Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Solo chiacchiere dall'IWC

oma, Italia — Nessun accordo per proteggere le balene dalla 62esima riunione della Commissione baleniera internazionale (IWC) che si è conclusa ieri sera ad Agadir in Marocco. Solo chiacchiere, che non fermeranno il massacro di migliaia di esemplari che Giappone, Norvegia e Islanda porteranno avanti anche il prossimo anno.

I governi riuniti ad Agadir dovrebbero vergognarsi di essersi ritirati a discutere a “porte chiuse” per nascondere le loro discussioni sterili che non hanno permesso di fare nessun passo avanti nella protezione delle balene. Ma non possono certo nascondere la vergogna della caccia baleniera e della loro incapacità per cercare di fermarla.

Le balene non sono in vendita. È stato il messaggio che abbiamo inviato ai membri dell’IWC, piazzando qualche giorno fa una balena gigante sulla scalinata di Piazza di Spagna, in centro a Roma. Perché con promesse di soldi e corruzione i paesi balenieri cercano ogni anno di raggiungere la maggioranza.

Ora c’è un’unica chance per le balene. Tutti quei governi che si schierano per la conservazione delle balene – come l’Italia – devono immediatamente mettere in atto azioni politiche decise per porre fine alla “caccia per ragioni scientifiche” del Giappone nel Santuario dell’Oceano Antartico e la caccia della Norvegia e dell’Islanda, portata avanti in totale violazione della moratoria esistente.

Da oltre trent’anni lottiamo in difesa delle balene. I nostri due attivisti - Junichi e Toru - rischiano più di un anno di carcere per aver denunciato la corruzione e il contrabbando di carne del programma giapponese di caccia alle balene. Cosa sono disposti a fare i paesi che dicono di voler proteggere le balene? Noi continueremo a lavorare per fermare questo vergognoso massacro!

fonte: http://www.greenpeace.org/italy/news/iwc-agadir-balene

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