Domanda: Cosa succede in Calabria?
Mai si è parlato di Calabria quanto in questi mesi, specialmente per il fattore 'ndrangheta, o per la nota rivolta degli immigrati di Rosarno.
Ma come avevo denunciato sul punto avendo visto le cose con i miei occhi e parlato con le persone dal vivo a Rosarno la situazione è identica agli eventi che hanno preceduto la pseudo rivolta, se non peggio. Gli immigrati continuano a raccogliere le arance, la mattina sono sempre lì ad attendere che qualcuno li carichi su qualche furgone o macchina per sfruttarli. Anzi qualcosa è cambiato, ora loro dicono di non vivere più a Rosarno, vivono in una situazione ancora più degradata di quella di prima.
Ecco il risultato della pseudo rivolta!
Mi chiedo solo perchè sul punto si tace ancora? Dove è la magistratura? Dove è la politica? Dove sono i media che hanno puntato per giorni i loro fari in Calabria ed a Rosarno?
Calabria terra di secolare storia ed eterna bellezza è giunta forse al collasso economico.
Il nuovo fisco previsto dal federalismo fiscale secondo uno studio del Pd, prevede che i municipi, con il passaggio dai trasferimenti statali all'autonomia delle imposte perderebbero complessivamente 445 milioni di risorse l'anno da destinare ai servizi.
In effetti con il decreto del Ministro dell’Interno del 9 dicembre 2010, pubblicato da qualche giorno nella Gazzetta Ufficiale, sono stati determinati gli importi delle riduzioni dei trasferimenti erariali, per l’anno 2011, a Province e Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.Le riduzioni vanno da un massimo pro capite per residente di 75 euro del Comune di Filadelfia ad un minino di 12,5 di Praia a Mare. Complessivamente, in questo elenco sono compresi il 20% dei Comuni calabresi. Per esempio per quanto concerne le province Cosenza avrà una decurtazione di oltre 11 milioni di euro; Reggio Calabria 9 milioni di euro; Catanzaro 8 milioni di euro e circa 4 milioni di euro Crotone e Vibo Valentia. Ciò è quanto denunciato recentemente dalla Legautonomie operante in Calabria.
Il problema ovviamente non è solo limitato alla Calabria. Penso per esempio a Bologna che per far fronte ai tagli decisi dall'alto, che incideranno per un venir meno di 50 milioni di euro nelle casse comunali bolognesi, dal 1 gennaio 2011 aumenterà tutto, dal biglietto del bus che arriverà alla cifra di 1 euro e 20 cent. alla tassa dei rifiuti, ai parcheggi.
Se i soldi non ci sono in qualche modo si devono trovare, quindi, aumentano le tasse locali, i costi dei servizi pubblici ed essenziali e ripeto essenziali.
Ma un discorso è aumentare le tasse ed i servizi in una città come Bologna altra storia è rapportare la stessa situazione in terre difficili come quella calabrese.
Anzi verrebbe da dire che in Calabria succede di peggio.
Per esempio a
Rossano i dipendenti della casa di riposo Santa Maria di Bocchigliero che lamentano il mancato pagamento di 50 mensilita' arretrate sono in mobilitazione permanente.
A
Gioia Tauro per alcuni mesi i dipendenti comunali non hanno percepito lo stipendio, perchè non si trovavano le risorse.
I
forestali della Regione hanno avuto enormi ritardi nei pagamenti.
A
Vibo Valentia dove da pochi giorni
è stata sciolta l’Azienda sanitaria provinciale per infiltrazioni mafiose, emerge sempre con maggiore insistenza la voce che i dipendenti del Comune di Vibo rischiano di non percepire lo stipendio, così come rischiano molte imprese a non vedersi pagate le fatture e così via.
Vibo Valentia La cui area urbana conta circa 87.000 abitanti
città con una storia lunga oltre 8.000 anni è questo che si merita? Il Comune è caratterizzato da una parentopoli scandalosa, tra figli e conoscenti che si succedono nella gestione delle poltrone, città ove l'acqua non è potabile, ove la 'ndrangheta ogni giorno attua attentati, è praticamente alla sua fine?
Cosa accade in Calabria?
Senza sordi no' 'ssi 'ndi cantanu Missi (Senza soldi non si celebrano Messe.) per dirla con un proverbio calabrese.
E probabilmente di messe politiche se ne vedranno sempre meno, ma il problema resta e permane per la Calabria onesta, bella e consapevole delle potenzialità che pulsano nel cuore della Regione.
Qualcuno prima o poi dovrà interrogarsi sul punto, dovrà capire che l'Italia è allo sfacelo più totale, che la crisi è reale, che il ceto medio non esiste più, che i ricchi son sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.
Oppure questo qualcuno, i governanti, i padroni, lo hanno ben compreso e vogliono la esasperazione della povertà per governare meglio il disagio sociale speculando sulla speranza e sofferenza delle persone; ed allora deve essere la gente comune, i cittadini che vogliono evitare di vivere in condizioni oltre la precarietà presente, ovvero ancora più tragica di quella attuale, a non far morire quelle mobilitazioni che sono nate recentemente, che nel 14 dicembre del 2010 hanno dimostrato a tutti cosa può fare il senso di rabbia per l'ingiustizia presente.
Queste vacanze devono regalar a tutti un momento di giusto riposo, ma la lotta deve continuare, per evitare che regioni come quella calabrese vadano letteralmente in bancarotta, sempre che non lo siano già e ciò lo stiano solo, con mera ipocrisia, celando a tutti noi.
Marco Barone
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