Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Messico: San Juan Copala distrutta

La distruzione di Copala

Hermann Bellinghausen

Il municipio autonomo indigeno di San Juan Copala, stabilito tre anni fa nel cuore storico della regione triqui, senza diritti municipali da più di 60 anni, è stato finalmente distrutto a ferro e fuoco dai paramilitari, anche triquis, che hanno agito impunemente fino all’ultimo minuto. La complicità dei governi statale e federale è stata assoluta. E determinante da 10 mesi, quando la comunità è stata assediata da gruppi armati che hanno assassinato e ferito molte persone pacifiche. Tutto è precipitato il 13 settembre, quando i paramilitari hanno preso Copala e sparato contro la popolazione, fino a che il giorno 23 i sopravvissuti sono fuggiti, alcuni su carri funebri (l’unica cosa indovinata dal governo che li ha mandati per rimuovere i cadaveri).

Poteva andare peggio. Gli aggressori avevano annunciato un massacro. In ogni modo, è grande il numero degli assassinati nello smantellamento dell’unica autonomia indigena tentata oggi a Oaxaca, a 14 anni dagli Accordi di San Andrés. Molti di più sono i feriti, e gli sfollati, intere famiglie.

Le quotidiane ed angosciate denunce non hanno impedito la conclusione, benché il problema persista. Resta la consolazione di supporre che si è impedito il massacro. L’operativo contro il municipio autonomo fondato nel 2007 è da addebitare alla Unión de Bienestar Social para la Región Triqui (Ubisort), gruppo priista che come tale non esiste più nell’area, ma che guidato da Juxtlahuaca e Oaxaca da Rufino Juárez e dallo stesso governo statale, si è operato nell’annichilimento. Il governatore Ulises Ruiz aveva detto che non avrebbe permesso nessuna autonomia nello stato. Gli è costato poco, non ha dovuto mandare nemmeno i suoi poliziotti. Ora nega che ci siano dei morti (La Jornada, 26/09/10).

Ubisort possiede una milizia meglio armata della polizia, e con addestramento militare. È responsabile dell’imboscata nella quale sono morti mesi fa l’attivista Beatriz Cariño e l’internazionalista finlandese Jiri Jaakkola. Ed anche di molte altre morti, stupri, feriti ed esiliati. Come si sa, tanto gli assassini come i loro capi restano impuniti e sono, ai fini pratici, figure istituzionali.

In maniera reiterata è stata anche denunciata la partecipazione nell’escalation paramilitare di membri armati del Movimiento de Unificación y Lucha Triqui (MULT), del quale il municipio autonomo di Copala è una scissione, come MULT Indipendiente. Dalle file del MULT sono uscite versioni secondo cui nessuno dei suoi ha partecipato alla violenza, accusando dei fatti il MULTI per aver insistito in un’autonomia “minoritaria”. Ovvero, come d’abitudine, i morti indigeni sono colpevoli di essere morti.

Tuttavia, Timoteo Alejandro (fondatore del MULTI) e sua moglie Cleriberta, così come Antonio Ramírez López, “leader morale” degli autonomi, sono caduti in condizioni e circostanze che puntano non allaUbisort, ma al molto verticale MULT, che avrebbe “punito” il loro “tradimento”. Gli assassini di Ramírez López sono assolutamente identificati, a Yerbasanta, località a maggioranza MULT, dove è avvenuta l’imboscata che gli è costata la vita.

Questa organizzazione proviene dall’esemplare resistenza dei migliori spiriti triquis degli anni ’80 del secolo scorso, e che durante gli anni seguenti subì la perdita dei suoi principali leader, pensatori e maestri, come Paulino Martínez Delia, sacrificati dai cacicchi priisti. Nel decennio attuale, il MULT è diventato un’organizzazione filogovernativa ed elettorale, guidata dal suo consulente giuridico Heriberto Pazos, e convertita nel Partido Unidad Popular, con presenza nel congresso di Oaxaca e con legami con Ulises Ruiz, che in più di un’occasione ha dichiarato (secondo fonti attendibili) che “il MULT è l’unica organizzazione con la quale si può negoziare”. Piuttosto, gli deve la sua ristretta “vittoria” elettorale nel 2004, quando il PRI si è imposto in maniera fraudolenta.

Non si possono nemmeno ignorare i “ringraziamenti” scritti di Ubisort al MULT in diverse occasioni, per esempio quando nel 2009 “impedì” ad una carovana proveniente da Atenco di arrivare a Copala. Il MULT si dichiara facente parte della APPO, del Congresso Nazionale Indigeno e, nonostante la sua attività elettorale, dell’Altra Campagna; tutti spazi in cui si colloca anche il MULTI.

Il conflitto triqui è vecchio e complesso. Ed è sospetta la persecuzione a morte contro l’autonomia di Copala, nel centro tradizionale di questo popolo storicamente diffamato e negato. Di sicuro, sono state documentate importanti prospezioni di multinazionali minerarie nella regione. È ora che il MULT, sommerso da accuse e diffamazioni, consideri il suo operato nella violenza contro gli autonomi. Certamente esistono contraddizioni al suo interno, ma non può eludere le sue responsabilità di fronte all’indispensabile ed urgente riconciliazione di tutti i triquis (compresa la sua immensa diaspora) per difendere insieme la loro vita come l’ammirabile popolo indigeno che sono sempre stati. http://www.jornada.unam.mx/2010/09/27/index.php?section=opinion&article=a14a1cul

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)

[21-09-2010] I paramilitari dentro San Juan Copala, riepilogo della tragedia

I paramilitari dentro San Juan Copala, riepilogo della tragedia
21 settembre 2010

Al Popolo Triqui
Al Popolo di Oaxaca
Al Popolo del Messico e del mondo
Ai mezzi di comunicazione
Alle organizzazioni sociali, civili e dei diritti umani

Il Municipio Autonomo di San Juan Copala informa il pubblico in generale dei seguenti ultimi avvenimenti nella comunita' di San Juan Copala.

All'alba del giorno 13 settembre, approssimatamente alle 4 del mattino, oltre 500 uomini fortemente armati con AK-47, R-15 e mitragliatori del Movimento di Unificazione e Lotta Triqui (MULT) y dell'Unita' per il Benessere Sociale della Regione Triqui (UBISORT) provenienti da 20 comunita' del MULT e 4 comunita' dell'UBISORT hanno preso possesso violentemente del Municipio Autonomo di San Juan Copala e del Palazzo Municipale Autonomo. Paramilitari che sparavano e gridavano dal palazzo municipale, dall'ex caserma militare e dalle colline che circondano il villaggio slogan come: Viva il MULT!, Viva l'UBISORT!, Viva Rastrojo!, Morte agli autonomi!, morte al MULTI!, Morte a Jose Ramirez Flores!, Morte al maestro Miguel Angel Velasco!, Morte a Jesus Martinez Flores!, Copala adesso e' del MULT e dell'UBISORT! e "Avete tempo fino a domani mattina per abbandonare la comunita' o sarete massacrati come cani!". Durante questa invasione e questo attacco violento, sono state ferite le nostre compagne Maria Rosa Francisco, di 35 anni, e Maria Rosa Lopez di 55 anni, la prima ferita alla caviglia e al polpaccio sinistro e la seconda all'altezza della gamba sinistra.

Il giorno 15 settembre, l'UBISORT e il MULT hanno celebrato il bicentenario(dell'indipendenza, ndt) nel Palazzo Municipale Autonomo di San Juan Copala, momento che e' stato filmato e narrato in spagnolo da Gabino Avila Martinez di Cuyuchi Copala, uno dei paramilitari ed attivisti del MULT che hanno preso possesso del Palazzo Municipale Autonomo insieme all'UBISORT, lo stesso che e' anche il braccio destro di Rufino Merino Zaragoza ed esattore delle imposte del municipio di Santiago Juxtahuaca, distretto governato dal Partito d'Unita' Popolare creato dal MULT; nel frattempo piu' di 500 uomini pesantemente armati del MULT e dell'UBISORT vigilavano e tenevano in agguato, da tutti i punti cardinali, gli abitanti del Municipio Autonomo di San Juan Copala. Nel pomeriggio di questo stesso giorno viene ferita dai paramilitari del MULT e dell'UBISORT la nostra compagna Macaria Merino Martinez, 85 anni, quando s'e' affacciata dalla porta della sua casa, ricevendo una pallottola di AK-47 all'altezza della caviglia sinistra.

All'alba del giorno 18 settembre, alle 4:30 del mattino, viene assassinato dai paramilitari del MULT e dell'UBISORT il nostro compagno David Garcia Reyes, 25 anni, nell'atrio della chiesa cattolica, mentre provava ad uscire dalla comunita'.

All'alba del 19 settembre, alle 4:00, viene assassinato dai paramilitari del MULT e dell'UBISORT il nostro compagno Paulino Ramirez Reyes, 28 anni, all'interno della sua casa, che si trova ad alcuni metri dalla chiesa cattolica. Paulino era il figlio di Antonio Ramirez Flores, 72 anni d'eta', massimo dirigente morale e fondatore del Municipio Autonomo di San Juan Copala di Santa Cruz Tilapa, il quale e' stato assassinato il 21 agosto nei pressi della Cumbre Yerbasanta, insieme ad altri compagni di nome Antonio Cruz Garcia, 39 anni, e Rigoberto Ramirez Gonzalez, 40 anni, mentre stavano preparando la "Terza Caravana della Pace" che sarebbe partita da Huajupan de Leon, Oaxaca, fino a Citta' del Messico, il 23 agosto. Questo stesso giorno, 19 settembre, sono spariti ("desaparecidos") i nostri compagni: Eugenio Martinez Lopez, 65 anni, dirigente e fondatore del Municipio Autonomo di San Juan Copala, Jordan Gonzalez Ramirez, 33 anni, Maria Agustina Flores, 54 anni, Susana Lopez Martinez, 21 anni.

Il giorno 20 settembre, alle 15:00, i paramilitari del MULT e dell'UBISORT hanno dato fuoco e distrutto piu' di cento case dei dirigenti e simpatizzanti del Municipio Autonomo di San Juan Copala, ferendo al minorenne Pablo Velasco Dorantes, di 16 anni, che adesso presenta gravi ustioni. Pablo Velasco e' uno dei figli del maestro Miguel Angel Velasco, fra i dirigenti e fondatori del Municipio Autonomo di San Juan Copala. E' dato per disperso il nostro compagno Jose' Gonzalo Cruz, 100 anni d'eta'.

Per ultimo, vi informiamo che il Municipio Autonomo di San Juan Copala non e' scomparso e ne' scomparira' perche' ha l'appoggio e la protezione della gente e di varie comunita' triqui.

Non perche' il MULT e l'UBISORT hanno assassinato i nostri leader, simpatizzanti e la gente solidale con la nostra lotta, ci lasceremo vincere: siamo piu' forti che mai!!!

Non perche' il MULT e l'UBISORT hanno bruciato le nostre case e rubato i nostri averi, ci intimideranno: siamo piu' forti che mai!!!

Le vigliacche azioni del MULT e dell'UBISORT, come bruciare le nostre case e rubare i nostri averi, dimostrano quanto sono codardi!

Non ci lasceremo vincere dal gruppo paramilitare priista, pseudo di sinistra e assassino del MULT!
Non ci lasceremo vincere dal gruppo paramilitare priista dell'UBISORT!
Non ci lasceremo vincere dall'assassino Ulises Ruiz Ortiz!

Viva il generale Emiliano Zapata!
Viva i nostri dirigenti e i compagni e le compagne cadute per mano dell'UBISORT e del MULT!
Viva i compagni e le compagne che hanno dato il loro sangue e la vita per la nostra lotta!
Viva le nostre donne, i bambini e le bambine!
Viva i popoli autonomi del Messico e del mondo!
Viva il Municipio Autonomo di San Juan Copala!

JESUS MARTINEZ FLORES

Presidente del Municipio Autonomo de San Juan Copala

emiliano

fonte: http://ch.indymedia.org/it/2010/09/77787.shtml

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