Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Israele-Palestina. La denuncia di Amnesty: lo stato ebraico nega l'acqua ai palestinesi

Il rapporto della Ong fa infuriare il governo di Tel Aviv, che respinge le accuse

Il nuovo rapporto di Amnesty International da infuriare Israele. La Ong denuncia come lo stato ebraico conceda ai palestinesi in Cisgiordania l'accesso solo a una frazione dell'acqua proveniente dalla falda acquifera montana che le due parti condividono. Secondo la Autorità israeliana per le risorse idriche "il consumo di acqua da parte dei palestinesi è costantemente cresciuto negli ultimi anni". Il divario fra il consumo di acqua di israeliani e palestinesi esiste "ma certo non nelle dimensioni descritte dal rapporto", ribatte Israele. Secondo l'esercito israeliano, che mantiene il controllo sulla Cisgiordania, "si tratta di un rapporto unilaterale, pieno di denigrazioni infondate, redatto senza che ad Israele sia stata fornita la possibilità di misurarsi con le accuse". "Israele vede nell'acqua una risorsa essenziale e non lesina sforzi - precisa l'esercito - per prestare assistenza alla Autorità nazionale palestinese". Dura reazione anche del ministro per le Infrastrutture Uzi Landau (Israel Beitenu), che paragona il rapporto di Amnesty a quello del giudice Goldstone sulla operazione Piombo fuso a Gaza. "Le loro conclusioni erano state stabilite in partenza, prima ancora del lavoro di ricerca", ha polemizzato il ministro.

Stella Spinelli peacereporter

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