Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

I veri eroi del clima restano in carcere fino alla Befana

Copenhagen, Danimarca — Quattro dei nostri attivisti passeranno le feste di fine anno in prigione dopo che l’Alta Corte del Regno di Danimarca ha rigettato l’appello per il loro rilascio. I quattro eroi del clima - Juantxo, Joris, Nora e Christian - sono stati arrestati dopo la pacifica protesta "in smoking" effettuata in occasione del Banchetto di Stato per i leader che partecipavano al Summit di Copenhagen.

Condanniamo la decisione della Corte danese come un’ulteriore “ingiustizia climatica” dopo il misero fallimento del Summit e dei cosiddetti leader che vi hanno partecipato: nessun accordo vincolante per tagliare le emissioni di gas clima alteranti. Altri dimostranti pacifici sono detenuti a seguito delle proteste realizzate in occasione del Summit.

La polizia intende tenere in prigione i quattro attivisti fino al 7 gennaio: questa detenzione, anche dopo la decisione della Corte, è a totale discrezione del Capo della Polizia della Danimarca. Abbiamo pienamente collaborato con le autorità senza celare alcun aspetto delle proprie attività, compreso quanto ha portato il gruppo di tre attivisti a infiltrarsi nel cordone di sicurezza che avrebbe dovuto proteggere i Capi di Stato invitati al banchetto della Regina.

I nostri attivisti sono pronti a rischiare la loro libertà per una giusta causa. Abbiamo dato ampie assicurazioni che loro non si sottrarranno, come è sempre stato, al processo. Lasciarli in prigione per le feste di fine anno è quindi una violenza inutile e gratuita.

Sebbene per motivi di sicurezza i dettagli che hanno permesso la nostra azione non verranno resi pubblici, ribadiamo che l’operazione si è interamente basata su informazioni e materiali interamente pubblici. Inoltre, tutto l’apparato scenico aveva chiari elementi farseschi: in una delle limousine affittate, il logo di Greenpeace era ben evidente e fissato con un paio di calzettoni. Una delle targhe era con il numero 007 (quello di James Bond) e i lampeggianti della polizia sono stati comprati (Euro 6,70) su internet.
http://www.greenpeace.org/italy/news/attivisti-carcere-copenhagen

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot