La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Gelmini: bravo Marchionne

Quella di Marchionne è una scelta coraggiosa". Lo dice il ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, in un'intervista al Corriere della Sera di oggi, nella quale prende posizione sulla vicenda dei tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi. Secondo Gelmini "le sentenze vanno sempre rispettate, ma vanno rispettate anche le aziende. Sono un luogo di creazione e distribuzione di ricchezza e anche di crescita sociale".

E all'obiezione dell'intervistatore che la sentenza del giudice dispone che i tre lavoratori siano reintegrati anche nel posto di lavoro, e non solo nello stipendio, replica con decisione: "Non vanno tutelati solo quei tre operai ma tutti i lavoratori. Soprattutto quelli che sono stati costretti a fermarsi quando i tre hanno bloccato quel macchinario paralizzando l'intera linea".

Poi, dopo aver fatto una netta distinzione tra i sindacati (Cisl e Uil da una parte, per un sindacato autorevole ma responsabile, Cgil e Fiom dall'altra, sempre alla ricerca dello scontro), Gelmini sposta la sua riflessione su quanto accade "spesso nella pubblica amministrazione e purtroppo anche nella scuola. Ci sono persone che si macchiano di responsabilità gravi che però vengono rimesse al loro posto senza un vero esame dei fatti. Così si uccide la meritocrazia, che è una battaglia che noi stiamo facendo con i sindacati moderati per premiare l'impegno invece degli scatti di anzianità".
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