La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

RESPINTI SULLA STRADA, nuovo libro di RENATO CURCIO

Renato Curcio (a cura di)
Prefazione di Paolo Bellati
RESPINTI SULLA STRADA
La migrazione ipermoderna di minorenni e ragazzi stranieri
2009, sensibili alle foglie

"Questo libro propone i risultati di una ricerca socianalitica svolta con ragazzi arrivati in Italia da diverse parti del mondo. Diafani e trasparenti, questi ragazzi che si aggirano per le vie di Roma e Milano, senza che ciò catturi la nostra attenzione e il nostro immaginario, sono un analizzatore eccellente di alcune trasformazioni e derive in corso nella società italiana. Ma sono anche, con la loro accesa disponibilità a narrare, ottimi analisti. Demistificatori, anzitutto. Le loro parole strappano immediatamente il velo ai nostri pigri fantasmi. E ci portano nella loro cruda quotidianità, a cercare lavoro, qualcosa da mangiare, un posto in cui dormire. Raccontano i sogni e le speranze dei loro viaggi, l'impatto con le nostre coste e con le istituzioni che, secondo il diritto internazionale, dovrebbero accoglierli, in quanto minorenni, in strutture adeguate. Raccontano le difficoltà, le risorse, le delusioni, ma anche la loro determinazione a farsi valere, a fare parte del rimescolamento planetario che stiamo vivendo. Sono ragazzi che non vogliono la carità e, anzi, ci pongono due domande essenziali: di chi è la Terra? E dove abitano, in questo Paese, l'autonomia personale e la libertà sociale di cui si sente tanto parlare?"

Il libro è il frutto del cantiere di socioanalisi narrativa svolto con gli operatori e i ragazzi del centro Belleville.
Il centro Belleville è un progetto di Comunità Nuova onlus.
Il centro ospita giovani migranti e non che vivono nelle strade di Milano.
Sono giovani con poche possibilità di reddito che dormono in baracche, treni, fabbriche dismesse, case abbandonate. Ragazzi che arrivano, spesso da soli, dal Nord-Africa e dall'Est Europa portandosi dietro sogni difficili da realizzare nella Fortezza Europa, in questa Italia impreparata, dei decreti sicurezza, del razzismo mediatico e culturale, dei diritti negati, dei respingimenti e dei morti in mare.
In tre anni Belleville ha accolto quasi 800 ragazzi.
Questo Centro fornisce gratuitamente alcuni servizi essenziali: lavatrici, docce, ristoro, internet, consulenza legale. Alcuni dei suoi frequentatori sono minori, altri più grandicelli e comunque tutti al di sotto dei 25 anni. Col tempo e in seguito al passaparola dei suoi frequentatori, Belleville è diventato un luogo d'incontro e denso di storie. Storie spesso invisibili, ignorate. Il "cantiere Belleville" ha raccolto queste storie per conoscere meglio l’esperienza dei ”ragazzi viaggianti” e il loro impatto con le istituzioni italiane.
da indymediaroma

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