Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

CROCEFISSO: IL 30 giugno udienza alla Grande Chambre

E' fissata al 30 giugno l'udienza davanti alla Grande Chambre, per il ricorso promosso dall'Italia contro la sentenza con cui il 3 novembre dello scorso anno della Corte europea per i diritti dell'uomo ha chiesto di togliere il crocefisso dai luoghi pubblici. In particolare i giudici di Strasburgo si erano espressi sull'esposizione di un crocefisso in un'aula di Abano Terme dichiarando che la presenza del simbolo religioso deve essere considerata una violazione violazione dei principi di libertà di religione e di laicità dello Stato. L'Italia nella battaglia per riaffermare il diritto di esporre il simbolo della cristianità sarà affincata da altri 10 stati non tutti cattolici.
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