Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Senato approva il ddl lavoro

Il Senato ha approvato il ddl lavoro in sesta lettura con 147 sì, 104 no e due astenuti. Il testo passa ora alla Camera per il varo definitivo. Palazzo Madama, in sede di Commissione e poi anche in Aula, ha infatti apportato diverse modifiche al testo ricevuto da Montecitorio. Per quanto riguarda l'introduzione dell'arbitrato nelle controversie di lavoro tra dipendente e azienda, in sostituzione del ricorso al giudice, la novità non varrà in materia di licenziamenti. E questa è una conferma.

È stato però cassato il testo della Camera che recepiva un emendamento del Pd in base al quale si poteva ricorrere all'arbitrato solo per le controversie di lavoro già insorte. Il testo approvato dal Senato stabilisce che si possa ricorrere all'arbitrato anche preventivamente, e non quando insorge una controversia. La scelta se ricorrere o no all'arbitrato non potrà avvenire prima della conclusione del periodo di prova, ove previsto, oppure se non siano trascorsi almeno 30 giorni dalla data di stipulazione del contratto di lavoro, in tutti gli altri casi.

Altra novità riguarda l'amianto nei navigli di Stato. L'aula ha infatti approvato un emendamento che prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro annui per i risarcimenti alle vittime, assimila coloro che hanno perso la vita alle 'vittime del dovere' ed elimina l'eventuale illecito penale senza voler pregiudicare i risarcimenti.

Dietrofront sui licenziamenti orali: i termini di impugnazione restano di cinque anni e non di 60 giorni come per le altre forme di licenziamento. Lo prevede un emendamento del relatore Maurizio Castro. In base allo stesso emendamento, i 60 giorni sono estesi anche all'impugnazione dei licenziamenti invalidi. "Il licenziamento – si legge - deve essere impugnato a pena di decadenza entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta, dei motivi, ove non contestuale, con qualsiasi atto scritto, anche extragiudiziale, idonee a rendere nota la volontà del lavoratore".

Il ddl era stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Una pioggia di critiche arriva dal Partito democratico. Per la capogruppo in Senato, Anna Finocchiaro, il ddl "mortifica i diritti dei lavoratori, perchè il governo Berlusconi sceglie di stare dalla parte dei più forti. È una mistificazione dire: non lasceremo nessuno per strada. La verità è che migliaia di italiani sono senza lavoro e senza cassa integrazione". Rincara la dose il vice segretario, Enrico Letta. Il ddl doveva essere il "pezzo forte" del programma, ma si è trasformato in un "polpettone".

Per Fulvio Fammoni (Cgil) il ddl " rappresenta una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro". Secondo Fammoni il testo "non contiene alcun intervento di cambiamento sui temi dell’arbitrato, della certificazione e del ruolo del giudice del lavoro, come peraltro richiesto da tanti costituzionalisti, avvocati, magistrati ed esperti del diritto del lavoro". Infatti, aggiunge, "sei mesi dopo il rinvio da parte del Capo dello Stato - conclude - si vogliono approvare provvedimenti che contengono pareri e vizio di incostituzionalità e sui quali la Corte sarà chiamata a pronunciarsi".

fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2010/09/29/66989/il-senato-approva-il-ddl-lavoro

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