordo di Mirafiori, che se da un lato rientra sotto il tetto limite della legge per quanto concerne le disposizioni ivi contenute, dall'altro è la diretta conseguenza di anni ed anni di cattiva politica sindacale.
Tale accordo anche se è in peius rispetto al contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici,anche se ricatta i sindacati in caso di esercizio di diritto di sciopero non riconoscendo ad esempio le ritenute sindacali,cosa che da decenni accade per il sindacalismo di base,ma tutti sul punto fanno finta di non sapere; anche se è minata la democrazia sindacale, che per il sindacalismo di base non esiste, per esempio è negato il diritto di assemblea nella scuola pubblica ai cobas che vanta migliaia e migliaia di iscritti in tutta Italia, anche se tale accordo voluto dalla famiglia Agnelli che utilizza il sig. Marchionne per non esporsi direttamente, destabilizza la tregua sociale nel mondo del lavoro in funzione di un maggior profitto padronale, la reazione che produce nella persona del segretario della CGIL quale la sig.ra Camusso è l'indifferenza alle richeste pressanti da parte degli studenti, degli operai, di proclamare sciopero generale e generalizzato.
Ecco i fischi alla Camusso. Ma dallo staff del segretario, si commente "Erano solo una trentina".
Falso.
Chi era in piazza ha sentito.
Chi era in piazza ha visto.
Ha sentito i fischi dei lavoratori, ha visto srotolare dalle finestre di Palazzo D'Accursio.  uno striscione che recita: "Sciopero generale subito.

Ma i poteri alti della CGIL ad oggi di sciopero generale non voglion sentire parlare,perchè?
Io ho la sensazione che la CGIL convocherà tale sciopero in piena armonia con il Pd, per conferire spallata definitiva al governo.
Ma il Pd non è pronto, ha troppi casini interni da risolvere.
Ed allora lo sciopero generale può attendere, c'è tempo.
Se ciò dovesse accadere sarebbe gravissimo, sia perchè vorrebbe dire strumentalizzare il diritto di sciopero per fini propagandistici ed elettorali, ed anche perchè vorrebbe dire che della situazione dei lavoratori in realtà ad alcuni esponenti e funzionari sindacali non importa veramente nulla.
Il 28 gennaio vi sarà lo sciopero generale del sindacalismo di base, che si ripeterà nel mese di marzo.
I ragazzi dei collettivi universitari in un loro striscione ed anche comunicato, manifestavano solidarietà alla lotta tunisina confidando in un allargamento di tale ribellione, forse spontanea, anche in Italia.
Ma fino a quando la situazione sarà la presente, fino a quando il più grande sindacato di sinistra italiano resterà sordo alle necessità di lotta dei lavoratori, fino a quando ammortizzerà il conflitto sociale, la ribellione generalizzata in Italia la possiamo solo sognare.
Si parla tanto di unità di lotta, nella lotta.
I giovani, i ragazzi, che hanno ben compreso l'assoluta instabilità del futuro lavorativo, che hanno ben compreso i tentativi di esser strumentalizzati da alcune realtà sindacali per altri fini, che hanno ben compreso che in Italia la democrazia sindacale non esiste perchè i primi a dettar le regole per limitare l'affermazione della democrazia sindacale sono proprio quei soggetti che oggi piangono lacrime, devono andare oltre il senso di apparenza, devono coltivare i loro sogni, la speranza di un futuro certo e non precario.
Le divisioni che hanno permesso il divenir legge il collegato lavoro, nei confronti del quale poco scalpore e sconcerto è stato avanzato in generale al momento della sua approvazione, che hanno permesso la vittoria del sistema Agnelli, che hanno permesso la diffusione della flessibilità diventua precarietà dal pacchetto Treu in poi, che hanno permesso la merceficazione del lavoratore, la diffusione del nozionismo culturale, devono essere superate dal fronte unico di lotta.
Uniti nella crisi, per non pagare più la crisi è atto necessario ed indispensabile, ma perchè ciò possa accadere, tutti e dico tutti, devono fare un passo indietro, gettar via la maschera dell'ipocrisia e dell'opportunismo politico.
E concedetemi una piccola considerazione,oggi dal palco di Piazza Maggiore si è sentito dire che l'Italia non deve competere con paesi come la Polonia, la Romania, ma con paesi come la Francia e la Germania.
Ebbene fino a quando chi si professa essere sindacalista che tutela i diritti dei lavoratori,sosterrà la logica dell'economia di mercato, in questo paese non vi sarà nessuna tutela per i lavoratori.
Occorre andare oltre la logica della concertazione sindacale e oltre la logica della concorrenza di mercato, è il sistema che deve essere contrastato, e se le proposte che giungono dal palco di Piazza Maggiore sono nessun sciopero generale, e concorrenza nell'economia di mercato, non lamentiamoci poi se il modello Agnelli troverà sempre più diffusione ed affermazione.

Seganlo il luogo ove si svolgeranno le manifestazioni promosse dai Cobas nella giornata del 28 gennaio 2011:
 a ROMA (pz. della Repubblica h. 10), TORINO (Porta Susa h. 9), CAGLIARI (pz. Giovanni XXIII h. 10), PALERMO ( pz. Politeama h. 9.30), BARI (pz. Castello h. 9), FIRENZE (pz. S. Marco h. 9), NAPOLI (Pomigliano Circumvesuviana Vecchia, h. 10), SALERNO (pz. Ferrovia h. 9.30), GENOVA (pz. Caricamento h. 9), TRIESTE (pz. della Borsa h. 10), LIVORNO (pz. Cavour h. 9), POTENZA (S. Nicola di Melfi, Fiat-Sata, h. 9.30), PADOVA (Stazione FF.SS h. 9), LANCIANO (Chieti) (P. Plebiscito, h.10), TERNI (piazza Tacito h. 9), SIRACUSA presidio itinerante presso i cancelli delle aziende industriali di Priolo, Melilli e Augusta.



Marco Barone

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