La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Cile: Marcia di madri mapuches in domanda di giustizia

Santiago del Cile, 29 set (Prensa Latina) Madri mapuches e cilene saranno protagoniste di una lunga marcia dalla regione dell'Araucanía fino a Santiago del Cile in solidarietà coi comuneri imprigionati che oggi compiono 80 giorni di digiuno. La carovana partirà questo mercoledì dalla città di Temuco, nel sud cileno. Di lì si farà un primo tratto in autobus fino a Concezione nella regione del Maule, circa 500 chilometri al sud di Santiago, prima di proseguire verso la zona metropolitana del Cile.

“L'obiettivo è arrivare al Palazzo di La Moneta per offrire appoggio incondizionato alle domande dei nostri figli che stanno esponendo le sue vite per la libertà e per le rivendicazioni più sentite del nostro popolo”, ha sottolineato la lonko (autorità indigena) Juana Calfunao.

“I Mapuches non siamo terroristi. Siamo ancestralmente un paese vincolato alla terra e da 500 anni veniamo affrontandoci a quelli che hanno preteso e pretendono di invaderci per appropriarsi delle nostre risorse e la nostra dignità”, rimarcò la leader dell'etnia.

Ieri si sono sommati al digiuno iniziato il passato 12 Luglio altri tre comuneri della prigione di Temuco, identificati come Hugo Cristián Melinao Licán, Cristián Pablo Levinao Melinao e Sergio Alejandro Licán Levio, ha confermato la portavoce degli scioperanti María Tralcal.

Come nota distintiva si è prodotta inoltre martedì una chiamata di attenzione della Commissione Economica per America Latina ed il Caraibi (CEPAL), con sede in questa capitale, circa le norme contenute nel regime giuridico internazionale sui diritti dei paesi indigeni.

L'istanza mondiale ha ricordato l'obbligo di promuovere e rispettare quello stipulato nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del 2007 ed in questione l'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro da parte degli Stati firmatari.

Quell'ultimo testo, ha emerso la CEPAL, consacra l'obbligo per i governi di “consultare ai paesi interessati, mediante procedimenti appropriati ed in questione attraverso le sue istituzioni rappresentative, ogni volta che si prevedano misure legislative o impiegate suscettibili di colpirli direttamente”.

Questo mercoledì parlamentari di entrambi camere legislastive si costituirebbero in commissione mista per tentare una proposta di consenso sul progetto di riforma alla legge antiterrorista, quella che dovrebbe dopo essere votata nei rispettivi plenum.

I mapuches imprigionati che si mantengono in sciopero di fame in Cile esigono il fine dell'applicazione della citata norma legislativa nelle sue cause e patrocinano per la smilitarizzazione del territorio arauco.

fonte:http://pl-it.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&id=25617

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