Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Secondo il Ministero della istruzione La Resistenza avrà spazio nel programma di Storia

Una nota del ministero dell'Istruzione smentisce in modo secco la notizia che la Resistenza non farebbe più parte dei programmi di studio di Storia.

''Le indiscrezioni apparse oggi su un organo di informazione secondo le quali nei programmi scolastici sarebbe stato ridimensionato lo studio della Resistenza sono destituite di qualsiasi fondamento. Lo studio della Resistenza è importante ed è previsto dalle nuove Indicazioni nazionali, nell'ambito della storia della seconda guerra mondiale e della nascita della Repubblica''.

La notizia era contenuta in un articolo del quotidiano Italiaoggi, che aveva notato l'assenza del termine "Resistenza" nelle nuove Indicazioni nazionali per i licei.

Il coordinatore della commissione ("cabina di regia") incaricata di redigere la bozza di Indicazioni, Max Bruschi, nega che il problema esista: "Che esagerazione", protesta, "non c'è nessun rischio di questo tipo. Ma se il fatto che nei programmi non c'è la parola Resistenza è un problema, allora... possiamo sempre reinserirla".
da tutto scuola

Invito a monitorare tale situazione perchè il revisionismo storico in corso è pericoloso e non dimentichiamoci che per liberarci dal fascismo sono morte centinaia di compagne e compagni , non facciamo in modo che il loro sangue sia stato versato invano. I fascisti al governo ci provano ed è allucinante leggere le parole di Bruschi che sostiene che esagerazione...che può essere sempre reinserita. Non è tanto il problema della parola RESISTENZA, ANTIFASCISMO o LIBERAZIONE di cui non si fa menzione nella nota ministeriale; ma tutto ciò che vi è correlato che viene massacrato. Non è che inserendo la parola resitenza, antifascismo o liberazione si risolve il problema, il punto è il tentativo di revisionismo storico in corso, ricostruendo diversamente la storia dell 'antifascismo del nostro paese vedi anche la questione Foibe per esempio,si annienta la lotta partigiana, l'essenza stessa della resistenza, dell'antifascismo!
Questi soggetti ci provano, hanno compreso l'importanza della scuola, della educazione e della formazione. La storia della resistenza, dell'antifascismo, e della liberazione, deve essere insegnata nelle scuole senza alcuna condizione o revisione storica. Ciò lo dobbiamo ai partigiani, lo dobbiamo a chi è morto per l'antifascismo! Ma oltre la parola Resistenza in ogni caso voglio ricordare al Ministero che deve comparire anche quella dell' Antifascismo e Liberazione.
Marco B.

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