La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

La verita' sulle stragi

27 dicembre 2009
Firenze. Siamo stanchi, stufi e amareggiati. Abbiamo visto i nostri figli morire e altri perdere la capacità di vivere la loro vita e non abbiamo avuto giustizia.

Fino a quando è stato vivo il magistrato Chelazzi abbiamo sperato, oggi siamo certi che quel tempo sia finito. Noi, le parti lese, sappiamo che molti sono i collaboratori di giustizia che potrebbero dire la loro sui “mandanti esterni alla mafia” per il massacro di via dei Georgofili, ma la bocca ai collaboratori l’hanno tappata tanto tempo fa. Non parliamo poi di intercettazioni e “41 bis”, le prime vengono precluse a priori ogni qualvolta è nominato un politico e in Italia, si sa, le stragi del 1993 le ha volute proprio la politica. Il “41 bis” lo hanno tolto negli anni a soggetti come Salvatore Benigno e Gioachino Calabrò, due stragisti. Nel frattempo fanno finta che il “41 bis” funzioni giusto per salvare la faccia, ma visto che soprattutto è la pelle che devono salvare, sicuramente troveranno il sistema di levarlo anche ai fratelli Graviano, anche perché i boss della potente famiglia mafiosa di Brancaccio più volte hanno mandato “inviti” in quel senso. Ci deve essere una presa di coscienza generale da parte di chi con le stragi del 1993 non ha avuto nulla a che fare. Non lo chiedo solo per noi ma per quanti oggi soffrono per questa nostra Repubblica che mai ha risentito di un momento così grave per mancanza di democrazia .

Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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